“Cultura del Software, Sviluppo Italiano”. Peso e centralità del Software in Italia

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Dall’indagine, promossa da AssoSoftware in collaborazione con il DataLab Luiss e il Centro Studi Confindustria, è emerso che:

La Produzione di software conta poco meno di 100 mila imprese che hanno registrato una produttività del lavoro del 17% superiore alla media dell’economia.

Nonostante le imprese digitalizzate presentino una produttività del lavoro superiore del 12 %, il livello di adozione di software gestionali integrati da parte delle PMI italiane è ancora molto basso, circa il 30%.

Il settore, inoltre, crea occupazione stabile e di qualità: dal 2000 a oggi il numero degli occupati è cresciuto del 60% (contro un 10% dell’intera economia), la maggioranza con contratti dipendenti che sono raddoppiati nell’arco di un ventennio. Occupazione in particolare per i laureati STEM, con una domanda da parte delle imprese superiore all’offerta di neo laureati.

L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha ribadito l’importanza dello studio per imprese e istituzioni. “Questo studio non solo è un contributo essenziale alle imprese del nostro Paese, e che ritengo abbiano tutto l’interesse ad approfondire, ma rappresenta un importante contributo anche per i decisori pubblici. L’innovazione e l’efficienza gestionale devono partire anche dalla pubblica amministrazione, e da chi governa sistemi così complessi da essere diventato uno Stato. Quando si parla di semplificazioni infatti si parla anche di software gestionali”.

A seguire il presidente di AssoSoftware, Pierfrancesco Angeleri, ha aggiunto come “lo studio condotto insieme a DataLab Luiss e Centro Studi Confindustria parla chiaro, il settore del software è fondamentale per la crescita dell’economia e dell’occupazione nel nostro Paese. Tuttavia, nonostante lo sviluppo del comparto negli ultimi anni, l’adozione di software gestionali nel nostro Paese è ancora ridotta rispetto alla media europea, soprattutto se consideriamo le PMI. In questo contesto” ha ricordato Angeleri “è fondamentale che il governo sostenga concretamente la diffusione del software tra le aziende italiane: come dimostra lo studio, infatti, investire in questo comparto vuol dire anche riuscire a imprimere all’intero sistema-paese uno shock positivo di competitività, determinato dall’aumento di efficienza di tutte le imprese che adottano tecnologie digitali”.

“Oggi ci siamo trovati per parlare di un settore strategico per l’Italia, perché nonostante siano molti i comparti fondamentali per la nostra economia, senza questo network che il software può creare per il Sistema Paese non c’è uno sviluppo adeguato dell’Italia al passo con la comunità internazionale” ha ricordato Gianni Riotta Direttore Esecutivo del DataLab Luiss, e moderatore della tavola rotonda. Momento di confronto sui risultati dello studio che ha visto la partecipazione di Alessandro Musumeci, Capo Segreteria tecnica del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con Delega all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale Alessio Butti, che ha sottolineato come: “nell’evento di oggi è emersa una parola importante, cultura. Credo sia necessario investire maggiormente per diffondere la cultura digitale, per rafforzare questo patrimonio di competenze tecnologiche che gravitano intorno al software. Per questo motivo sono necessarie misure a sostegno della formazione, al fine di rafforzare quegli investimenti che valorizzano l’immateriale e stimolare la crescita del nostro paese, che dal punto di vista tecnologico e in particolare informatico sconta ancora un gap con i partner europei”.