Poste, slitta la quotazione della seconda tranche

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Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, ha detto che il collocamento è stato messo in stand-by dal governo. Pesa anche l’incertezza sul referendum costituzionale

Le indiscrezioni si rincorrevano da giorni, ma oggi è arrivata una conferma, anche se indiretta: la seconda tranche di Poste Italiane, il cui collocamento era stato annunciato a luglio e previsto per questo autunno, slitta a data da destinarsi.

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A parlare, pur chiarendo di non avere una diretta competenza sulla privatizzazione di Poste Italiane, è stato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli: il collocamento della seconda tranche del gruppo postale è stato messo in stand-by dal governo, ha detto ai giornalisti a margine di un convegno.

A confermare lo stop alle operazioni di quotazione sono arrivate anche le parole del capo della segreteria tecnica del ministro Pier Carlo Padoan, Fabrizio Pagani che ha spiegato, ancora a margine di un convegno a Milano, come al momento non sia possibile fornire una tempistica per la cessione sul mercato del 30% di Poste italiane che resterà in mano al ministero dell’Economia per effetto del conferimento del 35% a Cassa depositi e prestiti.

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Tra le ragioni del rinvio ci sarebbe l’incertezza sul referendum costituzionale, atteso tra metà novembre e il 5 dicembre, e l’interesse di Poste per il dossier Pioneer, la società di asset management per cui Unicredit cerca un partner strategico, riferisce la Reuters.