Certificates. Sono prodotti a rischio per i risparmiatori?

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I certificates sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati negoziati sul mercato SeDeX che replicano, con o senza effetto leva, l’andamento dell’attività sottostante.

Luca Lixi

Il giovane economista Luca Lixi sul suo blog Wikilix – Investimenti e Finanza Personale in questi giorni sta mettendo in guardia i suoi lettori, prendendo spunto da quanto successo agli obbligazionisti di Credit Suisse e dalle loro traversie: “Negli ultimi anni, i certificates sono stati uno dei prodotti maggiormente venduti agli sportelli bancari. Nonché uno dei prodotto finanziari maggiormente sponsorizzati da conferenzieri e influencer (dietro commissioni di affiliazione o parcelle, ovviamente). Bankitalia inizia oggi a dare l’allarme. Ma voi che ci seguite sapete già da anni che, come strumenti derivati complessi e con alto rischio emittente, coi certificates occorre andarci molto, molto cauti”.

E ribadisce il concetto:Aprite un qualunque libro di finanza, buono. Cercate a quale pagina si trovano i certificati. Chiudete il libro di finanza, perché non li troverete. È una classica europeata/italianata, creata ad hoc per proporre al cliente ignorante quello che vuole (“sicurezza + rendimento!), e per dargli invece nessuna delle due cose, in cambio di spese e commissioni. Quando gli emittenti li faranno esplodere senza pensarci due volte per migliorare i loro rating patrimoniali, non venite a piangere qua però, mi raccomando”.

Molto duro, direi, il suo giudizio. Un suo lettore commenta: “Nel caso dei bond svizzeri c’è stata una applicazione dei “sacrifici da insolvenza” addirittura truffaldini. I danni sono stati scaricati sulle spalle degli obbligazionisti, salvando nel contempo gli azionisti!!!!”

Attilio Barbieri, su “Libero” conferma i dubbi sulle obbligazioni strutturate e fa intendere che Bankitalia sia perfettamente consapevole dei rischi che corrono i risparmiatori con questo tipo di investimento.

Bordata finale di Luca Lixi ai suoi lettori:Sono strumenti finanziari derivati complessi emessi da banche europee che senza BCE sarebbero fallite 10 anni fa, e che al primo soffio di vento faranno esplodere senza pensarci due volte (perché chi li compra ha dichiarato di essere un investitore preparato) e vengono definiti “ottimi strumenti”.

I vantaggi?

Le ragioni per cui gli investitori optano per i Certificates sono diverse, per lo più riconducibili alla possibilità di investire nel sottostante con una garanzia totale o parziale di restituzione del capitale versato o al recupero di minusvalenze pregresse. Sul sito di “Segreti Bancari” troviamo queste considerazioni: esistono, inoltre, altre ragioni per le quali l’investitore sceglie questi prodotti:

  • ottenere una cedola periodica
  • guadagnare quando i mercati sono laterali o moderatamente ribassisti
  • proteggere il capitale in caso di ribasso delle quotazioni
  • ridurre il rischio di cambio dal portafoglio

Ma “Segreti Bancari” mette anche in guardia il risparmiatore: a fronte della maggiore efficienza fiscale i Certificates presentano l’inconveniente di un prezzo poco trasparente. In mancanza di un meccanismo di arbitraggio che riporti le quotazioni al loro valore equo è l’emittente a fissare i prezzi di acquisto e vendita. In presenza di un mercato poco liquido ciò si traduce in differenziali denaro lettera elevati ed in quotazioni non sempre aggiornate. Inoltre il mancato pagamento dei dividendi, per lo meno nella versione “standard” dei prodotti, dovrebbe implicare un prezzo minore che “sconta” il mancato pagamento del provento. Non sempre ciò avviene, quanto meno nella misura corretta.

APPROFONDIMENTI (fonte sito Borsa Italiana)

Si distinguono i certificates senza effetto leva e i certificates con leva. 

I certificates senza effetto leva, anche detti investment certificates, costituiscono, sia in termini di capitale investito che in termini di rischio, un’alternativa all’investimento diretto nel sottostante. In questa categoria sono ricompresi:

• i certificates che replicano semplicemente la performance dell’underlying (detti comunemente benchmark) vantaggiosi in caso di sottostanti altrimenti difficilmente raggiungibili da investitori privati (quali ad esempio indici, valute, future sul petrolio, oro e argento) e

• i certificates che permettono, attraverso opzioni a carattere accessorio, la realizzazione di strategie di investimento più complesse (che mirano ad esempio alla protezione parziale o totale del capitale investito oppure all’ottenimento di performance migliori di quelle ottenute dal sottostante stesso in particolari condizioni di mercato).

I primi sono ricompresi nel segmento investment certificates classe a) di SeDex, i secondi nel segmento investment certificates classe b).

Certificates con leva

I certificates con leva, detti anche leverage certificates, possono essere sia bull che bear. I bull leverage certificates sono strumenti finanziari che consentono all’investitore di assumere una posizione rialzista (per l’appunto bull) sul sottostante impiegando solo una frazione del valore richiesto per l’acquisto dello stesso; acquistare un certificato con leva del tipo bull equivale infatti, dal punto di vista finanziario, ad acquistare il sottostante e contestualmente accendere un finanziamento con l’emittente per un importo pari al valore dello strike price. Su questo ammontare l’investitore paga anticipatamente (oppure giorno per giorno attraverso un meccanismo di aggiornamento giornaliero dello strike) una quota di interessi. Questi strumenti si caratterizzano inoltre per la presenza di un livello di stop loss (o barriera), posto al di sopra o allo stesso livello dello strike, al raggiungimento del quale lo strumento finanziario si estingue anticipatamente. Questo consente all’emittente di rientrare senza rischi del finanziamento concesso all’investitore.

Bear leverage certificates

I bear leverage certificates sono strumenti finanziari che consentono all’investitore di assumere una posizione ribassista (per l’appunto bear) sul sottostante: acquistare un certificato con leva del tipo bear equivale finanziariamente a vendere il sottostante allo scoperto e contestualmente effettuare un deposito, presso l’emittente, pari ad un importo corrispondente allo strike price, per un periodo coincidente alla vita residua del certificato. Il deposito può essere sia fruttifero, e in tal caso gli interessi sono scontati dal prezzo del certificate anticipatamente (oppure corrisposti giornalmente attraverso un meccanismo di aggiornamento giornaliero dello strike), sia infruttifero. Questi strumenti, come i bull, si caratterizzano inoltre per la presenza di un livello di stop loss (o barriera), posto al di sotto o allo stesso livello dello Strike, al raggiungimento del quale lo strumento finanziario si estingue anticipatamente. Sia i bull che i bear vengono ricompresi nel segmento “leverage certificates” di SeDeX.

Mentre i certificates con leva si adattano maggiormente ad investitori con una buona preparazione tecnico-finanziaria che tendono ad avere una strategia di investimento altamente speculativa ed un orizzonte temporale mediamente di breve periodo, i certificates senza leva rispondono a logiche di investimento più conservative e orientate al medio-lungo termine.

Il valore dei Certificates

Il valore dei Certificates, sia con leva che senza leva, non dipende, a differenza dei Covered Warrant, dal trascorrere del tempo (time decay) e dalla volatilità del sottostante. Fanno chiaramente eccezione gli investment certificates classe b) a causa della componente opzionale accessoria che, come detto sopra, li caratterizza.

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