ETF Obbligazionari: tra miti da sfatare e realtà

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Le obbligazioni possono avere molteplici ruoli nei loro portafogli. Il primo è la diversificazione. Le obbligazioni contribuiscono a compensare la volatilità di attività a più alto rischio come le azioni, agendo da ammortizzatore nei portafogli multi-asset.

ùOffrono inoltre una fonte stabile di reddito, pagando gli interessi degli investitori a intervalli regolari. E forniscono rendimenti d’investimento, sia attraverso il reinvestimento del reddito (gli interessi) che da classi di attività a reddito fisso a rischio più elevato, come il credito.

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Il riconoscimento del ruolo versatile che le obbligazioni svolgono nei portafogli spiega in parte il crescente utilizzo di ETF obbligazionari. Solo in Europa, alla fine del 2018, il numero di prodotti quotati di tipo obbligazionario ha superato la soglia di 400 (per lo più ETF) per un patrimonio di oltre 198 miliardi di dollari (dati provenienti da ETFGI). Si tratta di un deciso aumento rispetto ai circa 360 prodotti a reddito fisso e ai circa 137 miliardi di dollari di attività alla fine del 2016.

Uno degli elementi più attraenti degli ETF è che con un’unica operazione, un investitore può effettivamente aggiungere migliaia di obbligazioni al proprio portafoglio. Pochi investitori – anche i gestori professionali – possono ottenere un’esposizione così ampia e ben diversificata in modo così economico come un ETF. Inoltre, gli investitori acquisiscono un’esposizione su obbligazioni a cui è difficile accedere. La disponibilità di alcune obbligazioni si è notevolmente deteriorata dal 2008 e dall’avvio delle politiche di allentamento quantitativo delle principali banche centrali. Ciò è particolarmente diffuso in settori quali corporate bond, high yield e il debito dei mercati emergenti. Poiché è diventato più difficile detenere direttamente le obbligazioni, gli ETF sono intervenuti per colmare il divario.

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Gli ETF obbligazionari facilitano le sfide dell’accesso e della gestione del portafoglio, offrendo al contempo i vantaggi dell’investimento collettivo. Ciò riduce i costi per gli investitori in un settore in cui la trasparenza delle commissioni e la crescente pressione sui margini sono oggetto di crescente attenzione.

ETF obbligazionari: i miti da sfatare

Pur essendo chiare le ragioni di crescita degli ETF obbligazionari, gli investitori hanno sempre espresso dei dubbi sul loro utilizzo in ragione del fatto che in contesti di mercati volatili, la liquidità delle obbligazioni diminuisce, rendendo quindi la negoziazione di questi titoli potenzialmente difficile e quindi meno efficiente l’ETF. Tali timori sono fuori luogo.
I due livelli di liquidità degli ETF – il mercato secondario e il mercato primario, dove le azioni dello strumento vengono create e rimborsate con l’emittente – aiutano ad isolare gli ETF obbligazionari dai loro sottostanti meno liquidi. Poiché circa l’80% delle negoziazioni avviene sul mercato secondario, gli ETF obbligazionari offrono agli investitori l’accesso a un insieme ampio e diversificato di obbligazioni con degli spread denaro-lettera molto più ristretti rispetto a quelli che si otterrebbero negoziando singolarmente le stesse obbligazioni.

Ecco quindi i due miti da sfatare per gli ETF obbligazionari e individuare come stanno realmente le cose:

MITO 1
Gli investitori di ETF obbligazionari non sono in grado di poter contare sulla liquidità nelle fasi di sell off dei mercati.

REALTA’ 1
La negoziazione di ETF obbligazionari tende a aumentare durante i periodi di mercato volatile

Come mostra la figura seguente, il volume degli scambi in borsa di molti ETF a reddito fisso tende ad aumentare nei periodi di volatilità. Gli investitori che hanno bisogno di acquistare o vendere un ETF obbligazionario durante un periodo turbolento dei mercati finanziari può contare su un mercato secondario importante. E’ infatti molto difficile e comunque troppo costoso per gli investitori avere accesso a un ampio portafoglio di singoli titoli obbligazionari da dover poi scambiare con una controparte in un contesto di mercato volatile.

