Italia: La fiducia migliora a dicembre, ma non nel manifatturiero

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Consumatori più ottimisti e meno preoccupati dalla disoccupazione futura

L’indice di fiducia dei consumatori ha registrato il secondo miglioramento sostanziale consecutivo a dicembre, tornando al livello di maggio 2022. I fattori che hanno determinato il guadagno di 4 punti sono stati i forti aumenti delle componenti condizioni economiche e clima futuro, che si sono riflessi in un netto miglioramento delle aspettative sulla disoccupazione. A nostro avviso, due fattori possono spiegare la sorprendente tenuta della fiducia dei consumatori, a prescindere dalla continua erosione dei redditi reali disponibili causata dall’impennata dell’inflazione. Il primo è l’andamento favorevole del mercato del lavoro, con un miglioramento del tasso di occupazione e un calo del tasso di disoccupazione. Pur essendo un possibile effetto collaterale dello squilibrio tra skill domandate e quelle offerte e degli sviluppi demografici sfavorevoli, si tratta comunque di fattori positivi nel breve termine. Il secondo è il fatto che il governo Meloni ha dato priorità alla continuazione del sostegno fiscale alle famiglie per far fronte allo shock dell’inflazione energetica, rifinanziando nella manovra di bilancio la maggior parte delle misure esistenti fino alla fine di marzo 2023. È interessante notare che per il secondo mese consecutivo i consumatori esprimono una crescente opportunità all’acquisto di beni durevoli.

I produttori manifatturieri si confermano non immuni agli sviluppi esterni

Il fronte delle imprese appare più diversificato, con i produttori manufatturieri più pessimisti mentre quelle operanti nel settore delle costruzioni, delle vendite al dettaglio e, soprattutto, nel settore dei servizi, più ottimiste. Il calo della fiducia nel settore manifatturiero, più pronunciato tra i produttori di beni di investimento e di consumo, riflette la diminuzione degli ordini e l’aumento delle scorte di prodotti finiti, ed un conseguente calo dei piani di produzione. L’industria italiana, che continua a registrare performance migliori rispetto ai grandi concorrenti dell’area dell’euro, non sembra essere immune dai recenti sviluppi sfavorevoli del commercio globale né dalla crescente incertezza sul rischio di nuovi problemi alla catena di approvvigionamento legati ai recenti sviluppi del Covid in Cina.

I servizi beneficiano probabilmente di un’inerzia dell’effetto riapertura più forte del previsto

Forse la sorpresa più grande viene dal quarto miglioramento consecutivo della fiducia nel settore dei servizi, nonostante l’attesa battuta d’arresto della componente turistica. L’effetto della riapertura sembra mostrare un’inerzia più lunga del previsto, con un possibile impatto sull’andamento del PIL nel 4T22.

Si prevede ancora una variazione negativa del PIL nel 4T22, ma non si può escludere una variazione nulla.

Nel complesso, la pubblicazione dei dati sulla fiducia di fine anno aggiunge rischi di rialzo all’andamento del PIL del 4T22. Continuiamo a credere che il settore manifatturiero si confermerà un freno alla crescita dal lato dell’offerta nel trimestre, ma riconosciamo il rischio che i servizi possano andare meglio del previsto. La controparte dal lato della domanda potrebbe essere una correzione negativa dei consumi più contenuta del previsto. Al momento prevediamo una contrazione del PIL dello 0,2% nel quarto trimestre del 2012, ma un trimestre piatto non può assolutamente essere escluso.