Il ritorno degli investimenti value internazionali

Katrina Dudley, Investment Strategist e Mandana Hormozi, Tim Rankin e Todd Ostrow, Portfolio Managers & Research Analysts di Franklin Mutual Series -
- Advertising -

Dopo anni di ritardo rispetto al mercato USA dominato dai titoli tecnologici, secondo Franklin Mutual Series nei prossimi anni i titoli value internazionali torneranno al centro dell’interesse nel quadro di una maggiore attenzione all’economia tradizionale.

Gli investimenti globali stanno attraversando una fase di cambiamenti radicali. Per dieci anni i tassi di interessi bassi, l’inflazione modesta e la politica monetaria estremamente accomodante hanno fatto salire i titoli growth USA a livelli vertiginosi, ma ora che tali condizioni sono venute meno i titoli value internazionali sembrano pronti a riprendersi la scena. Le società internazionali che finanziano, costruiscono e sostengono l’economia tradizionale a livello mondiale stanno sorpassando le aziende statunitensi che hanno dominato la performance dei mercati sino a poco tempo fa. Torna in auge lo stile basato sulle società appartenenti a mercati value più tradizionali, come Europa e Giappone. Queste società leader presentano valutazioni a nostro parere interessanti ma offrono anche esposizione economica sia agli Stati Uniti che ai mercati emergenti e possono trarre vantaggio dalle recenti iniziative di spesa pubblica.

- Advertising -

Le società internazionali sono aziende di punta

Spesso gli investitori con base negli USA relegano in secondo piano le azioni internazionali. A causa di questa visione parziale gli investitori statunitensi ignorano alcune delle società leader nei rispettivi ambiti che magari sono quotate in Europa o in Asia e preferiscono puntare su controparti USA.

Molte di queste società non statunitensi spiccano in settori come beni di lusso, componenti per auto all’avanguardia, prodotti farmaceutici, prodotti di consumo, prodotti bancari, macchinari e attrezzature industriali, pagamenti. Si tratta di settori spesso interessati da importanti sviluppi tecnologici: i vantaggi legati a digitalizzazione, machine learning e intelligenza artificiale consentono continui progressi in termini di produttività non solo nell’area tecnologica.

- Advertising -

Inoltre, poiché i mercati internazionali tendono a essere meno efficienti dell’azionario USA, tali società best-in-class a volte vengono prese in considerazione da un numero minore di analisti e quindi risulta più difficile reperire informazioni su di esse. A causa della carenza di ricerche di qualità, il pricing può risultare più inefficiente e può crearsi un gap di valutazione tra le società statunitensi e quelle non statunitensi. Gli investitori disposti a effettuare un’analisi fondamentale più approfondita possono individuare investimenti interessanti che magari sfuggono ad altri. Inoltre, dato il minore interesse di investitori a analisti, i mercati internazionali possono rappresentare un terreno di caccia ricco di catalizzatori per chi cerca titoli sottovalutati che hanno il potenziale di liberare valore per gli azionisti.

I mercati internazionali sono… a buon mercato!

A causa di questa inefficienza, della preferenza degli investitori USA per le società USA e della corsa decennale ai titoli tecnologici growth che dominano il mercato azionario statunitense, il gap di valutazione tra le azioni USA e le azioni internazionali si è nettamente ampliato.1 Riteniamo che questa disparità lasci molto margine per un incremento delle valutazioni delle società non statunitensi, favorite tra l’altro da un regime di tassi di interesse più vantaggioso e dall’inflazione modesta, che tendono a sostenere le società value. Di norma, i titoli value sovraperformano quelli growth quando i tassi di interesse salgono e tendono a essere meglio posizionati delle società growth per trasferire l’aumento dei prezzi ai clienti.

Inoltre, le valutazioni relative ai singoli mercati asiatici ed europei sono molto inferiori alle rispettive medie e si collocano al limite inferiore del range osservato negli scorsi 15 anni.2 Il mercato azionario statunitense, invece, presenta valutazioni superiori alla sua media e alle valutazioni di altri grandi mercati sviluppati: risulta quindi più oneroso e potrebbe offrire un potenziale di rialzo inferiore a quello delle piazze asiatiche ed europee.

Le azioni value internazionali sono ancora poco onerose, infatti l’indice MSCI EAFE Value presenta multipli di valutazione prossimi ai minimi decennali, un rapporto prezzo/utili (P/E) di 10,4x contro le 25,9x dell’MSCI EAFE Growth, stando ai dati di FactSet.3 . A nostro parere le azioni value internazionali offrono un ulteriore potenziale di rialzo agli investitori disposti a effettuare un’approfondita analisi fondamentale per scovare società con valutazioni convenienti e in grado di migliorare le valutazioni in modo interessante. Possono inoltre beneficiare dell’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse osservato in molti mercati non statunitensi lo scorso anno.

