Imprese italiane a rischio, il pessimismo per il futuro è ai massimi livelli

-

Sono in vista tempi bui per l’economia nazionale. E il quadro più pessimistico riguarda le imprese, che temono in particolar modo “l’incertezza imputabile a fattori economici e politici e l’andamento dei prezzi delle materie prime”, in base al quadro emerso dallo studio a cura di Banca d’Italia e riportato da Repubblica.

Il sondaggio condotto fra fine agosto e metà settembre aveva già evidenziato difficoltà in termini di costo dell’energia in cui le imprese italiane sono incappate, maggiori del trimestre precedente, ma – come sappiamo – la situazione è in peggioramento nei prossimi mesi.

Inflazione e caro energia: prevista crescita zero

Il caro energia va a inserirsi in un contesto economico finanziario più ampio, già gravemente invalidato dalla pandemia e dal conseguente rallentamento economico generalizzato, nonché dal conflitto in Ucraina.

Le stime di Confindustria per l’anno 2023 non sono affatto rosee: la previsione è di crescita zero, ma non mancano i più pessimisti – o realisti – che suppongono si possa anche andare in negativo.

Spada di Assolombarda: sollecitare UE per tetto al prezzo del gas

Appello ancora più accorato arriva da Spada di Assolombarda, che auspica che il governo italiano solleciti ulteriormente l’UE nella risoluzione “di misure come il tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas”, rimarcandolo come punto nevralgico per la salvaguardia delle imprese italiane.

Spada ha ricordato che i prossimi mesi saranno estremamente complicati e che è proprio questo il momento di ascoltare il territorio e di fornire loro un fattivo feedback, affinché le imprese continuino a esercitare il proprio ruolo trainante nell’economia del nostro Paese.

Ma, quindi, chi aiuta le imprese italiane?

E, per cercare perlomeno di tamponare la situazione non si può neppure fare affidamento sugli istituti bancari, visto il crollo dei prestiti constatato nell’ultimo decennio.

Il legislatore ha, da qualche anno, introdotto uno strumento di risparmio rivolto alle persone fisiche e che è effettivamente finalizzato a dare sostegno alle piccole e medie imprese italiane, stimolando di fatto l’economia nazionale. Tuttavia, i pareri sui piani individuali di risparmio sono controversi, in quanto, pur garantendo importanti vantaggi fiscali, sono investimenti scarsamente diversificati e, concentrandosi su un mercato in modo quasi esclusivo, aumentano il rischio dell’investitore. Altre caratteristiche, come il termine minimo temporale di almeno 5 anni e i costi più elevati della media, li contraddistinguono come prodotti particolarmente idonei a investitori esperti.

Per il soccorso delle imprese italiane non resta dunque che sperare che vengano presto accolti gli appelli rivolti all’Unione Europea e al nostro governo, per l’implementazione di un piano di contenimento dei costi e di aiuti, che possa aiutare l’intera economia italiana a sorpassare anche questa ennesima ventata di crisi.