Commento di AllianceBernstein sulle elezioni italiane

John Taylor -
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Il voto in Italia ha mostrato come, sebbene lo scorso anno non sia stato il primo punto in agenda, il rischio politico in Europa non sia mai davvero scomparso.

Tuttavia, queste elezioni non hanno mai realmente raggiunto lo stesso livello di fermento e agitazione vissuta in prossimità delle presidenziali in Francia dello scorso anno. Questo è chiaro se si osservano le reazioni del secondario: prima dell’apertura delle urne italiane gli spread si sono allargati molto meno di quanto si è visto allora sul mercato dei bond transalpini, nonostante la onnipresenza dell’azione della Bce attraverso il quantitative easing.

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In generale gli investitori credono ancora che la politica abbia meno possibilità di mettere i bastoni tra le ruote nell’attuale percorso di crescita rispetto ad un anno fa, percorso che quest’anno potrebbe portare l’Eurozona a segnare un +3%. Questa situazione, unita al rialzo della curva dei rendimenti di lungo termine dovrebbe essere di supporto per la redditività futura delle aziende e delle banche europee, anche se per trovare le vere opportunità bisognerà scavare un po’. Esporsi a quei settori che sono rimasti fuori dal programma di acquisto della Bce è probabile offra maggior valore, sia che questi siano il debito subordinato bancario o quei titoli high yield che potrebbero trarre vantaggio da un upgrade del rating di credito ad investment grade o da un’acquisizione da parte di un player con un profilo di credito migliore.

I riflettori in Europa si sposteranno ora verso possibili scenari di un mondo orfano del quantitative easing e dovremmo aspettarci un aumento della volatilità a mano a mano che il mercato andrà adeguandosi alla “nuova normalità”.

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John Taylor – fixed income portfolio manager – AllianceBernstein