Terre d’Oltrepò. La nuova strategia avviata nel 2023 porta, passo dopo passo, già ai primi risultati positivi

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Terre d’Oltrepò rappresenta l’eccellenza della scena viticola italiana dal 2008. Nata dalla fusione tra Cantina di Casteggio e Cantina Sociale Intercomunale di Broni, nel 2017 acquisisce La Versa, storico brand che dal 1905 porta con sé oltre un secolo di tradizione.

Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, da pochi mesi alla guida di quella che è la più grande cooperativa vinicola della Lombardia, ha introdotto fin da subito nuove politiche finanziarie e commerciali, che pare stiano già portando a risultati concreti. Il programma di rilancio è basato sulla managerialità e sul bridge che la nuova compagine direzionale desidera creare tra tradizione e contemporaneità. Inoltre, si darà sempre maggior valore alla componente di servizio, da aggiungere all’ispirazione sistemica alla francese, ovvero alla valorizzazione della qualità, dell’autenticità e della diversità dei vini prodotti; approccio che sta influenzando tutte le migliori pratiche vinicole del mondo.

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Fattori come il suolo, il clima e felice la posizione geografica, arricchiti dalle pratiche di coltivazione e dai metodi di vinificazione stessi, portano a mantenere elevati standard qualitativi e a preservare le caratteristiche distintive di ciascun vino nel rispetto del proprio territorio di origine.

“E’ un cammino che comincia con un modus operandi diverso dal passato” afferma Umberto Callegari. “Credo sia importante non aver fatto accesso al credito, pratica sbagliata e abusata negli anni precedenti. Molto meglio proteggere la base sociale e riflettere sulla reale possibilità di posizionamento delle uve sul mercato. Paghiamo le uve in modo che rispecchino gli attuali valori di mercato, definendo il più alto valore in assoluto per quanto riguarda le uve d’Oltrepò”.

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Il trend globale

La flessione dei rossi è un trend globale che è in atto ormai da decenni con cui occorre confrontarsi (la Francia, ad esempio, ha per questo deciso di ridurre la produzione dei vini rossi per puntare decisamente sul rosé). Il rosso frizzante è particolarmente sotto pressione anche per cause connesse al tipo di vino e al modello operativo, non avendo una filiera completa territoriale. A crescere di più sono, come nel resto del mondo, le uve bianche come base spumante e quelle con sbocchi internazionali.

“Il primo passo nel 2023” continua Umberto Callegari “è stato ripartire da remunerazioni corrette, più alte in media di quelle riconosciute anche da colossi internazionali con ben altri fatturati rispetto al nostro. È importante sottolineare come questi valori siano determinati dal mercato esattamente come accade per le diverse materie prime e commodities. Se siamo attenti e razionali, possiamo derivare indicazioni utili su dove andare e come evolvere da qui ai prossimi anni.

Credo che una cantina sociale debba dare indicazioni anche sulla rotta da seguire e su quali varietà investire e credo che questo corso lo stia facendo. Non sono le cantine che fanno i prezzi ma è il mercato. La cantina deve essere efficace ed efficiente, badare a una buona organizzazione interna, restituire risultati ai soci tenendo bassi i costi. E, come dicevo, senza fare debito, una cosa che invece negli anni precedenti era una pratica comune”.

Il contenimento dei costi

Le regole del gioco stanno cambiando e sarà fondamentale la capacità di leggere e comprendere questi cambiamenti e adattarsi ad essi. L’ottimo risultato che Terre d’Oltrepò sta ottenendo è anche dovuto alla decisione di interrompere l’accesso al credito bancario. Ci troviamo in un settore più veloce, competitivo, polarizzato e capital intensive. A questa nuova realtà occorre rispondere in modo razionale seguendo principi economici oltre che valoriali ed etici. Su questo concetto indubbiamente poggia la strategia avviata da Umberto Callegari, che aggiunge: “Il contenimento dei costi e la restituzione di utili in crescendo nel volgere del tempo è possibile solo attraverso la concentrazione dei conferimenti su di unico polo industriale. Questa cantina (Terre d’Oltrepò) è fatta per generare la miglior performance a partire da almeno 400/500 mila quintali di uve conferite ogni vendemmia. Più uva arriva più basso è il costo, più alta la remunerazione dei soci. Ovviamente l’opposto accade al diminuire dei conferimenti. Bisogna crederci tutti, restare uniti ed evitare di polverizzare risultati che possono invece nascere dal nostro bacino vitivinicolo tramite l’unione d’intenti. È importante che questo si comprenda nell’interesse dei soci”.

Il consiglio d’amministrazione ha deliberato pagamenti per 4.6 milioni di euro. La media prezzi è la più alta riconosciuta nell’intero Oltrepò, con forti aumenti della remunerazione per il Riesling e molto significativi anche per Barbera, Croatina Igp, Moscato, Chardonnay, Pinot grigio e così via. Il Pinot nero Docg si mantiene sostanzialmente stabile nonostante il sovrapprezzo dell’annata precedente.

Le tendenze sono cambiate negli ultimi due anni

L’alto tasso d’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse attuato dalla Banca Centrale Europea hanno giocato un ruolo determinante nella diminuzione del reddito e, di conseguenza, del potere d’acquisto dei consumatori, ora più prudenti nella spesa e più orientati ad acquisti difensivi. “Credo che aggregazione ed un approccio sistemico industriale con una forte dimensione di servizio per i nostri partners siano l’unica strada per il futuro di un settore sempre più capital intensive, con un costo del capitale investito (COIC) spesso superiore al ritorno sullo stesso (ROIC) e dalle dinamiche di consumo sempre più polarizzate ed in profondo cambiamento. Non è un’opinione, è l’economia”. Così conclude Umberto Callegari.