Nei primi nove mesi del 2023 le M&A italiane sono diminuite del 64%, al minimo da 10 anni

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Le operazioni di fusione e acquisizione con coinvolgimento italiano hanno raggiunto i 36,6 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2023, con un calo del 64% rispetto al 2022 e il totale dei primi nove mesi più basso dal 2013. Mentre il valore complessivo degli annunci di transazioni è diminuito, il numero di transazioni con coinvolgimento italiano è aumentato del 5% rispetto a un anno fa, raggiungendo il più alto numero di transazioni nei primi nove mesi dall’inizio dei nostri registri nel 1980, secondo LSEG Deals Intelligence.

Nei primi nove mesi del 2023 sono state coinvolte imprese italiane per un valore di 14,2 miliardi di dollari, l’83% in meno rispetto al valore registrato nello stesso periodo del 2022, ma con il più alto numero di operazioni nei primi nove mesi di tutti i tempi. Le operazioni di M&A in entrata che hanno coinvolto un acquirente straniero sono diminuite del 51%, raggiungendo il minimo quadriennale di 9,9 miliardi di dollari, mentre le operazioni di M&A nazionali italiane sono diminuite del 93%, raggiungendo il minimo novennale di 4,3 miliardi di dollari.

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Nei primi nove mesi del 2023 le operazioni di M&A italiane in uscita hanno totalizzato 15,0 miliardi di dollari, con un aumento dell’8% rispetto ai livelli dell’anno precedente e il totale dei primi nove mesi più alto dal 2018.

Ad aprile l’azienda italiana Enel SpA ha accettato di vendere le attività peruviane a China Southern Power Grid International (CSGI) per 2,9 miliardi di dollari, la più grande operazione con coinvolgimento italiano finora nel 2023.

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Goldman Sachs ha conquistato il primo posto nella classifica degli advisor finanziari per le operazioni di M&A con coinvolgimento italiano nei primi nove mesi del 2023, seguita da Rothschild & Co.

Paola Cipriani, Customer Success Manager di London Stock Exchange Group, commenta: “In questi tempi di incertezza, con la recessione che incombe, le operazioni di fusione e acquisizione di imprese italiane sono diminuite del 64%, raggiungendo il livello più basso degli ultimi dieci anni.

“Le prospettive preoccupanti per l’economia italiana e per l’economia globale in generale frenano l’entusiasmo per le operazioni e probabilmente continueremo a vedere un approccio cauto alle operazioni nei prossimi mesi”.