Fusione Banco-Bpm: le condizione della Bce

di redazione -
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Bruxelles chiede un piano industriale e azioni sul capitale

Un piano industriale pluriennale, azioni sul capitale per dotare il nuovo gruppo di “una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset”, le migliori prassi di governance: sono alcuni dei punti fermi che la Banca centrale europea chiede al nuovo soggetto che dovrebbe nascere dalla fusione tra Banco Popolare e Popolare Milano. Una fusione che, a questo punto, appare sempre più complicata.

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A dare notizia della lettera è il Banco Popolare, su richiesta della Consob.

La Bce ha chiesto al Banco e a Bpm di trasmettere a Bruxelles, entro un mese, un piano industriale pluriennale e la bozza dello statuto della società risultante dalla eventuale fusione.

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Se l’operazione fosse realizzata, sottilinea la Bce, quella che nascerebbe sarebbe la terza banca italiana: coerentemente con questo ruolo, dovrebbe avere sin dall’inizio una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset, anche per il tramite di capital action.

Il nuovo soggetto, aggiunge la Bce, dovrebbe tener conto delle migliori prassi volte ad assicurare una governance chiara ed efficiente, in particolare in relazione al funzionamento degli organi sociali (assemblea, consiglio di amministrazione e comitato esecutivo). Inoltre, nell’ambito della potenziale operazione, non potrà essere previsto il rilascio di nuove licenze bancarie in relazione a soggetti diversi da quello risultante dalla potenziale operazione di aggregazione.

Bonco Popolare ha annunciato che, entro il 22 marzo, sarà convocato il consiglio di amministrazione.