La maggior parte delle aziende perde valore con la cessione di asset

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Sono state oltre 5.500 le cessioni da almeno 50 milioni di dollari a livello globale tra il 2010 e il 2018, per un valore complessivo di 3.900 miliardi di dollari.

Secondo il Divestment Performance Monitor di Willis Towers Watson, realizzato in collaborazione con Cass Business School, più della metà delle aziende che hanno effettuato cessioni di asset dal 2010 a oggi hanno perso valore azionario.

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Il nuovo database globale analizza l’andamento del prezzo delle azioni delle aziende che cedono asset, da sei mesi prima dell’annuncio dell’operazione fino a sei mesi dopo il completamento.

Matteo Fiocchi, Head of Executive Compensation and Strategic Reward di Willis Towers Watson, ha dichiarato: “Le cessioni rappresentano una parte cruciale, ma spesso trascurata, della definizione del portafoglio di attività di un’azienda, offrendo un’opportunità reale per conseguire una redditività più alta grazie a un’assegnazione migliore dei capitali, una maggiore attenzione sulle attività principali e più fondi da investire per crescere. Tuttavia, i nostri dati mostrano che le aziende che cedono asset continuano a faticare nella creazione di valore per gli azionisti, in quanto spesso gli investitori tendono a valutare negativamente le aziende che non hanno strategie di lungo termine convincenti”.

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“Il successo delle cessioni di asset che sono riuscite a creare valore è probabilmente dovuto alla capacità delle aziende cedenti di sfruttare a proprio vantaggio il punto di vista privilegiato sulle attività oggetto dell’operazione. Ciò infatti le avrebbe collocate in una posizione favorevole per imporre un prezzo più alto, rivolgendosi ai compratori che avrebbero più da guadagnare, rendendo quindi più solida la propria posizione nelle negoziazioni”.

Lo studio di Willis Towers Watson, che prende in esame le aziende che cedono alcuni asset sia a aziende quotate sia a compratori privati, ha rilevato anche che:

  • Le difficoltà nel creare valore a valle delle cessioni nel corso dell’ultimo decennio sono state riscontrate in tutte le aree geografiche, a prescindere dalle dimensioni degli accordi e dai settori di attività.
  • Un’analisi dello studio ha mostrato che il valore creato dalla minoranza di aziende che hanno effettuato le cessioni con successo (2.000 miliardi di dollari di performance sopra la media dal 45% di aziende cedenti) ha superato marginalmente la performance negativa della maggioranza che ha chiuso in perdita (1.900 miliardi di dollari dal 55% di aziende cedenti).
  • Tra il 2010 e il 2018, le cessioni verso gli acquirenti private equity, con un calo del 3,3%, hanno vissuto una performance peggiore di quelle verso le aziende acquirenti, calate del 2,2%. Questo può essere in parte spiegato dal fatto che gli acquirenti private equity si rivolgono ad aziende cedenti con maggiori difficoltà, e che dunque possono avere rendimenti più bassi; inoltre, i team di negoziazione degli acquirenti private equity tendono ad avere team per le transazioni più specializzati e che trattano un flusso maggiore di accordi, permettendo loro di negoziare con maggiore aggressività. Al fine di ottimizzare il valore e garantire che gli acquirenti non vincano a loro spese, riteniamo che le aziende cedenti trarrebbero vantaggio da una pianificazione più accurata e dalla preparazione delle attività per la vendita.

Lo studio mostra anche che molte delle cessioni con migliori prestazioni sono state spin-off, che sono spesso giustificate dalla volontà di separare un’azienda di successo dalla casa madre per mettere in risalto il suo valore come azienda indipendente. Secondo Willis Towers Watson, questo dimostra l’importanza della preparazione pre-deal e dell’impegno dei business leader, all’interno e all’esterno dell’aziende, nel promuovere le ragioni della vendita e dimostrarne così il valore e le prospettive anche per l’attività che non viene ceduta.

Matteo Fiocchi, Head of Executive Compensation and Strategic Reward di Willis Towers Watson ha dichiarato: “La creazione di valore dagli accordi di cessione non è automatica. In condizioni di mercato difficili, quanto un’azienda possa guadagnare o perdere dipende molto da quanto l’approccio all’operazione sia ponderato. Lato vendita, investire le giuste risorse per eseguire la due diligence, preparare l’attività per la cessione e costruire una solida impalcatura logica che motivi l’operazione è fondamentale per attirare migliori potenziali acquirenti. Questi faranno offerte migliori per un accordo che ritengono possa creare più valore per loro, e saranno in una posizione meno forte nelle negoziazioni con un’azienda cedente che si sia preparata con cura. Ciò è particolarmente vero quando si tratta di acquirenti private equity, che vantano notevoli competenze in materia di fusioni e acquisizioni e un’esperienza nelle negoziazioni aggressive.

Una volta identificato un potenziale acquirente per la cessione, è altrettanto importante mantenere motivati i manager comunicando il loro valore per l’azienda, rafforzando la sensazione di opportunità derivante dall’operazione e infondendo la massima fiducia possibile tramite il giusto riconoscimento della loro performance. Ciò avrà un impatto positivo sull’organizzazione e sul successo dell’operazione”.