Crisi cinese ed economia globale: ecco le potenziali aziende che potrebbero subire dei cali

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Uno studio rilasciato qualche anno fa da parte degli economisti della Fed 1 ha precisato che l’impatto del rallentamento della Cina sugli USA, che a detta loro rappresentava solo una modesta percentuale del Pil della prima economia mondiale, poteva causare un danno soprattutto attraverso i mercati finanziari con l’aumento della volatilità e spingendo al rialzo il dollaro. Proprio come nel 2015/2016, i disinvestimenti dalla Cina provocarono il deprezzamento dello yuan e ribassi per le azioni cinesi, che poi si sono riflesse sull’indice S&P 500 con perdite a doppia cifra.

Utilizzando i filtri del servizio Premium di analisi azionarie di Investing.com Pro e attraverso i
13 modelli matematici utilizzati per il Fair Value e uniti alla salute finanziaria, ecco alcuni dei
titoli che potrebbero subire perdite dalla situazione economica cinese e che allo stesso tempo potrebbero essere un’occasione da valutare nel lungo termine: BHP Group, Rio Tinto, Tesla e Apple. Per questi ultimi due titoli (i più conosciuti) lo screening di Investing Pro segnala un sopravvalutazione di oltre il 5% e di conseguenza un ribasso a $161 per Apple e a $256 per Tesla.

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BHP Group, Rio Tinto, Tesla e Apple

BHP Billiton Limited è un gruppo che si occupa di risorse diversificate: la società esporta carbone metallurgico per l’industria dell’acciaio, carbone per energia e produce minerali di ferro, rame, alluminio primario, manganese e ferroleghe in cromo. Da inizio anno, a livello grafico, vi è stato un trend lateral-ribassista, insieme alla rottura dalle medie mobili 50 e 200. Con Investing Pro, il target price medio degli analisti è $62,5 cioè un possibile recupero delle medie mobili e dei massimi di luglio 2023, mentre il Fair Value di Investing Pro ha come target $65.

Rio Tinto è una società mineraria che si concentra nella ricerca, estrazione, lavorazione e
commercializzazione delle risorse minerarie della terra (alluminio, rame e carbone, diamanti,
minerali e minerali di ferro). Da inizio anno, a livello grafico, osserviamo un trend ribassista,
con la rottura dalle medie mobili 50 e 200 e toccando nuovamente i minimi di novembre
2022. Con Investing Pro il target price medio degli analisti è $74,25, aspettandosi un
recupero delle medie mobili e nuovi massimi annuali, mentre il Fair Value di Investing
Pro ha come target $75,6.

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Apple Inc progetta, produce e commercializza iPhone, Mac, iPad, AirPods, Apple TV, Apple Watch, prodotti Beats, HomePod, iPod touch e accessori, vendendo una gamma di servizi correlati e operando nelle diverse piattaforme, compreso App Store, e offre infine contenuti digitali tramite i servizi in abbonamento. Da inizio anno, a livello grafico, osserviamo un trend rialzista, con il supporto delle medie mobili 50 e 200. Dai massimi di luglio ha subito una perdita di circa il 10% ritestando più volte il livello $178. Con Investing Pro il target price medio degli analisti è $202, aspettandosi nuovi
massimi storici.

TESLA società che progetta, sviluppa, produce e vende veicoli elettrici e sistemi di stoccaggio dell’energia, nonché installa, gestisce e mantiene i prodotti di conservazione dell’energia. La società opera attraverso due segmenti: Automotive e la Generazione e Conservazione dell’Energia e produce e vende due veicoli elettrici. Da inizio anno, a livello grafico, osserviamo un trend rialzista, con il supporto delle medie mobili 50 e 200. Dall’ultimo massimo ha subito una perdita di circa l’8% per poi sfruttare i massimi di febbraio 2023 per andare nuovamente oltre i $250. Utilizziamo Investing Pro e visioniamo il target price medio degli analisti: $275 aspettandosi recupero dei livelli di giugno 2023.

