Crescita del PIL 2T Eurozona peggiore delle attese, BCE farà una pausa?

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I risultati

Questa mattina Eurostat ha diffuso i dati sulla crescita economica nell’Area Euro con la terza stima del PIL del secondo trimestre che ha indicato un aumento su base annuale al +0,5%, appena sotto le aspettative ferme al +0,6%. Su base trimestrale il PIL dell’Eurozona ha mostrato una lieve crescita dello 0,1%, ben inferiore rispetto alle attese (+0,3% t/t). A livello di singoli stati in Europa la crescita maggiore su base trimestrale si è registrata in Lituania +2,9%, Slovenia +1,4% e Grecia +1,3%. Male invece in Polonia -2,2%, Svezia -0,8%, Austria –0,7% e Italia -0,4%.

Gli effetti sui mercati

Le Borse non hanno particolarmente reagito al debole dato sul PIL Eurozona, probabilmente già scontato dopo i deludenti indici PMI. Anche per la coppia euro/dollaro la reazione di brevissimo è stata negativa con una discesa a 1,0707 per poi recuperare fino a 1,0718. Tenendo conto del range di movimenti possiamo considerare la reazione poco significativa.

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Le previsioni sulle banche centrali

Crediamo che i dati sul PIL dell’Eurozona non dovrebbero modificare le aspettative sulle prossime mosse della BCE, tenendo conto che riflettono la debolezza della crescita economica già evidenziata dagli indici PMI.

La discussione nel prossimo meeting dell’istituto di Francoforte (14 settembre) sarà molto accesa e sarà difficile trovare un compromesso tra due diverse correnti di pensiero. I banchieri del Nord Europa spingeranno per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse senza alcun segnale per una possibile pausa sulla scia dei timori sull’inflazione ancora troppo elevata (come mostrato dall’aumento delle aspettative di inflazione). I banchieri centrali dell’Area Mediterraneo cercheranno di far prevalere una interruzione nel processo di incrementi del costo del denaro reintroducendo la forward guidance e impegnandosi a mantenere i tassi di interesse elevati per lungo tempo.

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Il mercato sta scontando una soluzione soft con BCE in pausa e FED invece che potrebbe ritornare a rialzare i tassi entro fine anno (probabilmente non nella riunione del 19/20 settembre).

A nostro avviso il compromesso che sarà trovato potrebbe essere quello di un ultimo rialzo del costo del denaro in Eurozona per aprire alla possibilità di una lunga pausa in politica monetaria.