Una BCE col modello svedese che guarda all’Italia
Il breve statement della BCE contiene poche novità. La Banca centrale europea intende lavorare ad uno strumento per contenere il rischio di frammentazione, attraverso un pacchetto di programmi esistenti (OMT, TLTRO, proventi del PEPP, eventualmente il vecchio SMP). La strada più plausibile è quella di una guida più esplicita sull’uso dei proventi del PEPP. La BCE potrebbe reinvestire i proventi delle obbligazioni in anticipo rispetto ai rimborsi in fasi di stress di mercato e discostarsi dall’attuale allocazione per singolo Paese. La Riksbank svedese ha utilizzato questa strategia di reinvestimento “in anticipo” in passato. Un obiettivo o un tetto di rendimento esplicito è improbabile, ma a giudicare dalla reazione della BCE al 4% dei rendimenti dei BTP decennali italiani (che ha portato alla convocazione di una riunione d’emergenza), potrebbe essere questo. I reinvestimenti anticipati di obbligazioni equivarrebbero a un QE temporaneo seguito da un QT. I proventi del PEPP potrebbero essere reinvestiti anche oltre la fine del 2024 (e per tutto il tempo necessario a garantire la trasmissione monetaria?). In sostanza, i proventi del PEPP potrebbero essere messi in comune per combattere i rischi di asimmetria/frammentazione, come un indebito inasprimento delle condizioni monetarie nelle economie periferiche (prima fra tutte l’Italia). L’OMT potrebbe ancora essere attivato, tanto più che il suo architetto è l’attuale premier italiano, Mario Draghi. Essa combina l’acquisto illimitato di debito italiano e di prestiti ESM o l’acquisto di obbligazioni italiane con alcune condizioni. Le banche italiane continuano a dipendere dai finanziamenti TLTRO per 450 miliardi di euro. Le banche spagnole hanno preso in prestito 250 miliardi di euro. È molto probabile che siano in programma nuove TLTRO.