“I paesi emergenti come l’Australia e il Cile, che esportano materie prime, potrebbero essere
i più colpiti dalla situazione di crisi che sta attualmente coinvolgendo la Cina, che un grande
acquirente di petrolio, con conseguenti forti ripercussioni su questo settore, così come sulla
tecnologia. Ad esempio, da un lato Apple sta affrontando il divieto di utilizzo dei suoi cellulari
tra i dipendenti pubblici (la Cina rappresenta circa 1/5 delle entrate della società di
Cupertino) mentre dall’altro Tesla dovrà fare attenzione alle vendite dello stabilimento di
Shanghai, di 20 mila dipendenti, che ha la capacità di produrre circa 1 milione di auto
all’anno e che fornisce circa la metà delle auto elettriche prodotte dall’azienda. Infatti da
inizio anno ha portato avanti una guerra dei prezzi nel mercato cinese dei veicoli elettrici
riducendo del 14% il prezzo del veicolo Model 3 e del 10% per la Model Y.” – commenta
Calogero Selvaggio, analista di Investing.com.

Cina: le radici della crisi economica

La crisi che sta in questo momento colpendo la Cina ha le sue radici nel settore immobiliare
cinese, in crisi dal 2021 per colpa della stretta del governo sul credito ai grandi sviluppatori e
del limite imposto alle banche per l’emissione di mutui. Ma non solo, il "momento" critico per la Cina si è intravisto anche al vertice BRICS di Johannesburg, in cui gli indiani in particolare continuano ad avere una visione molto negativa nei confronti del loro potente vicino e alleato economico.

Secondo l’ultimo Global Attitudes Survey del Pew Research Center 2 il 48% di loro ha affermato di non avere alcuna fiducia di Xi Jinping riguardo agli affari comuni. A tutto ciò si somma la crisi del sistema bancario, ombra della disoccupazione giovanile e del crollo record degli investimenti diretti esteri, che hanno toccato il livello più basso dal 1998. Inoltre, in evidenza, restano negli ultimi mesi l’aumento dei deflussi valutari di circa 26 miliardi di dollari a luglio, che hanno registrato il ritmo più rapido di deflussi su base annuale, in contrasto con gli afflussi da 6 miliardi di dollari. Il deficit
commerciale dei servizi si è ampliato e il taglio dei tassi della PBOC ad agosto ha aggiunto
pressioni al deprezzamento della valuta.

Intanto, nei giorni scorsi Country Garden Holdings ha evitato il default pagando le cedole
sulle obbligazioni, dopo aver mancato la data di scadenza effettiva, per un totale di $22,5
milioni di interessi sulle obbligazioni, “guadagnando” un po’ di tempo mentre cerca di gestire le sue passività, che ammontano a 1,36 trilioni di yuan ($187 miliardi). Qualsiasi ulteriore
peggioramento della crisi di liquidità aziendale rischia di avere conseguenze molto più
incisive del caso passato di Evergrande, dato che Country Garden ha quattro volte più
progetti immobiliari (quindi parliamo di oltre 3.000 progetti abitativi e circa 70.000
dipendenti).

Questo episodio ha trascinato le obbligazioni "spazzatura" ai livelli più bassi del 2023.
Il prezzo medio dei titoli emessi dal settore immobiliare si aggira intorno ai 67
centesimi. Più in generale, mentre i funzionari cinesi stanno tentando di alimentare la
domanda per il mercato immobiliare (che insieme alle industrie correlate come l’acciaio
rappresenta circa il 20% dell’economia) tagliando la soglia minima del tasso di acconto in
tutto il paese al 20% per gli acquirenti di prima casa e al 30% per i secondi acquisti, il
settore privato cinese dovrà pagare più di $8 miliardi in obbligazioni nel secondo
semestre e secondo i dati compilati da Bloomberg 3 da settembre, e dei 50 sviluppatori
nazionali più grandi del settore per emissione di obbligazioni in dollari, 34 hanno già subito
insolvenze sul debito offshore, mentre il resto (inclusa Country Garden) dovrà provvedere al
pagamento di obbligazioni pubbliche onshore e offshore per un totale di $1,48 miliardi.

“I dati deludenti e il peggioramento della crisi immobiliare non hanno dato ancora l’input alla
Cina di applicare ulteriori stimoli, come il classico Helicopter money o la più recente
denominazione bazooka, come durante la crisi finanziaria e la pandemia nel 2020. Molto
probabilmente perché c’è l’obiettivo da parte del governo di voler controllare la crescita del debito nel Paese e il desiderio di ridurre la forte influenza del settore immobiliare
sull’economia (Xi vuole limitare l’accumulo di debito pubblico locale). Ma alcuni economisti
sperano ancora negli stimoli del 2008 e del 2015 che portarono circa 4 trilioni di yuan (circa
$551 miliardi) all’interno dell’economia cinese oppure fornendo un reddito diretto a famiglie e imprese” – conclude Calogero Selvaggio, analista di Investing.com.