Il Fondo italiano di investimento raccoglie oltre un miliardo per il Progetto Economia Reale

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Il Fondo italiano di investimento ha completato la raccolta dei fondi di fondi di private equity e private debt che costituiscono la piattaforma del Progetto Economia Reale, superando la cifra di un miliardo di euro. Il progetto, promosso insieme a Cassa Depositi e Prestiti e Assofondipensione, ha facilitato l’accesso al mercato del private capital ai fondi pensione italiani, attraverso i fondi Fof Private Equity Italia e Fof Private Debt Italia, allo scopo di sostenere la crescita e la competitività delle imprese italiane.

Come era stato sottolineato nel momento di lancio dell’iniziativa il progetto si proponeva di rafforzare il capitale di molte piccole e medie imprese italiane, con ricavi ricorrenti, flusso di cassa stabile e con prospettive di crescita, remunerare il risparmio dei lavoratori in modo adeguato, fare crescerà il settore del Private Capital nelle sue articolazioni fornedo un forte contributo all’innovazione del Paese con il Venture Capital.

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Il collocamento è stato raggiunto grazie al coinvolgimento di 18 fondi pensione, di Cdp e altri investitori istituzionali e movimenterà risorse per oltre sei miliardi di euro. A oggi, i fondi di fondi hanno già approvato investimenti in 24 fondi di private equity e private debt, impegnando oltre l’80% del capitale a disposizione. I fondi già in portafoglio, a loro volta, hanno effettuato investimenti in circa 120 società. Il risultato raggiunto appare particolarmente importante in una fase in cui si auspica che gli investitori previdenziali, casse di previdenza e fondi pensione, sostengano la ripresa e lo sviluppo economico. Interessante anche evidenziare come secondo i dati riportati nella recente Relazione annuale della Covip nel quinquennio 2018-2022, gli investimenti domestici dei fondi pensione rispetto al totale degli investimenti registrano una flessione di circa sette punti percentuali, passando dal 27,8 al 20,8 per cento . Se si escludono i titoli di Stato italiani, il contributo che il sistema delle forme complementari fornisce all’economia italiana è ancora limitato, anche nel confronto internazionale.