Indonesia, ecco quali settori beneficeranno dell’agenda di riforme di Jokowi

Tom Wills -
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Ad aprile Joko Widodo (‘Jokowi’) è stato rieletto presidente e ora, avendo ottenuto il 55% dei voti, può far leva su un consenso maggiore per portare avanti il suo programma di riforme.

Durante il suo primo mandato, Widodo era stato infatti costretto a cercare il compromesso con i partiti politici avversari in cambio del loro appoggio al suo esecutivo. Adesso invece può contare su un maggiore supporto dalla Camera dei Rappresentanti, dove i partiti della sua maggioranza potrebbero arrivare a controllare più del 60% dei seggi.

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Il presidente vuole concentrarsi soprattutto sul migliorare la sanità e sul gettare le fondamenta per una crescita economica sostenibile nel lungo periodo. Inoltre, quattro temi chiave della nuova amministrazione di Jokowi saranno strettamente interconnessi: le infrastrutture, le riforme strutturali, lo sviluppo del capitale umano e l’innovazione tecnologica.

Infrastrutture

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Una rinnovata spinta infrastrutturale caratterizzerà il secondo mandato di Jokowi, con un programma da 400 miliardi di dollari attualmente in fase di elaborazione. Alcuni cambiamenti erano stati approntati già nel corso del primo mandato, ad esempio la semplificazione del processo per l’acquisizione dei terreni. Sebbene adottata prima dell’ascesa al potere di Jokowi, questa riforma ha ridotto significativamente uno degli ostacoli principali allo sviluppo efficiente delle infrastrutture. Gran parte delle risorse probabilmente sarà destinata a importanti investimenti nelle infrastrutture di trasporto e nella rete energetica, oltre che a cercare di ridurre l’emergenza abitativa.
Nei piani di Jokowi c’è l’intenzione di portare il settore privato a giocare un ruolo maggiore nello sviluppo delle infrastrutture del paese. L’idea è di fare eseguire i progetti a basso rendimento alle imprese statali, e di affidare ai privati i progetti di riqualificazione (cosiddetti “brownfield”) che daranno ritorni economici maggiori. Tuttavia, per far sì che questo avvenga sarà necessario fare alcune modifiche alla regolamentazione delle cartolarizzazioni.

Riforme strutturali

Nelle previsioni del governo indonesiano il paese dovrebbe diventare la quarta economia mondiale entro il 2045. Tuttavia, secondo un report dell’Asian Development Bank, affinché l’Indonesia si trasformi in un paese ad alto reddito è necessario che il PIL reale cresca ad un ritmo più rapido del range attualmente prevalente del 5-5,5%. Per ottenere ciò su basi sostenibili, l’Indonesia deve aumentare le entrate relative alle esportazioni migliorando la produttività – creando dunque maggiore margine per gli investimenti – e aumentando i flussi di capitali in entrata sul lungo termine.

 

Crescita del PIL reale in Indonesia 
MartinCurrie indonesia ecco quali settori beneficeranno dell agenda di riforme di jokowi 1 
Fonte: FactSet, al 30/06/19. 

 

Fondamentale in questo senso sarà la riduzione del disavanzo delle partite correnti, che è peggiorato nuovamente negli ultimi trimestri, gravando sulla rupia e di conseguenza sulla capacità dell’Indonesia di attrarre investimenti. A tal fine sarà necessario, oltre a un potenziamento delle esportazioni, continuare a sviluppare la rete infrastrutturale al fine di facilitare il movimento di merci e servizi tra le sue isole. Jokowi ha inoltre manifestato l’intenzione di eliminare le agenzie governative e gli apparati burocratici ridondanti che ostacolano gli investimenti.

 

Il bilancio delle partite correnti come % del GDP 
MartinCurrie indonesia ecco quali settori beneficeranno dell agenda di riforme di jokowi 2 
Fonte: FactSet, al 30/06/19. 

 

Una riforma del settore manifatturiero è altrettanto necessaria. Questa comporterà l’apertura di un maggior numero di segmenti agli investimenti esteri e alcuni cambiamenti alle attuali leggi sul lavoro. Lo scopo è quello di aumentare il contributo del manifatturiero, ponendo particolare attenzione sull’elettronica, la chimica e l’automotive.

