DPAM ottiene il più alto rating (A+) per i PRI delle Nazioni Unite per il quarto anno consecutivo

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DPAM, con 37,2 miliardi di Euro di patrimonio in gestione (giugno 2020), ha ricevuto per il quarto anno consecutivo il più alto punteggio (A+) dai Principi di Investimento Responsabile delle Nazioni Unite (UN PRI).

Creati nel 2006 dagli investitori per gli investitori, i PRI promuovono un sistema finanziario globale sostenibile con un focus a lungo termine. DPAM è orgogliosa di essere tra i firmatari già dal 2011, due anni prima che il reporting annuale diventasse obbligatorio.

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Ogni anno infatti, i firmatari devono presentare un aggiornamento sulla trasparenza dei loro processi decisionali ed operativi oltre a valutare la propria strategia, l’approccio alla gestione delle risorse umane, l’impegno nei confronti delle aziende in cui sono investiti, l’esercizio del diritto di voto, ecc. Tali valutazioni vengono poi classificate dai PRI in un rapporto formale a cui viene attribuito un punteggio finale che riflette in che misura un investitore ha incorporato i sei principi cardine nei suoi processi d’ investimento.  Nel 2020, i PRI hanno riunito quasi 3000 investitori con un obiettivo comune e sostenibile.

Al fine di mantenere i più elevati standard ESG, DPAM si assicura di monitorare costantemente i propri modelli,  governance ed obiettivi, aumentando di conseguenza le proprie ambizioni in termini di  sostenibilità. Questi sforzi hanno chiaramente dato i loro frutti:  la società  ha infatti ricevuto il massimo numero di stelle in diverse aree di competenza e, per il quarto anno consecutivo, ha ottenuto un punteggio  A+, il più elevato.

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Sotto la guida del CEO  Hugo Lasat, DPAM è riuscita ad implementare e a raccogliere i frutti di puntare sull’ESG  da oltre 18 anni: “In DPAM ci sforziamo di fare la differenza, mettendo la sostenibilità al primo posto nella nostra agenda globale. La nostra società pone grande enfasi sul futuro e guarda al suo ruolo di asset manager da una prospettiva più ampia. Di conseguenza, i nostri investimenti e le nostre attività vanno oltre la performance finanziaria. Guardando al futuro, continueremo a promuovere il nostro impegno verso la sostenibilità per fornire un servizio ottimale ai nostri clienti, creando al contempo un impatto  duraturo e significativo sulla società”.

Per la costruzione dei propri portafogli sostenibili, DPAM non solo lavora con consulenti ESG esterni ma si affida anche al proprio team di ricerca interno, guidato dalla Responsible Investment Strategist, Ophélie Mortier: “Dal suo ruolo iniziale di pioniere, DPAM è maturata fino a diventare un vero e proprio innovatore sostenibile, costantemente all’avanguardia nel reporting e nell’implementazione ESG. Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dalla società, e puntiamo a proseguire questo percorso senza accontentarci degli obiettivi raggiunti”.

Per questo motivo l’azienda continua a impegnarsi con le società in cui investe e con tutti gli stakeholder esercitando attivamente i suoi diritti di voto per garantire la piena conformità ai suoi rigorosi standard di sostenibilità. Questo impegno è ulteriormente esemplificato dal sostegno di DPAM alle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), al Carbon Disclosure Project (CDP), all’iniziativa FAIRR (Farm Animal Investment Risk and Return Initiative) e all’Investor Alliance on Human Rights. Inoltre, nell’ultimo anno, la società ha anche aumentato in modo significativo la sua lista di fondi sostenibili introducendo – tra gli altri – fondi immobiliari quotati sostenibili, strategie small cap sostenibili e strategie sostenibili sui dividendi statunitensi. Oggi, queste strategie sostenibili ammontano a 9,6 miliardi di euro,  oltre un quarto del patrimonio totale in gestione di DPAM.