Rapporto Istat, l’andamento della speranza di vita: in buona salute

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Il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile pubblicato dall’Istat fornisce un interessante approfondimento sull’andamento della speranza di vita in buona salute, indicatore particolarmente importante in ambito di welfare. Quali sono le principali evidenze?

Nel 2022 si evidenzia un ulteriore lieve ridimensionamento delle prevalenze di buona salute percepita (dal 71,1% al 70,2%), che man mano potrebbero convergere verso i livelli osservati nel periodo pre-pandemico. La riduzione delle quote di persone in buona salute ha interessato le donne anziane e soprattutto gli uomini over74enni.
Nel 2022, la speranza di vita in buona salute si stima pari a 60,1 anni, mentre nel 2021 ammontava a 60,5 anni e nel 2020 a 61,0, a fronte di 58,6 nel 2019. L’indicatore manifestava una certa stabilità prima della pandemia, oscillando in un range massimo compreso tra 58,2 e 58,8 anni tra il 2012 e il 2019. Gli ultimi 3 anni rappresentano, senz’altro, un periodo di turbolenze eccezionali, che richiedono cautela per dare un’adeguata interpretazione a tali repentini cambiamenti, a cui potrebbero seguire ulteriori periodi di assestamento, sottolinea l’Istat.

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A livello territoriale si conferma nel 2022 lo svantaggio del Sud. Le regioni del Nord, ad eccezione della Liguria (59,1 anni) e in misura minore dell’Emilia Romagna (59,9 anni), mostrano valori della vita media attesa in buona salute tutti al di sopra della media nazionale, così come si rileva nel Centro, ad eccezione delle Marche (60,2) che ha un valore in linea con la media dell’Italia.

Nelle regioni del Sud si registrano tutti valori inferiori alla media nazionale, con la Calabria che, pur migliorando rispetto al 2019, continua a posizionarsi ai più bassi livelli (53,1 anni, ben 16 anni in meno rispetto al livello più alto raggiunto dalla Provincia autonoma di Bolzano).

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I differenziali territoriali tra Nord e Mezzogiorno però tendono a ridursi rispetto al 2019: erano di circa 4 anni e diventano di 2,5 anni perché l’aumento dell’indicatore di speranza di vita in buona salute è più marcato nel Mezzogiorno (+2,0) e al Centro (+2,6 anni), rispetto al Nord (+0,6 anni). Stabili le differenze di genere nella speranza di vita in buona salute.