Popolare Vicenza, l’assemblea dice sì alla Borsa

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Scongiurati il commissariamento e l’intervento della Bce. Ora dovrà essere approvato il bilancio e individuata la forchetta di valore delle azioni

Nonostante un clima teso, sottolineato, come riportano le cronache, dall’ampio schieramento di forze dell’ordine, l’assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza ha dato il suo via libera alla trasformazione in Spa, all’aumento di capitale e allo sbarco in Borsa.

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Sono state così approvate le tre condizioni necessarie a scongiurare l’intervento della Bce e i rischi di commissariamento.

La trasformazione in società per azioni ha ottenuto l’approvazione della maggioranza pari all’81,95%. Hanno votato a favore 9.304 soci su 11.353 presenti (deleghe comprese). Per molti soci, inoltre, l’assemblea è stata l’occasione per chiedere a gran voce le dimissioni della vecchia guardia e l’azione di responsabilità nei loro confronti.

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Mentre la magistratura lavora, la “Banca Popolare di Vicenza Spa”, questo il nuovo nome ufficiale, guarda già ai prossimi obiettivi, in primis l’operazione di rafforzamento patrimoniale da 1,75 miliardi di euro, garantito da UniCredit e indispensabile per riportare il Common Equity Tier 1 ratio, il parametro che misura la solidità di una banca, dall’attuale 6,65% al di sopra del 10,25% richiesto da Bce.

E il percorso si preannuncia tutto in salita. Entro la fine del mese i soci verranno nuovamente convocati per approvare il bilancio 2015. Poi si entrerà nel vivo del processo di quotazione: verrà individuato insieme ai coordinatori dell’offerta – Mediobanca, Jp Morgan, Deutsche Bank, Bnp Paribas e UniCredit – una forchetta di valore delle azioni. L’intervallo di valorizzazione verrà reso noto tra fine marzo e inizio aprile.

L’attenzione è elevata: l’intervallo infatti sarà vincolante nel suo valore massimo ma non nel minimo, lasciando così aperta la porta a possibili revisioni al ribasso qualora la domanda degli investitori si rivelasse debole. L’aumento di capitale sarà riservato fino al 45% agli attuali azionisti, almeno il 50% agli investitori istituzionali mentre il 5% potrà andare al pubblico retail.

Il rischio di una domanda limitata è tutt’altro che trascurabile perché nello stesso periodo si presenterà sul mercato anche Veneto Banca, l’altra banca veneta ex popolare.

Al termine del periodo di offerta, verrà definito il prezzo a cui sarà possibile sottoscrivere le azioni di nuova emissione, che verranno offerte in Borsa a partire dalla seconda metà di aprile.

Salvo colpi di scena, entro fine giugno la banca dovrebbe convocare una nuova assemblea degli azionisti, la prima dopo la trasformazione in Spa, che avrà il compito di nominare un nuovo Cda.