Pechino alza i tassi a breve termine

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La mossa a sorpresa della banca centrale sui prestiti e repo aggiunge altri timori a quelli già provocati dalla politica aggressiva del neo presidente Trump

Con un’operazione inaspettata la banca centrale cinese ha alzato i tassi di interesse sui prestiti a breve termine e sui repo lanciando un chiaro segnale della volontà di rientrare da anni di politiche di stimolo tramite il debito.

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Il tasso principale resta invariato mentre per le ‘standing lending facilities’, l’incremento dei tassi è al 3,1% dal 2,75% per le operazioni overnight, al 3,35% dal 3,25% per quelle a sette giorni, al 3,7% dal 3,6% per quelle a un mese.

Quanto al repo, i tassi sono stati aumentati di 10 punti base: al 2,35% dal 2,25% per le operazioni a sette giorni, a 2,50% da 2,40% per quelle a 14 giorni e a 2,65% da 2,55% per quelle a 28 giorni.

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La mossa monetaria è arrivata in contemporanea con gli ultimi dati, deludenti, sull’attività manifatturiera con l’indice PMI calcolato dall’istituto Caixin che a gennaio è risultato in calo a 51 punti dai 51,9 precedenti. Infatti se la manifattura continua a rimanere in zona espansione (perché superiore ai 50 punti), il dato è inferiore alle attese degli analisti che indicavano 51,8 punti.

I mercati asiatici hanno reagito alla stretta monetaria cinese con moderate vendite e una certa preoccupazione da parte degli investitori che guardano alle reazioni – non solo cinesi – agli effetti che le politiche della nuova amministrazione americana di Trump avrà sulla crescita globale.