Meglio small e mid cap in odore di M&A

Roberto Bottoli -

Investiamo in tre principali categorie di opportunità risk arbitrage: fusioni e acquisizioni (il nostro focus principale), spin-off e revisioni di indici. Le ultime due componenti hanno per lo più la funzione di agevolare tatticamente la diversificazione del portafoglio, la generazione di alpha e contribuire a mitigare i casi di riduzione degli spread.

Lo scopo del nostro approccio distintivo agli investimenti è offrire rendimenti stabili e prevedibili nel tempo, adottando una filosofia e una struttura neutrali rispetto al mercato. In questo contesto, l’azionario può essere considerato come sostituto dell’obbligazionario e il carry del fondo deriva dal differenziale tra il prezzo attuale delle azioni di un’azienda, che deve essere acquisita, e il prezzo di acquisto – l’arbitrage spread.

Mid e small cap sono le aree meno affollate del mercato, dove, a nostro avviso, è possibile ottenere rendimenti più elevati per lo stesso livello di rischio e contribuire alla diversificazione della strategia. Inoltre concentrarsi sulle società in questo segmento di mercato potrebbe comportare l’eliminazione di gran parte del rischio di antitrust, poiché tipicamente tali deal non alterano la struttura competitiva di un mercato specifico. Il minore rischio di finanziamento associato a mid e small cap fa di questo angolo del mercato un “punto luminoso” nel panorama M&A.

Desideriamo altresì farci coinvolgere da storie di qualità, le situazioni più sicure nell’arbitrage market. Investiremo esclusivamente in una società la cui operazione è stata annunciata e, purché si tratti di un “friendly deal”, abbiamo una forte preferenza per determinate tipologie di arbitrage spread. Per quanto i cali possano saltuariamente derivare dalla revoca di un affare o dall’ampliamento dello spread (per esempio, associati a ritardi sul piano dell’antitrust di origine politica e delibere che riflettono le tensioni commerciali sino-americane), cerchiamo di minimizzarne il numero e l’effetto.

Per quanto riguarda la situazione attuale, l’avvio dei negoziati commerciali ha migliorato il sentiment, nonostante la mancanza di una risoluzione. Di conseguenza, i CEO sono molto più positivi circa la volontà di valutare potenziali acquisizioni. Questo è importante per noi poiché un vivace mercato M&A rigenera le opportunità di diversificazione. I volumi da inizio anno sono incoraggianti, ma i numeri delle transazioni sono leggermente più bassi della norma a causa della proliferazione di operazioni multimiliardarie, inclusa la prima mega fusione “non di salvataggio” nel settore bancario statunitense e un’analoga transazione che coinvolge società di esplorazione e produzione petrolifera. Stiamo inoltre assistendo a diverse prove di una normalizzazione degli spread di credito rispetto al relativo inasprimento osservato nella seconda metà del 2018.

In prospettiva, il basso costo di finanziamento delle potenziali operazioni e la continua vitalità delle attività di M&A transfrontaliere continuano a essere incoraggianti. Nel frattempo, la persistenza di condizioni di bassa volatilità di mercato manterrebbe l’ambiente prevalentemente benevolo, consentendoci eventualmente di applicare con giudizio la leva al fine di aumentare i rendimenti.


Roberto Bottoli – portfolio manager delle strategie Merger Arbitrage – GAM Investments