Tree Energy Solutions (TES). Idrogeno verde: Marco Alverà vuole diventare un unicorno in tempi rapidi

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Marco Alverà CEO di Tree Energy Solutions (TES), società che opera nel campo dell’idrogeno verde su scala mondiale con la missione di realizzare un futuro a zero emissioni decarbonizzando la catena energetica, dopo aver annunciato a fine maggio di aver chiuso un nuovo aumento di capitale da 1,4 milioni di euro, ora dichiara che “Tree energy solutions Tes vuole diventare la Tesla dell’idrogeno verde e un unicorno in tempi rapidi”. Tes, al momento, ha in pista due progetti rilevanti, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.

In Texas e Germania i prossimi passi

La costruzione, in asse con Total, di un impianto per la produzione di metano sintetico in Texas e la realizzazione in Germania, sempre in partnership, in questo caso con Eon e Engie, del “rigassificatore del futuro”. Una struttura su terraferma capace in prospettiva di importare 7 milioni di tonnellate l’anno di e-NG, l’eletric methane, ovvero il gas naturale a zero emissioni perché prodotto combinando l’idrogeno verde con l’anidride carbonica ‘catturata’.

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Ma come si inserisce in questo disegno l’Italia?

“Il Paese da grande importatore di gas può diventare esportatore di gas rinnovabile”, assicura Alverà nell’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore “Questo perché si trova nella condizione ideale, sia per questioni “logistiche che geopolitiche e di competenze”, per diventare “un hub europeo del metano rinnovabile”.

Gli impianti, per poter produrre la molecola, devono essere collocati in aree particolarmente soleggiate o esposte al vento e il Nord Africa e il Medio Oriente, dunque, risultano essere una delle zone più adatte ad ospitare questo genere di produzioni che possono essere poi stoccate e trasportate nello stesso modo in cui viene scambiato il metano fossile. Per questa ragione possono essere utilizzate le infrastrutture che già collegano l’Italia al continente africano e a sua volta quelle che dal nostro Paese raggiungono il Nord Europa.

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Ecco perché Tes, “mosso da una fortissima logica di partnership”, complice anche il costo di questi progetti, “basti pensare che solo quello in Texas vale due miliardi di euro, sta lavorando con diverse aziende energetiche italiane”.

L’obiettivo è creare le condizioni non solo per favorire la produzione dell’eletric methane ma anche il suo trasporto. “L’Italia è per me un mercato di riferimento dove stiamo lavorando bene”, sottolinea Alvera’.

Un piano ambizioso

Un piano ambizioso che al momento deve però sciogliere almeno due nodi. Il primo è il prezzo. Il metano sintetico, che Tes conta di far arrivare dal Texas al rigassificatore in Germania a partire dal 2026-2027, sulla carta continua ad essere più caro di quello tradizionale. “In realtà – precisa Alvera’ – non è esattamente così. Il prezzo del gas continuerà a essere volatile, come ha dimostrato l’emergenza Covid, con la Cina che ha cominciato a comprare gas facendone schizzare le quotazioni, o la guerra in Ucraina, mentre il prezzo dell’idrogeno è destinato ad essere stabile e a scendere”.

Ipotizzando per il metano fossile un prezzo medio di 40 euro a MWh se a questo si somma il costo degli Ets (i certificati verdi che vanno acquistati per compensare le emissioni di CO2, ndr), ci si avvicina 100 euro. L’e-NG costa oggi attorno a 150 euro a Mwh. “Ma se si considerano gli incentivi americani previsti dal piano Ira, il costo si dimezza”. Diventando dunque sulla carta competitivo.

E qui però si inserisce l’altro nodo, ossia l’Europa e le sue aziende e il rischio di venir danneggiate dall’inazione di Bruxelles. “Abbiamo già perso il treno del solare, la Cina ormai è il primo produttore di pannelli, stiamo perdendo quello dell’eolico perché le aziende che producono turbine in Europa sono tutte in forte difficoltà, ora rischiamo di perdere anche quello dell’idrogeno. Eravamo i primi produttori e ora ci troviamo in quarta posizione scavalcati da Cina, Usa e Medioriente e presto anche dall’India. Trasportare l’idrogeno verde come l’e-NG può rappresentare una grande opportunità per la competitività dell’industria italiana ed europea”.