Nuveen: più difensivi sull’azionario, focus su infrastrutture globali ed energia verde

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Il declassamento del debito fa vacillare il rally azionario. La scorsa settimana i mercati azionari hanno subito una doccia fredda in seguito al declassamento del debito statunitense da parte di una delle principali agenzie di rating. Anche se dovrà passare un po’ di tempo prima di conoscerne l’impatto completo, possiamo pensare che questa volta le conseguenze saranno diverse da quelle dell’ultimo declassamento, avvenuto nel 2011. Allora il declassamento era stato dovuto alle misure di austerità adottate dopo la crisi finanziaria globale, quando l’inflazione e i tassi di interesse erano bassi e le preoccupazioni per il debito pubblico erano minori. Oggi il finanziamento del debito, sia pubblico che privato, deve fare i conti con i tassi di prestito più alti degli ultimi dieci anni, mentre il debito federale ha superato di gran lunga il 100% del PIL economico degli Stati Uniti.

Sebbene i guadagni da inizio anno siano stati una gradita tregua dalla volatilità del mercato orso del 2022, le notizie della scorsa settimana hanno dimostrato quanto fosse diventato fragile il rally. Oltre al declassamento del rating di credito statunitense, l’inflazione elevata e i tassi d’interesse più alti più a lungo continuano a ostacolare i mercati e l’economia.

Anche se i dati sui non farm payroll della scorsa settimana hanno confermato il buon andamento dell’occupazione, gli aumenti salariali – uno dei dati più monitorati dalla Fed – sono ancora ben al di sopra dei trend di lungo periodo.

La persistente resistenza dell’economia e gli utili migliori del previsto ci rendono fiduciosi, ma vediamo valutazioni elevate e rischi di ribasso che indicano un aumento della volatilità nel breve termine.

Riteniamo inoltre che gli investitori possano prendere in considerazione l’aggiunta di un posizionamento difensivo di qualità alle loro allocazioni azionarie.

Considerazioni sul portafoglio

Con la probabilità di un’inflazione persistente nel medio termine, gli investitori che dubitano che l’attuale rally azionario possa avere ulteriore spinta possono prendere in considerazione le infrastrutture globali. La redditività del settore tende a essere ben isolata dai costi dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione elevata. Per quanto riguarda le utility statunitensi, ad esempio, un contesto normativo favorevole consente loro di scaricare sui consumatori l’aumento del costo del capitale. Inoltre, molti contratti prevedono un canone fisso ma con una clausola di aumento che consente ai ricavi di aumentare di pari passo con l’inflazione.

La domanda anelastica per i servizi essenziali forniti dalle infrastrutture potrebbe anche proteggere l’asset class da un rallentamento economico. Rispetto ai mercati azionari globali in generale, le infrastrutture globali partecipano alla maggior parte delle fasi di rialzo, offrendo al contempo interessanti indici di partecipazione alle fasi di ribasso, del 72%-80%. Anche settori come le società di gestione dei rifiuti sono ben preparati ad affrontare un rallentamento, poiché la domanda relativamente stabile per le loro attività si converte in potere di determinazione dei prezzi.

L’approvazione dell’Inflation Reduction Act nel 2022 rende la spesa per l’energia verde ancora più interessante. La legge ha reso significativamente meno costosi l’implementazione e il finanziamento delle energie rinnovabili, consentendo un’accelerazione delle spese in conto capitale. Nel frattempo, le infrastrutture energetiche del Nord America, come i gasdotti, dovrebbero continuare a beneficiare di dinamiche relativamente favorevoli in un contesto di inflazione elevata. Dovrebbero inoltre beneficiare della crescente dipendenza dalle forniture energetiche globali, una tendenza già in atto ma esacerbata dalla guerra tra Russia e Ucraina.

Al di fuori degli Stati Uniti, la riapertura ritardata sta avendo un effetto positivo in Asia e la domanda globale di infrastrutture di trasporto (ad esempio, strade a pedaggio e aeroporti) è generalmente tornata ai livelli pre-pandemia. Prevediamo ora una crescita in linea con i livelli storici della domanda.