Investimenti sostenibili: le ragioni del successo

di Thomas Merz* -

Le masse amministrate sono in continua crescita. E le performance non sono penalizzate dall’adozione dei criteri di selezione Esg, soprattutto utilizzando gli Etf passivi

L’importanza degli investimenti sostenibili è in decisa crescita. E nello stesso tempo continua il dibattito sul valore aggiunto di questo tipo di approccio: i sostenitori delle strategie di investimento Sri affermano che queste producono una extra performance, i critici affermano il contrario.

Secondo uno studio della Scuola di economia di Stoccolma, i dati disponibili non sono sufficienti per dare una risposta chiara. Ma da un confronto fra i rendimenti generati da diversi Etf socialmente responsabili e quelli dei corrispondenti indici di mercato emerge una conclusione più chiara.

Secondo i dati presentati nella Global Sustainable Investment Review, alla fine del 2014 circa 24,1 miliardi di dollari erano investiti in strategie con un obiettivo Sri.

L’Europa è in testa con un totale di 13 miliardi, seguita dagli Stati uniti, con 6,5 miliardi.

Per quanto riguarda le strategie di investimento Sri, è evidente la preferenza degli investitori per l’approccio basato sullo screening negativo. Questo significa che attualmente la maggior parte degli investimenti Sri sono gestiti in base a: 1) criteri di esclusione, 2) “best in class” e 3) rating minimo.

Mentre gli investimenti Sri a livello mondiale comprendono sia investimenti quotati sia non quotati, i dati relativi all’Europa sono riferiti esclusivamente a veicoli di investimento collettivi, vale a dire a forme di investimento generalmente accessibili a una ampia gamma di clienti. Per questo è chiaro che gli investimenti che tengono conto dei principi Sri stanno guadagnando popolarità anche al di fuori del campo dei puri fondi istituzionali.

I tassi di crescita sono intorno al 25%, e dunque abbondantemente a due cifre.

L’approccio di investimento Sri è cambiato considerevolmente nel corso del tempo. In particolare, mentre alcuni asset all’inizio erano tassativamente esclusi, oggi esistono diversi modelli di selezione multi-livello.
Ma resta fondamentale un approccio che tiene specificamente conto delle imprese che brillano grazie sia alla loro sostenibilità, sia al profilo di responsabilità sociale e aziendale.

Il processo di selezione è condotto in base ai cosiddetti criteri “Esg – environment, social, governance” (ambiente, giustizia sociale e governo aziendale) che giocano un ruolo centrale nelle decisioni di investimento.

Le società che non riescono a soddisfare i criteri etici, ambientali e sociali sono escluse.

Chi critica questo approccio sottolinea che una selezione di questo tipo ha due svantaggi fondamentali. Prima di tutto una significativa limitazione dell’investimento e quindi una rinuncia a opportunità di diversificazione. In secondo luogo il processo di selezione Esg comporta tempo, e quindi comporta maggiori costi, destinati a pesare sui rendimenti.

Uno studio della Scuola di economia di Stoccolma analizza i risultati dei 21 studi più recenti sui rendimenti degli investimenti Sri e conclude che questi effettivamente producono rendimenti leggermente superiori a quelli degli investimenti tradizionali.

Oggi è possibile investire con un’ottica Sri con costi addizionali molto contenuti, in modo semplice e diretto grazie a strumenti come gli Etf.

Gli Etf gestiti passivamente si differenziano dai tradizionali fondi Sri perché replicano un determinato indice Sri. Gli indici Msci Sri, per esempio, includono le società con valori Esg relativamente alti rispetto a quelli medi del loro settore.

Questo corrisponde all’idea del “best-in-class” e fa sì che la diversificazione tra i settori non sia eccessivamente distorta.

Si tratta dunque di una risposta alle critiche citate relative ai limiti sulla diversificazione degli investimenti Sri.

