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Lanciati due nuovi Etf settoriali statunitensi

GRAZIE AL LANCIO DI DUE NUOVI PRODOTTI, SOURCE PUÒ OFFRIRE LA PIÙ VASTA GAMMA DI GAMMA DI ETF SETTORIALI STATUNITENSI

Source, uno dei principali fornitori di Exchange Traded Funds in Europa, ha lanciato oggi due nuovi ETF settoriali statunitensi, che forniscono un’esposizione ai settori dei servizi finanziari e immobiliare dell’indice azionario S&P 500.

I settori statunitensi sono tra i segmenti negoziati più attivamente sul mercato a livello mondiale, con ETF negoziati quotidianamente pari a un valore di circa $6 miliardi. Source è leader di mercato negli ETF settoriali statunitensi quotati in Europa, e gestisce l’85% del patrimonio totale tramite 11 ETF che rappresentano circa oltre il 90% del volume medio negoziato[1].

Christopher Mellor, Equity Product Management di Source, ha dichiarato: “I motori di rendimento dei mercati azionari si modificano solitamente con i cambiamenti del clima economico e della propensione al rischio degli investitori. Alcuni settori tendono a comportarsi in modo diverso durante alcune fasi del ciclo e gli investitori che desiderano beneficiare di questa rotazione settoriale sono in grado di adeguare le esposizioni del portafoglio tramite gli ETF settoriali. Si tratta di strumenti estremamente utilizzati dai nostri investitori, che attualmente detengono più di $1,6 miliardi[2] di attivi della nostra gamma di ETF settoriali”.

Ogni ETF settoriale statunitense di Source punta a replicare la performance del relativo Indice S&P Select Sector Capped 20%. Le ponderazioni sono basate su una capitalizzazione di mercato ponderata, ma con limitazione della ponderazione massima di ogni singolo componente limitato per garantire la conformità con la normativa UCITS. Gli indici hanno mostrato un’elevata correlazione con gli indici S&P Select Sector (non limitati), utilizzati come sottostante per molti ETF quotati negli USA ma non sono conformi alla normativa UCITS. I track record della performance degli ETF settoriali confrontati con i rispettivi indici di riferimento sono coerenti, con tracking error solitamente inferiori allo 0,003%.

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[1] Dati: Bloomberg, sulla base dei volumi medi negoziati nel secondo semestre 2015


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