Esportazioni brasiliane verso l’Italia cresciute del 13,1%, da 581,8 milioni di USD (2018) a 658 milioni di USD (2019)

-

L’Italia è il settimo fornitore di beni in Brasile (il secondo tra i paesi europei, con una quota approssimativa del 2,6% delle importazioni totali brasiliane, prima di Francia e dopo la Germania) ed è l’undicesima destinazione di esportazione delle merci brasiliane (con una quota dell’1,6% sul totale delle esportazioni brasiliane).

I dati del Ministero dello sviluppo, dell’industria e del commercio (MDIC) del Brasile mostrano che, confrontando gennaio-febbraio 2019 con lo stesso periodo del 2018, le esportazioni brasiliane verso l’Italia sono cresciute del 13,1%, da 581,8 milioni di USD (2018) a 658 milioni di USD (2019).
I dati sono stati illustrati nel corso del Brazil Day, evento organizzato dallo Studio legale DLA Piper – il principale studio legale internazionale presente in Italia – con Campos Mello Advogados e con la collaborazione del Banco do Brasil.

Si prevede che gli investimenti italiani in Brasile aumenteranno ulteriormente in vista delle proposte dell’attuale amministrazione federale, specialmente in relazione allo sviluppo dei settori infrastrutturali. Il momento di trasformazione del Brasile e i cambiamenti creati dalla riforma del diritto del lavoro, infatti, stimoleranno nuove opportunità.

“In Italia – dichiara Antonio Tomassini, co-head of tax di DLA Piper – occorre fare sistema e uscire dal nanismo imprenditoriale, le istituzioni devono essere al fianco delle imprese e stimolare le relazioni con Paesi amici come il Brasile per individuare i settori dove il nostro made in Italy può penetrare. Ci sono tante eccellenze nelle nostre PMI che facciamo difficoltà ad esportare semplicemente perché spesse volte gli imprenditori non sanno a chi rivolgersi.”

“Brasile e Italia hanno una storia di buone relazioni commerciali, culturali e diplomatiche – commenta Fabio Campos Mello, Managing Partner, Campos Mello Advogados – si stima che oggi ci siano oltre un migliaio di aziende italiane in esercizio in Brasile, che contribuiscono notevolmente alla creazione di posti di lavoro. Il Brazil Day e l’evento di oggi vuole promuovere il business italiano in Brasile e mostrare alle aziende e ai loro investitori le strade per investire nel paese, mostrando le importanti opportunità di business e le esperienze delle aziende che già oggi operano in Brasile.”

Il Brasile sta creando, attraverso una serie di innovative riforme, un ambiente favorevole ai nuovi investitori; tra le principali: negoziazione diretta degli accordi di lavoro con i dipendenti senior (quadri), che consente una formulazione più rapida degli accordi; contratti di lavoro intermittenti (già adottati in Italia); la fine dei contributi sindacali obbligatori; e la prospettiva di un nuovo modello di assunzione (carta di sicurezza sociale verde e gialla) nella creazione di posti di lavoro per i giovani che intendono entrare nel mercato del lavoro.

“Il Brasile stima una produzione industriale in crescita del 3,5% per il 2019 e del 2,7% per il 2020 – dichiara Marco Aure?lio Picini de Moura, CEO di Banco do Brasil AG – con una produzione agricola che, quasi a parità di superficie coltivata, è cresciuta del 375,4% in 35 anni: il Paese infatti si confermaprimo produttore ed esportatore al mondo di zucchero, caffè, succo di arancia, semi di soia. Che cosa aspettarsi dal Brasile per i prossimi anni? Sostenibilità fiscale, apprezzamento della valuta locale, consolidamento della ripresa economica, calo della disoccupazione e crescita del GDP, stimato in 2% per il 2019 e 2,3% per il 2020.”

Le infrastrutture sono una delle aree più importanti di potenziale sviluppo per la presenza di aziende italiane in Brasile, insieme al settore elettrico. Gli investimenti italiani in Brasile sono prevalentemente concentrati nei seguenti settori: manifattura (33,6%), ICT (28%), energy (14,9%) e finanza (9,2%).