Anche grazie a questo approccio, le somme investite negli Etf Sri sono cresciute sensibilmente, e nel giro di pochi anni (la maggior parte degli Etf Sri sono stati lanciati prima della fine del 2011) si sono attestate intorno a 1,3 miliardi di franchi svizzeri (circa 1,2 miliardi di euro).

Una delle ragioni della crescente domanda di Etf Sri può risiedere nel fatto che i timori relativi ai costi hanno poco impatto sugli Etf. In media gli Etf Sri hanno un costo totale annuo di circa lo 0,40%, e quindi l’argomento relativo all’impatto sui rendimenti appare limitato.

Ma gli investimenti Sri sono la migliore classe di investimento?

Secondo i critici, i maggiori costi relativi alla procedura di selezione Sri fanno in modo che gli investitori rinunciano a una parte di rendimenti rispetto agli investimenti tradizionali.

Per rispondere a questo argomento occorrerebbe confrontare i rendimenti assoluti e quelli aggiustati per il rischio degli investimenti tradizionali e degli investimenti Sri. L’analisi delle performance mostra che in nessun modo i portafogli Sri generano una performance più debole.
Al contrario, dal settembre 2007 gli investimenti Sri hanno sovraperformato i portafogli tradizionali in tutte le regioni (vedere il grafico qui sotto).

Performance degli investimenti Sri e tradizionali
Performance degli investimenti Sri e tradizionali

Nota: I dati relativi a globale, Usa, Eurozona, Giappone e Pacifico sono relativi al periodo 28 settembre 2007 – 29 febbraio 2016. Per il Regno Unito e i mercati emergenti dal 31 maggio 2011 al 29 febbraio 2016. La performance relativa è calcolata in modo cumulativo sui dati mensili in valuta locale.
Fonti: Msci, Ubs Asset Management.

I risultati indicano che gli investitori che utilizzano gli Etf Sri ottengono un rendimento superiore a quelli che usano Etf tradizionali, basati sulla capitalizzazione di mercato. Questo è vero non soltanto per i rendimenti assoluti, ma anche per i rendimenti corretti per il rischio.

E a proposito di rischi, i portafogli Sri hanno anche una minori volatilità. I portafogli Sri raramente assumono scommesse per quanto riguarda la ponderazione dei settori, come mostra il grafico qui sotto.

Confronto della ponderazione settoriale
Confronto della ponderazione settoriale
Fonti: Msci, Ubs Asset Management. Dati al 29 febbraio 2016

Questi dati evidenziano inoltre come la sovra performance misurata rispetto agli investimenti tradizionali non sia basata su una differente allocazione settoriale. Anche le deviazioni maggiori sono marginali e sono comprese tra un più 3% per il settore It e un meno 3% per gli energetici.

I risultati degli anni più recenti sembrano testimoniare a favore dei sostenitori degli investimenti Sri.

Questo è testimoniato dal notevole aumento degli asset degli Etf Sri, che ha accelerato in particolare dopo il settembre 2014. Anche gli indici Sharpe relativi (la differenza tra l’indice Sharpe e il portafoglio tradizionale) sono stati decisamente favorevoli ai portafogli Sri. E questo indica che gli Etf Sri offrono regolarmente valore aggiunto, su una base aggiustata per il rischio.

Anche se il confronto consente solo conclusioni prudenti, a causa della limitatezza della serie storica dei dati, dei diversi periodi considerati e dell’ampia base geografica, molti elementi suggeriscono che un focus sulle società che operano in un modo più sensibile ai temi sociali e ambientali rispetto ai loro concorrenti offre sostanzialmente di più in tutte le regioni sotto forma di una (per quanto moderata) sovra performance.

Il confronto dei rendimenti è molto interessante nel senso che, attraverso tutti gli universi di investimento considerati, smentisce la tesi dei maggiori costi sostenuta dai detrattori degli investimenti Sri.

I crescenti volumi degli investimenti in quest’area mostrano che gli investitori stanno diventando sempre più consapevoli dei meriti dell’investimento socialmente responsabile.

*Managing Director, Ubs Exchange Traded Funds