LGIM: Questi sono i “cigni grigi” del 2024

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I mercati finanziari sono spesso descritti come “orientati verso il futuro”, in quanto riflettono le aspettative dei player. Tuttavia, le aspettative sono, a loro volta, condizionate dalle informazioni in loro possesso, le quali sono sempre parziali ed è per questo che gli effetti maggiori sui prezzi ce l’hanno quegli eventi che i mercati non hanno visto arrivare.

Non c’è bisogno di andare molto indietro nel tempo per vedere come tali eventi, più o meno imprevisti, possono essere abbastanza frequenti e possono avere un ruolo più o meno fondamentale nell’influenzare i rendimenti. I famosi “cigni neri” (o black swans) sono quelli che rientrano nella categoria degli altamente impattanti e altamente imprevedibili e l’esempio più iconico è stato senza dubbio la pandemia di Covid-19, la quale ha avuto un impatto gigantesco sull’economia, ma, per quanto un suo riacuirsi possa essere fonte d’ansia, possiamo affermare con una certa sicurezza che nessuno lo avrebbe potuto prevedere; mentre, per il 2023, possiamo citare la crisi del sistema bancario degli Usa, che ha portato alla fusione forzata di Credit Suisse con UBS, o la non recessione che era stata ampiamente prevista e che ha portato molti indici azionari a conseguire guadagni record, uno su tutti l’S&P 500, che ha registrato un +26%.

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Proprio a causa della loro natura, noi di LGIM riteniamo che scontare un cigno nero sia un esercizio abbastanza inutile e che, piuttosto, conviene spostare l’attenzione sui cigni grigi (grey swan), ovvero eventi abbastanza improbabili, ma da cui è possibile difendersi con un certo anticipo grazie a dei segnali che li preannunciano. Questo è un esercizio che rispecchia molto la nostra attitudine all’essere pronti, piuttosto che al prevedere, e che ci ha permesso di difenderci al meglio dai 3 dei 16 possibili grey swan che avevamo scontato per il 2023 e che, sotto certe forme, si sono verificati, ovvero le multe imposte alle compagnie tech statunitensi e cinesi sulla base della regolamentazione GDPR dell’Unione Europea, l’abbandono da parte del Giappone della politica di controllo della curva dei rendimenti e lo sciopero congiunto di almeno tre grandi gruppi sindacali nel Regno Unito.

Tuttavia, quello che i nostri clienti e gli investitori in generale si chiedono non è quali fossero gli eventi che si potevano prevedere negli anni passati, ma quelli da cui sarebbe meglio prepararsi nel 2024, come la rielezione di Trump alla Casa Bianca, con una conseguente riduzione dell’interventismo americano, o l’escalation delle tensioni in Sud America tra Guyana e Venezuela, in merito al controllo della regione dell’Essequibo, ricca di petrolio. Tutte queste possibilità rischiano però di creare una lista di possibilità che potrebbe perfino schiacciare l’attività di un investitore e per questo suggeriamo di concentrarsi su quelle che possono avere un maggiore impatto sui mercati e dove il tempo dedicato alla raccolta e all’analisi delle informazioni può aiutare a migliorare il potere predittivo. Applicando questo “filtro”, la lista si riduce a otto possibili eventi:

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  1. Un governo di coalizione nel Regno Unito che porta a un nuovo referendum in Scozia per l’indipendenza
  2. Un’escalation della guerra in Ucraina che porta a un intervento della NATO
  3. La rapida diffusione dell’intelligenza artificiale che innesca un boom della produttività
  4. Le difficoltà dell’economia cinese che portano a mettere in discussione la leadership del presidente Xi Jinping
  5. Un riacuirsi della pandemia
  6. Un candidato condannato vince le elezioni presidenziali e diventa il primo presidente statunitense a governare dal carcere
  7. I continui attacchi Houthi che portano alla chiusura dello stretto di Bab-el-Mandeb con forti ripercussioni sulle catene di approvvigionamento
  8. Un player di mercato molto grande e fortemente indebitato (come una banca, una compagnia assicurativa, un hedge fund…) incontra notevoli difficoltà a causa degli elevati tassi di interesse, innescando una fuga verso gli asset di qualità