Come si stanno sviluppando le assicurazioni agricole

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I cambiamenti meteoclimatici e il crescente verificarsi di eventi estremi rendono sempre più evidente l’utilità per le aziende agricole di operare proattivamente per mitigare parte dei rischi e trasferire quelli residui a operatori specializzati quali fondi mutualistici e assicurazioni.
Lo ha sottolineato l’Ivass nell’ambito di uno specifico convegno sul contributo che le assicurazioni possono dare alla prevenzione e gestione dei rischi nel settore agricolo nel contesto del cambiamento climatico.

La necessaria premessa è che da un recente studio dell’EIOPA Italia e Grecia sono i Paesi europei che presentano il più alto gap di protezione assicurativa in materia di catastrofi naturali.
Il legislatore europeo ha riconosciuto l’importante contributo che le compagnie “danni” possono dare alla transizione ecologica modellizzando i rischi climatici in chiave prospettica, innovando i prodotti e le coperture, favorendo lo sviluppo di una cultura di gestione e valutazione dei rischi climatici. Questi strumenti evoluti di valutazione permetteranno di irrobustire il pricing dei prodotti assicurativi e, nel contempo, di ottimizzare le azioni di mitigazione dei rischi da parte delle imprese agricole, contribuendo a rendere economicamente efficiente il rapporto per entrambe le part
Quale è il quadro attuale ? Dalle fonti ISMEA emerge che il numero di aziende agricole assicurate è ancora contenuto e che la distribuzione a livello di dimensione, area geografica e tipologia di rischio è eterogenea.

Nel 2021 era assicurato poco meno di un quarto (8,9 mld. di euro) del valore totale della produzione del settore primario e appena il 10,5% delle superfici coltivate; i premi raccolti ammontavano a 611 milioni di euro, cresciuti dell’86% in dieci anni.

Considerando anche le polizze zootecniche e i contratti assicurativi a protezione degli impianti e delle strutture, solo 74.200 su oltre 1 milione di aziende presenti in Italia avevano aderito al sistema assicurativo agevolato. Sempre dai dati ISMEA emerge che nel 2021 le polizze sottoscritte riguardavano prevalentemente le colture e le filiere caratterizzate da una forte vocazione all’esportazione. Le coperture assicurative si concentrano sulle uve da vino (32,0%), seguite da mele (11%), riso (7,7%) e pomodoro da industria (7,3%).

Come muoversi per favorire un maggiore sviluppo? Per ridurre la sottoassicurazione del settore e nel contempo ridare equilibrio tecnico al business assicurativo, sottolinea l’Autorità di Vigilanza, è necessario aumentare e diversificare maggiormente, anche in termini territoriali, i valori assicurati, e rendere più modulari le caratteristiche delle polizze agricole agevolate. E’ fondamentale poi mettere in campo una sistematica azione di formazione e informazione diretta in modo particolare ai giovani imprenditori agricoli e alle piccole-medie aziende. La gestione dei rischi agricoli è un esempio dei risultati che può raggiungere la cooperazione tra pubblico e privato: riqualificare gli interventi, migliorare la capacità di prevenzione dei rischi, le coperture, la tempestività e la correttezza dei risarcimenti e dare per questa via sostegno alla crescita delle imprese agricole nazionali.