Un programma di riforme così significativo è di certo una sfida, ma il mandato più solido ottenuto da Jokowi dovrebbe dare al governo la forza per raggiungere questi obiettivi. La costituzione indonesiana prevede un massimo di due mandati (da 5 anni) per le cariche di presidente e vicepresidente, dunque Jokowi sarà determinato a mettere le basi per riformare l’economia del paese sul lungo termine in questi suoi ultimi anni alla guida del paese.

Lavorare sul capitale umano

L’Indonesia ha una popolazione giovane ampia e in crescita. Sfruttare questo potente fattore demografico sarà sicuramente un focus dei prossimi cinque anni, e infatti è già stato preso l’impegno di introdurre alcune giovani nuove leve nel governo.

Mentre il primo mandato di Jokowi si è incentrato sul colmare il divario infrastrutturale, il secondo potrebbe essere caratterizzato dal tentativo di migliorare la base di competenze del paese, al fine di dotare l’Indonesia di una piattaforma tecnologica di alta qualità.

Inoltre, nel primo mandato di Jokowi sono state implementate molte politiche indirizzate verso i consumi della fascia di popolazione più giovane, e questo trend dovrebbe continuare anche nei prossimi cinque anni. Una delle sue promesse in campagna elettorale è stata quella di estendere alcune prestazioni di assistenza sociale in aree come la sanità e l’istruzione, compresa l’estensione anche all’università del programma dell’Indonesia Smart Card, che al momento fornisce l’accesso all’istruzione gratuita fino alle scuole superiori, Una popolazione meglio istruita dovrebbe portare alla creazione di migliori posti di lavoro, con conseguenze positive anche per i consumi.

Tecnologia e innovazione

L’Indonesia sembra pronta ad essere uno dei prossimi paesi a beneficiare dell’esplosione della tecnologia digitale.

Appare sempre più evidente come il retail online si trovi vicino a un punto di svolta, simile a quello in cui si trovava la Cina nella prima parte del decennio. Se infatti attualmente in Cina l’online rappresenta oltre il 20% del retail, in Indonesia la quota di mercato è ancora minima.

Diversi aziende online indonesiane hanno però attratto investimenti da giganti digitali stranieri: è il caso dei retailer online Lazada (finanziata dalla cinese Alibaba), Tokopedia (Alibaba, la giapponese Softbank e l’impresa americana di venture capital Sequoia Capital) e Shopee (le cinesi Tencent e JD.com).

L’innovazione digitale non si ferma all’e-commerce. L’app di ride sharing “Go-Jek” è diventata il primo “decacorno” indonesiano (cioè la prima azienda con un valore superiore ai 10 miliardi di dollari), e ha ricevuto investimenti sia da aziende digitali come Tencent e JD.com, sia dalla locale PT Astra international, che fa parte del conglomerato panasiatico Jardine Matheson.

Le opportunità di investimento

Una serie di aziende potrebbe beneficiare dell’agenda delle riforme. Alcune banche particolarmente ben gestite come Bank Rakyat, Bank Madiri e Bank Central Asia saranno chiamate a fornire i finanziamenti per il programma infrastrutturale, così come il mondo dei costruttori è pronto a beneficiare della spinta del governo per risolvere il problema del deficit abitativo. I produttori di cemento, in particolare i due leader di settore Semen Indonesia e Indocement, dovrebbero beneficiare dell’aumento della domanda, mentre il principale operatore di strade a pedaggio, Jasa Marga, trarrà beneficio sia da nuovi tratti di strada che dai migliori rendimenti delle loro strutture esistenti, grazie all’effetto “di rete” di un sistema stradale più completo.

Il settore del retail online è destinato a crescere molto rapidamente e, sebbene queste aziende stiano ancora consumando grandi quantità di capitale, guarderemo con interesse alle aziende che emergeranno come vincitrici nel lungo termine.

Al di là del boom dell’online, l’aumento della ricchezza a disposizione dei consumatori potrebbe favorire anche i rivenditori offline più affermati, sia quelli che guardano alle fasce con reddito più basso, come i negozi Ramayana, sia quelli indirizzati al crescente segmento benestante, che apprezza i marchi internazionali offerti da aziende come Mitra Adiperkasa.


Tom Wills – Portfolio Manager – Martin Currie (gruppo Legg Mason)