Uea all’attacco delle società di mutuo soccorso

di David Canaletto -
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Alcune, denuncia l’associazione di assicuratori, hanno raggiunto dimensioni importanti, con centinaia di migliaia di assistiti: difficile credere che riescano a mantenersi nel limite, fissato dalla legge, di 100 mila euro di rimborsi all’anno

L’Istituto internazionale di ricerca assicurativa Uea (Unione europea degli assicuratori), tramite il proprio presidente Roberto Conforti, è andata all’attacco delle società di mutuo soccorso (Sms). Con un esposto, ha chiesto a ministero dello Sviluppo economico, associazioni nazionali di rappresentanza del movimento cooperativo, Ivass e Antitrust, di attivare e rendere pubblici opportuni controlli per normalizzare una situazione che l’Uea giudica fuori controllo, nell’ambito dell’erogazione di prestazioni sanitarie ed assistenziali.

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In Italia operano nel settore dei fondi sanitari alcune Sms con centinaia di dipendenti, migliaia di soci e centinaia di migliaia di assistiti. Con questi numeri, afferma la Uea, è difficile credere che tali entità riescano ad operare negli stretti limiti fissati dal legislatore: al contrario, si crea una figura atipica di intermediario assicurativo, che percepisce elevate provvigioni e opera al di fuori di ogni controllo.

Le regole a cui fa riferimento la Uea stabiliscono che le società di mutuo soccorso che provvedono direttamente a pagare ai loro iscritti capitali o rendite di natura sanitaria siano esentate dagli obblighi imposti dal Codice delle assicurazioni se gli impegni assunti non superano i 100 mila euro annui; inoltre, qualora stipulino contratti di assicurazione per conto degli iscritti, dovranno comunque fornire loro le informazioni pre-contrattuali e post vendita previste dal Codice.

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Il legislatore, nel fissare queste regole, ha permesso alle Sms, di operare nell’ambito sanitario, senza sottoporle agli stringenti obblighi imposti agli altri intermediari di prestazioni sanitarie come le compagnie assicurative, purché il business prodotto rimanga di modeste dimensioni. Secondo la Uea, con il limite dei 100 mila euro, ipotizzando un impegno minimo a favore di ciascun iscritto di mille euro quale rimborso di spese mediche durante una annualità di esercizio, raggiunto il numero di 100 iscritti la Sms dovrebbe fermarsi o trasformarsi in impresa assicurativa nella forma di mutua assicuratrice. In questo modo sarebbe soggetta a tutti gli obblighi che competono ad una compagnia assicurativa ed alla sua rete distributiva: iscrizione al Rui (registro unico intermediari) previo esame di ammissione, obblighi formativi, stipula di un’assicurazione di responsabilità civile ecc.

Le Sms operano invece in un mercato lasciato alla correttezza del singolo operatore, in quanto non esistono norme precise in materia. Per effetto della legge 221 del 2012, possono istituire e gestire fondi sanitari, hanno assunto personalità giuridica, possono diventarne soci, oltre alle persone fisiche, altre società di mutuo soccorso e anche persone giuridiche e. Le Sms sono dunque, oggi, una realtà ben diversa rispetto al passato, fanno mercato con regole proprie come l’istituzione della figura del promotore mutualistico a cui, per autoregolamentazione, nelle configurazioni più serie è richiesto il requisito dell’onorabilità e la frequenza di appositi corsi di preparazione e di aggiornamento.

Quanto esposto dall’Uea trova conferma in un recente studio dell’Ania, da cui si evince che sono circa 10 milioni gli italiani iscritti ad una forma di sanità integrativa e, nel 2014, sono stati raccolti premi assicurativi per oltre 2 miliardi di euro. L’associazione degli assicuratori conferma che un riordino legislativo dei fondi sanitari sia fondamentale. L’assetto attuale è infatti caratterizzato dalla presenza di diversi operatori con servizi, standard di trasparenza e tutele verso gli iscritti non sempre confrontabili tra loro.