Le società non statunitensi offrono esposizione globale

Le azioni internazionali sono relativamente a buon mercato a fronte di quelle che riteniamo prospettive migliori in termini di incremento delle valutazioni; inoltre molte società in Europa e Asia sono imprese globali che sostengono la stabilità dell’economia USA e offrono al contempo esposizione a una serie di mercati emergenti interessanti e in rapida crescita. La porzione di utili dell’indice MSCI EAFE generata al di fuori del paese di residenza è consistente. In base ai dati di FactSet, circa un quinto di tutti i ricavi dell’MSCI EAFE è generato negli Stati Uniti, mentre un altro 20% proviene dai mercati emergenti e di frontiera.

Secondo le stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale di aprile 2023, i mercati emergenti dovrebbero contribuire per il 60% alla crescita del prodotto interno lordo globale, sono quindi importanti driver dell’economia mondiale. Agli investitori interessati al contributo alla crescita dei mercati emergenti, gli investimenti internazionali possono offrire una maggiore esposizione a tali mercati senza i potenziali rischi associati all’investimento in società quotate in regioni talvolta meno trasparenti e meno stabili.

Inoltre, l’indice internazionale value può offrire esposizione a mercati reduci da ottime performance come quello giapponese. Il Giappone costituisce quasi il 30% dell’MSCI EAFE Value, ma rappresenta oltre il 14% dei ricavi dell’indice, stando ai dati di FactSet a giugno 2023. Dal momento che l’economia nipponica è ancora in fase di riapertura dopo la pandemia e che l’inflazione acquista pian piano vigore, l’azionario giapponese potrebbe beneficiare della crescita guidata dalle esportazioni e quindi di un aumento dei consumi interni.

Al contempo gli investitori che si affidano all’S&P 500 per l’esposizione globale potrebbero non avere un’esposizione internazionale consistente. In base ai dati FactSet a giugno 2023, gli Stati Uniti rappresentano il 60% del fatturato dei costituenti dell’S&P 500, davanti alla Cina (7,5% circa). Un investimento sui mercati non statunitensi potrebbe costituire una valida alternativa per gli investitori che cercano un’esposizione internazionale senza staccarsi dalla stabilità dell’economia USA.

La spinta della spesa pubblica

Oltre all’esposizione a regioni in rapida crescita, le società internazionali sono destinate a beneficiare dei massicci investimenti statali effettuati negli scorsi anni. Stati Uniti e Unione Europea (UE) si danno da fare per aumentare la sicurezza delle proprie linee di approvvigionamento, trasferire la produzione più vicino alle sedi delle società e rendere le economie più green. Le società internazionali dei settori industria, energia e materiali potrebbero essere le principali beneficiarie dei tentativi di investire nell’economia tradizionale. Inoltre le società cercano di spostare la produzione in prossimità della clientela e di creare filiere più resilienti, per evitare i disagi sperimentati durante la pandemia e gli effetti delle crescenti tensioni geopolitiche.

In ambito energetico, ad esempio, l’impatto dell’invasione russa in Ucraina e le recenti leggi USA per la mitigazione del cambiamento climatico e la sicurezza energetica potrebbero generare maggiori opportunità di investimento per le società europee orientate all’energia verde e da fonti rinnovabili. Dal canto suo il Green Deal europeo mira a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050 tramite investimenti in energie più pulite, una maggiore efficienza degli edifici e un incremento del trasporto pubblico. Persino il Giappone, restio a rinunciare al carbone e ad altri carburanti fossili, ha iniziato a parlare di una possibile eliminazione di tali combustibili. In generale, gli investimenti nelle energie pulite sono in aumento e secondo l’Agenzia internazionale per l’energia quest’anno potrebbero raggiungere USD 1.700 miliardi.

Al contempo il Giappone sta lentamente migliorando le sue scarse politiche di governance. Una corporate governance più solida potrebbe comportare una maggiore attenzione ai rendimenti per gli azionisti, maggior enfasi sulla performance operativa e dividendi più alti o anche un aumento delle operazioni di riacquisto di azioni. Stando ai dati di FactSet a giugno 2023, il mercato giapponese ha valutazioni relative insignificanti anche perché presenta un ROE molto basso rispetto agli altri mercati sviluppati.

Alla luce dei fondamentali allettanti, delle valutazioni modeste, della portata globale e dei vantaggi legati ai nuovi piani di spesa fiscale annunciati dai governi, crediamo che i mercati azionari europei e asiatici siano un buon terreno di caccia per scovare società value interessanti destinate a beneficiare delle mutevoli condizioni di investimento. Riteniamo che per trovare tali opportunità internazionali occorra una profonda conoscenza delle valutazioni delle società e dei modi in cui possono liberare valore per gli azionisti.