Intesa Sanpaolo: commento su indici fiducia a dicembre

Paolo Mameli -
- Advertising -

La fiducia di imprese e famiglie è calata ancora a dicembre, raggiungendo un minimo rispettivamente da dicembre 2016 e agosto 2017.

Potrebbe aver pesato l’incertezza sulle prospettive fiscali e finanziarie del Paese, che ha caratterizzato la prima parte del mese: in tal senso, la schiarita venuta dall’accordo trovato dal governo con la Ue potrebbe indurre un recupero di fiducia a gennaio. Tuttavia, le indagini segnalano che l’economia è in una fase di sostanziale stagnazione, che potrebbe estendersi almeno alla prima parte del prossimo anno.

- Advertising -
  • A dicembre, si è registrato un ulteriore calo della fiducia sia delle famiglie che delle imprese.
  • Il morale dei consumatori è sceso più del previsto, a 113,1, un minimo da agosto dell’anno scorso, da 114,7 il mese precedente.
    1. Il peggioramento è diffuso ma riguarda più le aspettative per il futuro che la condizione corrente, e in egual misura il clima nazionale e la situazione personale degli intervistati;
    2. Sono aumentate per il secondo mese le preoccupazioni delle famiglie sulla disoccupazione, che rimangono su livelli espansivi in prospettiva storica ma sono ai massimi da luglio dell’anno scorso;
    3. Praticamente tutte le altre componenti dell’indagine hanno mostrato un peggioramento, che ha riguardato giudizi e attese sulla situazione economica sia dell’Italia che della famiglia, nonché le opportunità attuali e future di risparmio e di acquisto di beni durevoli.
  • L’indice composito sul morale delle aziende diffuso dall’Istat è calato per il quinto mese a dicembre, a 99,8 da 101 di novembre. Si tratta di un minimo dal dicembre del 2016.
    • Così come il mese scorso, la fiducia delle imprese è scesa in tutti i settori con l’unica eccezione del commercio (dove è salita a 104,8 da 102,1 precedente). Il morale è calato a 130,3 da 132,5 nelle costruzioni e a 99,5 da 101,7 nei servizi (in questo caso, si tratta di un minimo da aprile del 2015).
    • Nel settore manifatturiero, il clima di fiducia è sceso più del previsto a 103,6 da 104,4, raggiungendo un minimo da due anni. Il peggioramento è dovuto al calo delle valutazioni correnti delle imprese sugli ordini, particolarmente sul mercato domestico, mentre le aspettative sia sugli ordinativi che sulla produzione sono lievemente più ottimistiche. Tuttavia, continuano a peggiorare le attese sull’economia (ai minimi dal 2014). A pesare sul morale sono ancora beni intermedi e strumentali, mentre si nota un recupero per i produttori di beni di consumo.
  • In sintesi, l’indagine conferma che è in corso un chiaro trend di rallentamento del ciclo. L’incertezza sulle prospettive fiscali e finanziarie del Paese, che ha caratterizzato soprattutto la prima parte del mese, potrebbe aver pesato ulteriormente sul morale non solo delle imprese ma anche delle famiglie. In tal senso, la schiarita venuta dall’accordo trovato dal governo con la Ue, che ha scongiurato l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo, potrebbe indurre un recupero per la fiducia degli operatori economici nel mese di gennaio.
  • In ogni caso, le indagini segnalano che l’economia è in una fase di sostanziale stagnazione, che potrebbe estendersi almeno alla prima parte del prossimo anno. Pertanto, a nostro avviso c’è il rischio che l’economia possa crescere ad un ritmo significativamente inferiore all’1% nel 2019.

Paolo Mameli – senior economist Direzione Studi e Ricerche – Intesa Sanpaolo