Commento Unigestion sulla riunione della Banca Centrale Europea

CAS Team - Unigestion -
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Nella riunione odierna la Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato invariati i tassi, ma ha rivisto la forward guidance (cioè l’orientamento per il futuro).

I tassi probabilmente rimarranno ai livelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020, estendendo così la guidance precedente fino alla fine del 2019. Per quanto riguarda il terzo TLTRO (cioè le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine), i nuovi prestiti bancari saranno di dieci punti base superiori al tasso principale.

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Impatto sul mercato

In seguito all’annuncio sui tassi, l’euro ha visto una certa instabilità di prezzo, ma sta ora negoziando offerte migliori, i tassi sono leggermente più alti e l’equity europeo è diminuito rispetto ai massimi di giornata. Durante la conferenza stampa, questi movimenti si sono estesi ulteriormente, in quanto le prospettive a breve termine – in particolare per quanto riguarda le previsioni di crescita e di inflazione – hanno sorpreso positivamente il mercato.

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L’impatto sul mercato invece non sorprende, viste le aspettative verso politiche accomodanti e il posizionamento che si stava delineando all’inizio dell’incontro. Tuttavia, ciò che troviamo interessante è dato dal fatto che le buone notizie sembrano essere cattive per il mercato. Un chiaro esempio di ciò è stato quando Draghi ha affermato che il rischio di recessione era basso, spingendo il mercato azionario a ritirarsi ulteriormente. Questo evidenzia anche l’influenza significativa che le banche centrali hanno avuto sul mercato dall’inizio dell’anno.

Conseguenze per l’asset allocation

La riunione odierna della BCE è l’ennesima conferma che le banche centrali stanno compiendo passi ulteriori verso politiche accomodanti piuttosto che restrittive.

Lo scorso anno, il quadro macroeconomico si stava deteriorando, mentre il panorama geopolitico stava migliorando; oggi assistiamo al fenomeno opposto. Le condizioni macroeconomiche monitorate dai nostri Growth Nowcaster sembrano stabilizzarsi per ora, ma la dispersione è elevata, con una netta sovraperformance negli Stati Uniti, mentre l’Eurozona rimane debole. Sembra quindi che la politica accomodante della banca centrale sia attualmente guidata dalla geopolitica e dalla volontà di prevenire piuttosto che di reagire per mantenere uno slancio favorevole alla crescita. Ciò è stato confermato dalla Reserve Bank of Australia in occasione dell’ultimo incontro e dai recenti commenti della Federal Reserve statunitense.

La nostra visione a medio termine rimane prudente. Considerata la recente stabilizzazione del quadro macroeconomico e l’inflazione che non costituisce una minaccia in questa fase, manteniamo un orientamento verso asset di lungo termine ma con coperture. La recente escalation della guerra commerciale ha avuto un impatto sul sentiment e solleva seri dubbi sull’effetto che potrebbe avere sulla crescita globale, rendendo giustificata una protezione.