Preferenza per la qualità nei Mercati Emergenti

Global Fixed Income, Currency and Commodities Group - J.P. Morgan Asset Management -
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In estate, nell’universo dei Mercati Emergenti obbligazionari, il credito Investment Grade e quello High Yield hanno registrato performance divergenti. È possibile un’inversione di questa tendenza? Oppure la cautela degli investitori nei confronti del segmento High Yield è giustificata?

Fondamentali

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I Mercati Emergenti non sono stati influenzati da fattori idiosincratici ma dagli stessi fattori macroeconomici che hanno determinato l’andamento dei mercati globali, vale a dire l’interazione tra la spinta negativa generata dall’escalation della guerra commerciale e la spinta positiva prodotta dalle politiche monetarie accomodanti. Nonostante l’ulteriore frenata dell’economia cinese, il cui tasso di crescita stimiamo scenderà sotto al 6% nel 2020, per il complesso dei Mercati Emergenti (ME) ci aspettiamo un’espansione del 4,4% per l’anno a venire, considerata la ripresa in atto in America Latina e nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). In agosto, gli indici PMI dei Mercati Emergenti hanno evidenziato un andamento contrastante: da un lato hanno dimostrato una maggiore resilienza rispetto a quello dei Mercati Sviluppati, che hanno invece subìto un deterioramento, ma dall’altro appaiono vulnerabili a un contagio.

Valutazioni quantitative

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Le obbligazioni dei Mercati Emergenti sono state soggette alle stesse tendenze globali che hanno influenzato le omologhe dei Mercati Sviluppati. Ciò nonostante, la loro performance è stata radicalmente diversa. Nei Mercati Sviluppati, il credito Investment grade (IG) e High Yield (HY) ha generato rendimenti robusti e comparabili durante la stagione estiva (il credito Investment Grade globale ha guadagnato l’1,1% da inizio trimestre e quello High Yield globale l’1,2%). Tuttavia, nell’universo dei Mercati Emergenti gli operatori hanno espresso una marcata preferenza per la qualità, come evidenzia la sovraperformance dei titoli di Stato IG dei ME, che da inizio trimestre hanno generato una performance del 4,4%, con un calo degli spread pari a 15 punti base (pb), a fronte di un -0,3% della performance e di un ampliamento degli spread di 12 pb nei titoli di Stato HY. Un andamento identico è osservabile tra le obbligazioni societarie dei Mercati Emergenti. È chiaro che il valore oggi emerge soprattutto nel segmento High Yield dei Mercati Emergenti, dove gli spread si attestano ben oltre i 500 pb, sia per i titoli di Stato che per le obbligazioni societarie. Allo stesso tempo, il contesto macroeconomico incerto implica una certa cautela quando si considerano i segmenti del mercato a qualità più bassa. (Tutti i dati sono aggiornati al 10 settembre 2019.)

Fattori tecnici

I fattori tecnici sono generalmente favorevoli nell’universo dei Mercati Emergenti. Le emissioni dovrebbero rimanere gestibili per la restante parte dell’anno, con un’offerta netta invariata per i titoli di Stato e nuove emissioni nette negative per le obbligazioni societarie. Gli afflussi verso entrambi i settori sono stati positivi per tutto l’anno, ma di recente sono andati diminuendo. Tale rallentamento, unitamente al fatto che il beta di mercato è relativamente prossimo a 1, sembra indicare che l’esposizione degli investitori non è eccessiva.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Quali potrebbero essere le eventuali cause di un’inversione di tendenza tra la sovraperformance del segmento IG e la sottoperformance del segmento HY nei Mercati Emergenti? Nel breve termine, un orientamento decisamente più accomodante da parte del presidente della Federal Reserve Jerome Powell potrebbe determinare un aumento dei prezzi degli attivi più rischiosi, che si trascinerebbe dietro anche l’High Yield dei Mercati Emergenti. Tuttavia, per una ripresa maggiormente strategica riteniamo indispensabile un significativo miglioramento nelle controversie commerciali, uno sviluppo che il nostro scenario di base esclude. Nonostante l’ottima performance del segmento IG dei Mercati Emergenti da inizio anno e da inizio trimestre, siamo del parere che il mercato possa continuare a generare rendimenti positivi, essendo la caccia al rendimento tuttora molto energica. Pur non presentandosi eccezionalmente attrattivi su base assoluta, i rendimenti dei titoli IG superiore al 3% risultano interessanti su base relativa in un contesto segnato dal perdurare dei rendimenti negativi.