Bond subordinati: per Vegas (Consob) i rischi erano chiari

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Nella sua relazione annuale il presidente della Commissione afferma che i prospetti delle quattro banche fallite erano redatti secondo le regole. No al tetto sui titoli di Stato, bene Atlante

I prospetti informativi delle obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche poste in risoluzione (Etruria, Marche, Carichieti e Carife) erano “redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo” e “hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche”, compreso il rischio di perdita dell’intero capitale.

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Lo ha detto Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nela sua relazione annuale al mercato finanziario, difendendo il lavoro della commissione di vigilanza.

“L’attività umana”, ha aggiunto tuttavia Vegas, “non è mai esente da rischi. I poteri pubblici non possono eliminare ogni forma di rischio, ma devono renderlo ragionevole nelle circostanze date”.

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Prospetti poco efficaci
Il presidente della Consob è tornato poi sul tema del prospetto informativo, sottolineando l’inadeguatezza dello strumento. Il documento, ha detto, “non si è dimostrato un mezzo idoneo a fornire una risposta efficace al bisogno di conoscenza”: “è divenuto uno strumento utile a chi lo redige per prevenire possibili rischi legali, ma rimane un documento troppo lungo e complesso per potere essere letto e pienamente compreso dal risparmiatore”.

“Le vicende relative alla liquidazione delle quattro banche”, ha aggiunto Vegas, “non mettono in discussione la validità di fondo dei modelli di vigilanza sulla prestazione dei servizi d’investimento”.

Secondo i dati contenuti nella relazione, dal 2007, anno in cui è entrata in vigore la direttiva europea Mifid, la Consob ha effettuato circa mille interventi di vigilanza in materia di servizi di investimento, con una copertura di “circa il 90% del risparmio investito in strumenti finanziari riconducibili a clientela retail, mentre le verifiche ispettive hanno riguardato il 55% circa del mercato”. Grazie a questa esperienza, Consob sta lavorando per “affinare ulteriormente le sue prassi di vigilanza”.

No al tetto sui titoli di Stato
Vegas ha espresso le sue perplessità sull’ipotesi di introdurre un tetto ai titoli di Stato nel portafoglio delle banche europee.

“L’introduzione di un coefficiente di ponderazione ovvero di limiti all’esposizione in titoli di Stato, ipotesi in discussione in ambito europeo e internazionale, potrebbe in astratto avere l’effetto positivo di dare maggiore efficacia alla politica monetaria, eliminando gli incentivi a investire in titoli pubblici piuttosto che in crediti alle imprese”, ha detto Vegas. Tuttavia, “in assenza di livelli di patrimonializzazione del settore adeguatamente superiori a quelli minimi regolamentari, la misura in discussione avrebbe l’effetto di avvantaggiare gli Stati con rating più elevati e costringere le banche a ridurre bruscamente e in maniera disordinata l’esposizione in titoli di Stato con rating peggiori”.

L’effetto potrebbe essere quindi di “una nuova ondata di turbolenze e instabilità sul mercato dei titoli pubblici”.

Bene il fondo Atlante
A proposito del fondo creato per iniziativa del sistema finanziario per intervenire nelle situazioni di difficoltà delle banche, il fondo Atlante, secondo Vegas, le “iniziative private volte a costituire fondi specializzati negli interventi di ricapitalizzazione del settore bancario e nell’acquisto delle tranche più rischiose in operazioni di cartolarizzazione delle sofferenze sono di estrema importanza. Potranno offrire risposte efficaci e immediate ai problemi strutturali delle banche italiane”.