Gli investitori istituzionali virano tempestivamente sulle obbligazioni

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State Street Global Markets ha pubblicato oggi i risultati degli State Street Institutional Investor Indicators relativi al mese di aprile. Lo State Street Risk Appetite Index è sceso a quota 0,0 da 0,09, evidenziando un modesto attenuamento della propensione al rischio nel mese di aprile, verso la neutralità.

“La propensione al rischio degli investitori istituzionali si è attenuata nel mese di aprile, trainata da un’impennata della domanda di dollaro, con afflussi che hanno sfiorato il massimo da cinque anni a questa parte. Il rovescio della medaglia è che i flussi degli investitori istituzionali e le esposizioni all’euro rimangono insolitamente bassi. Con un taglio della BCE ormai completamente scontato a giugno e le aspettative di tagli dei tassi USA quasi azzerate, gli investitori devono essere già posizionati per la maggior parte delle potenziali notizie negative sul cambio EURUSD. La propensione al rischio nel segmento azionario è stata più eterogenea, con una domanda più debole per i titoli ad alto beta, compresi quelli tecnologici, compensata da una domanda più solida per i mercati emergenti e da minori deflussi dalle azioni dell’Eurozona. Inoltre, anche se ad aprile gli investitori sono tornati al reddito fisso nel suo complesso, la domanda per ora si è concentrata sui Treasury, con scarso appetito per il credito rischioso o per il debito sovrano europeo.” ha osservato Michael Metcalfe, Head of Macro Strategy di State Street Global Markets.

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Gli indicatori delle partecipazioni di State Street mostrano che le allocazioni azionarie e in liquidità da parte degli investitori di lungo termine sono diminuite di 0,2 punti percentuali ciascuna, attestandosi rispettivamente al 53,3% e al 18,7%. Le partecipazioni in liquidità sono tornate alla loro media di lungo periodo. Questo mese il principale beneficiario è stato il reddito fisso, le cui allocazioni sono aumentate di 0,4 punti percentuali, raggiungendo il 27,9%, il maggiore incremento mensile da marzo 2023.

“Aprile è stato un mese terribile per i rendimenti dei mercati obbligazionari e azionari, ma la reazione degli investitori istituzionali è stata indicativa. Piuttosto che rifugiarsi nella liquidità, hanno aumentato la loro allocazione al reddito fisso come non accadeva da più di un anno. Una mossa predittiva, visto il messaggio sui tassi elevati, non più alti, per un periodo di tempo più prolungato, lanciato dalla Fed all’inizio di maggio e le continue speranze di un allentamento della BCE a giugno. È ancora presto, ma questo potrebbe essere l’inizio di una rivalutazione da parte degli investitori del loro ancora significativo sottopeso nelle obbligazioni, soprattutto nei bund tedeschi.

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Per quanto possa essere incoraggiante per la propensione al rischio il fatto che un rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti sia improbabile, il fatto che le allocazioni degli investitori a lungo termine in liquidità siano tornate alla media di lungo periodo è un po’ più preoccupante, in quanto suggerisce che la liquidità “in eccesso” ai margini è ormai esaurita. Dato che le partecipazioni azionarie sono ancora vicine ai massimi da 15 anni a questa parte, l’asticella delle buone notizie per attirare più denaro verso le azioni si è alzata, visto che gli investitori dovrebbero probabilmente finanziarle con un “sottopeso” in liquidità. Al contrario, se i tassi d’interesse statunitensi rimarranno davvero alti e stabili per il momento, gli investitori potrebbero iniziare a rivalutare la loro significativa sottoponderazione nel reddito fisso e sembra che abbiano iniziato a farlo in aprile.” ha aggiunto Michael Metcalfe, Head of Macro Strategy di State Street Global Markets.

Gli Institutional Investor Indicators (le 3 “i”) sono stati sviluppati da State Street Associates, la divisione di ricerca e advisory di State Street Global Markets. Essi misurano la fiducia degli investitori o la propensione al rischio in modo quantitativo, analizzando i modelli di acquisto e di vendita degli investitori istituzionali, ricavati dai 42 trilioni di dollari di asset in custodia e amministrazione di State Street (in questo patrimonio non sono inclusi gli asset detenuti da State Street stessa). L’indice di propensione al rischio deriva dalla misurazione dei flussi degli investitori in ventidue diverse dimensioni di rischio tra azioni, valute, reddito fisso, asset legati alle materie prime e trend di asset allocation. L’indice cattura la proporzione dei ventidue elementi di rischio che hanno visto un comportamento orientato alla ricerca o alla riduzione del rischio.

Una lettura positiva indica che nel complesso gli investitori stanno aumentando la loro esposizione al rischio, mentre una lettura negativa suggerisce una riduzione del rischio. Gli indicatori delle partecipazioni di State Street rilevano la quota dei portafogli degli investitori allocata in azioni, reddito fisso e liquidità a partire dal 1998.