Con un ETF, la liquidità viene incanalata in un unico mercato dove gli investitori hanno la possibilità di incontrarsi. Inoltre, come abbiamo notato in precedenza, oltre l’80% delle negoziazioni di ETF obbligazionari si svolge sul mercato secondario.

 

Gli investitori tendono a utilizzare gli ETF obbligazionari per la liquidità durante i periodi di volatilità del mercato
Volume giornaliero di negoziazione aggregato di tutti gli ETF obbligazionari quotati negli Stati Uniti 
vanguard etf obbligazionari tra miti da sfatare e realta 

 

MITO 2
Gli spread denaro-lettera degli ETF obbligazionari sono più ampi durante le fasi di sell-off.

REALTA’
Gli spread degli ETF obbligazionari mostrano una buona resistenza durante i sell-off e sono ancora più ristretti rispetto a quelli delle negoziazioni delle singole obbligazioni.

Gli investitori in ETF beneficiano della possibilità di negoziare i portafogli obbligazionari nell’ecosistema dei mercati azionari senza dover sostenere i costi di negoziazione delle obbligazioni sottostanti. Questo aiuta gli investitori a reddito fisso ad evitare i costi di transazione e i risparmi possono essere sostanziali.
Come si illustra nella figura seguente, anche nei giorni di situazioni estreme dei mercati, la media ponderata dello spread denaro-lettera degli ETF obbligazionari rispetto al volume degli scambi è di pochi punti base. Si tratta di un valore che è ben al di sotto dei costi di transazione che devono essere affrontati per l’acquisto e la vendita di un portafoglio obbligazionario completo.

 

I costi di transazione associati alla negoziazione di ETF a reddito fisso rimangono stabili e meno costosi di quelli associati alla negoziazione diretta di obbligazioni.
Media giornaliera degli spread bid-ask degli ETF Corporate Bond rispetto agli spread bid-ask delle obbligazioni sottostanti. 
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L’importanza degli indici obbligazionari

Con la stragrande maggioranza degli ETF che replicano un indice, la selezione di tale benchmark è una decisione importante per qualsiasi investitore, in particolare per gli investitori obbligazionari. Dopo tutto, ci sono molti più indici obbligazionari sul mercato rispetto all’offerta di ETF o di fondi.

Gli investitori dovrebbero selezionare un benchmark che rappresenti la reale opportunità di replicare la classe di attività scelta. Questa può essere una sfida nel reddito fisso, dove l’universo obbligazionario è molto più ampio di quello delle azioni. Tuttavia, come già menzionato in precedenza, la disponibilità di alcune obbligazioni può essere limitata. Per questo motivo è particolarmente importante per gli investitori scegliere un ETF a reddito fisso che traccia un indice di facile comprensione.

Occorre innanzitutto considerare i criteri di inclusione dell’indice che determinano il numero e il tipo delle obbligazioni che lo costituiscono. Questo determina le caratteristiche di rischio e rendimento dell’indice. È importante che questi criteri siano allineati per aiutare gli investitori a raggiungere i loro obiettivi di investimento. Può essere una buona idea scegliere un ETF con una comprovata esperienza, che ha dimostrato coerenza non solo nella sua costruzione, ma anche nella sua esposizione nel tempo.

Conclusioni

Affinché gli investitori abbiano le migliori possibilità di successo nell’investimento, è fondamentale che abbiano cura nella scelta del loro indice e dell’emittente degli ETF. I fondi indice obbligazionari diversificati e a basso costo rappresentano l’opzione migliore per la stragrande maggioranza degli investitori a reddito fisso. L’aumento degli ETF a reddito fisso non mostra segni di rallentamento, indipendentemente dalle incertezze sul futuro dei tassi di interesse e della crescita.


Simone Rosti – Responsabile per l’Italia – Vanguard