Segnali contrastanti dai dati italiani sulla fiducia di giugno

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L’ultima serie di dati sulla fiducia conferma che lo shock inflazionistico, i vincoli delle catene di approvvigionamento e l’effetto riapertura stanno colpendo l’economia italiana in modi diversi.

Peggiora ulteriormente fiducia dei consumatori

Il primo dato che emerge dalla pubblicazione di giugno è che le famiglie stanno sentendo sempre più il peso dell’ondata inflazionistica. La fiducia dei consumatori è scesa a 98,3, il livello più basso da novembre 2020. Gli intervistati lamentano un deterioramento della situazione economica del proprio nucleo familiare e segnalano una maggiore disponibilità al risparmio, con la conseguenza di un forte calo delle intenzioni di acquisto di beni durevoli. Tuttavia, il miglioramento della fiducia dei dettaglianti sembra suggerire che è in corso una ricomposizione dei modelli di consumo a favore dei beni non durevoli.

Le imprese dei servizi sono più ottimiste, forse grazie a un effetto riapertura.

Il secondo dato rilevante è che i servizi sembrano ancora poco influenzati dai recenti sviluppi esterni. La fiducia nei servizi ha guadagnato più di cinque punti sul mese, spinta da un forte aumento della componente dei servizi di trasporto. Poiché la fiducia nei servizi turistici ha confermato i recenti guadagni, sembra che sia ancora in atto un effetto riapertura. Il miglioramento della componente ordini legittima un qualche ottimismo anche per i mesi estivi.

Manifattura ancora resiliente, aiutata dal miglioramento degli ordini

Per quanto riguarda l’industria, i piccoli aumenti di fiducia nelle costruzioni e nel settore manifatturiero sono da considerarsi un consolidamento. Il lieve miglioramento della fiducia nelle costruzioni la riavvicina ai massimi recenti. I generosi incentivi fiscali per le ristrutturazioni per risparmio energetico e l’afflusso di fondi del Recovery Fund a sostegno degli investimenti infrastrutturali stanno evidentemente funzionando bene e, sulla base del miglioramento della componente ordini, si prevede che continueranno a farlo nel prossimo futuro. Il lieve aumento della fiducia nel settore manifatturiero è forse più sorprendente se si considerano i recenti sviluppi del contesto esterno. Il portafoglio ordini sta migliorando e l’aumento delle scorte di prodotti segnalate si accompagna a un incremento delle aspettative di produzione in tutte le principali categorie. Per il momento, sia il contesto inflazionistico che il forte aumento dei tassi di interesse di mercato non hanno influenzato più di tanto il morale dei produttori. Questa è una buona notizia per la crescita del PIL dal lato dell’offerta.

Nel complesso, il comunicato odierno evidenzia come la sovrapposizione degli effetti dei nuovi shock e dell’uscita dagli shock passati non consenta una visione chiara della crescita del PIL nel 2° trimestre del 2012. Nonostante il consistente flusso di notizie positive provenienti dal fronte del turismo, sospettiamo che la ricomposizione dei consumi non impedirà ai consumi privati di agire da freno alla crescita trimestrale, mentre gli investimenti potrebbero confermarsi un elemento trainante. I flussi turistici internazionali, attraverso il canale dell’esportazione di servizi,  potrebbero far pendere l’ago della bilancia tra una lieve contrazione (il nostro scenario di base) e una lieve espansione del PIL del 2° trimestre del 2012. La nostra attuale previsione di una crescita media annua del 2,6% nel 2022 potrebbe a questo punto risultare leggermente conservativa.