Demografia e tecnologia sempre più determinanti nell’influenzare i rendimenti di lungo periodo

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La view a 10-15 anni di J.P. Morgan Asset Management su oltre 50 asset class presentata nelle Long Term Capital Markets Assumptions 2018

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Lo scenario di fine ciclo che stiamo vivendo oggi, confermato dalle elevate valutazioni e dai margini aziendali superiori alla media, rappresenta un fattore avverso per i rendimenti. Guardando al di là delle limitazioni che questa fase pone sui rendimenti di lungo termine, vi sono ragioni per un cauto ottimismo, in quanto la prolungata scia di revisioni al ribasso sulla crescita a lungo termine potrebbe giungere al termine e stanno iniziando a emergere alcune possibilità di miglioramento, tipiche delle fasi di crescita economica. È questo il principale messaggio che emerge dall’edizione 2018 delle Long-Term Capital Market Assumptions, l’analisi sulle previsioni di lungo periodo (su un orizzonte di 10-15 anni) realizzata da J.P. Morgan Asset Management con riferimento alle attese sulle principali asset class, fornendo un contesto del modo in cui i fattori strutturali impattano sull’economia e sui ritorni.

Giunte alla ventiduesima edizione, le Long-term Capital Market Assumptions aiutano investitori istituzionali e consulenti ad aggiornare le loro asset allocation strategiche, a costruire portafogli più solidi e a definire aspettative ragionevoli su rischi e rendimenti su un orizzonte temporale di 10-15 anni su oltre 50 asset class.

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“Abbiamo già archiviato gran parte dei rendimenti del ciclo attuale e, con l’espansione globale ormai abbastanza matura, è rimasto poco margine di manovra per un rilancio ciclico dei rendimenti medi. Tuttavia, quest’anno le nostre previsioni macro economiche di lungo termine sono il risultato del bilanciamento di due forze secolari: la demografia (ad esempio l’invecchiamento della popolazione) e la produttività. Crediamo che queste definiranno la crescita potenziale nel lungo termine”, afferma John Bilton, Global Head of Multi-Asset Strategy, J.P. Morgan Asset Management.

“Mentre l’impatto dell’invecchiamento della popolazione nel lungo termine è stato ben documentato, e ha portato al costante abbassamento delle stime di crescita, il potenziale offerto dalla tecnologia e il conseguente ulteriore incremento della produttività non sono stati ancora valutati nelle previsioni economiche di base. L’innovazione tecnologica sembra trovarsi a un punto di svolta positivo, rivelandosi l’elemento in grado di innescare l’incremento della produttività da tempo atteso[1]. Pensiamo, quindi che il cauto ottimismo sui trend di crescita secolari prevalga sul calo delle stime dei rendimenti di quest’anno”, prosegue Bilton.

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I rendimenti attesi per un tradizionale portafoglio bilanciato 60/40 in euro sono leggermente più bassi rispetto a quelli previsti nelle Long-Term Capital Market Assumptions dell’anno scorso (intorno al 4% contro un 5.5%) in quanto la frontiera efficiente azioni-obbligazioni si muove in senso orario, quindi i rendimenti obbligazionari migliorano mentre sui rendimenti azionari pesano le valutazioni. Questo è coerente e tipico dell’ultima fase del ciclo economico. I tassi di interesse stanno iniziando a salire, ma la normalizzazione procede a rilento.

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Le previsioni emerse dalle Long-Term Capital Market Assumptions:

  • Le nostre previsioni sulla crescita economica per il 2018, pari all’1,5% per i mercati sviluppati e al 4,5% per i mercati emergenti (annualizzate tra i 10 e i 15 anni), sono rimaste stabili rispetto allo scorso anno.
  • Il posizionamento ciclico dell’economia e dei mercati si traduce in aspettative di rendimento modeste ed equilibrate per la maggior parte delle asset class, con opportunità di Alpha ampiamente suddivise.
  • Azionario: ci attendiamo rendimenti attesi inferiori sia sui mercati sviluppati sia sugli emergenti. Il gap sulle azioni tra queste due aree geografiche è marginalmente diminuito rispetto alla precedente analisi. Ci attendiamo un leggero calo dei rendimenti sul nostro orizzonte temporale, ma costantemente inferiore a quanto la storia suggerirebbe.
  • Obbligazionario: il credito rimane l’elemento di riferimento del reddito fisso in quanto interessante fonte per gli investitori alla costante ricerca di rendimento. Nonostante l’attuale ciclo del credito sia maturo, le nostre previsioni di lungo termine sulle insolvenze e sulla ripresa suggeriscono che gli attuali livelli di spread rimangano interessanti per gli investitori nel lungo termine. L’outlook sul debito emergente continua a migliorare e questo ne fa un interessante elemento di diversificazione rispetto al credito, nonostante gli attuali spread siano piuttosto vicini al fair value di lungo termine.
  • Alternativi: vediamo un outlook in miglioramento per le strategie alternative rispetto a mercati tradizionali, principalmente grazie ai trend dell’industria e degli investimenti che dovrebbero favorire la generazione di alpha e aiutare a controbilanciare in parte la riduzione delle aspettative sui mercati. Come sempre, la selezione effettuata dal gestore sarà determinante per il successo degli investimenti in tutte le classi di strategie alternative.
  • Valute: nonostante il profondo calo del dollaro nel 2017, la valuta rimane significativamente al di sopra delle nostre stime di lungo termine in quanto a fair value. Ci aspettiamo che il ritmo di ulteriori cali diminuisca leggermente. L’impatto delle ricadute della valuta sui redimenti continuerà a essere un importante elemento di valutazione per molti investitori.

“Nonostante rendimenti più modesti in numerosi mercati, vi saranno opportunità di ottenere ritorni maggiori grazie a un’asset allocation attiva e alla diversificazione. Si tratta di strumenti essenziali per gli investitori, di qualsiasi tipo, che dovranno costruire portafogli robusti e flessibili per poter affrontare con successo le sfide cicliche di breve termine”, conclude Bilton.

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