Income, nel 2020 l’azionario potrebbe essere la soluzione al dilemma dei rendimenti?

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Gli anni dopo la crisi finanziaria globale del 2008-2009 sono stati complessi per gli investitori alla ricerca di rendimenti ed è improbabile che ciò cambierà nel 2020. Viviamo in un mondo di rendimenti estremamente bassi a causa di anni di tassi bassi e programmi di acquisto delle banche centrali.

L’anno scorso molti istituti centrali, come la Fed, hanno tagliato i tassi di interesse invece di alzarli ed è possibile che ciò continuerà anche nel 2020: i nostri economisti stimano un ulteriore taglio da parte della Fed quest’anno. Gli investitori alla ricerca di rendimenti non potranno quindi fare affidamento sull’income generato dai loro risparmi o da titoli di Stato a basso rischio.

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Le aspettative degli investitori sono troppo ottimistiche

Gli investitori mirano a un livello di rendimento che nessun’asset class può fornire. I risultati dello Schroders Global Investor Study 2019 hanno mostrato che le aspettative medie per i rendimenti annuali nei prossimi 5 anni sono del 10,7%, circa un punto percentuale in più rispetto a quanto emerso nel 2018.

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Queste aspettative superano di gran lunga i tassi offerti dalle banche. Ma anche le asset class più rischiose, che potrebbero quindi generare rendimenti maggiori, come l’azionario, non offrono ritorni simili. Le ultime previsioni del team multi-asset di Schroders per i prossimi dieci anni mostrano che l’azionario emergente genererà probabilmente i rendimenti più elevati, ma attorno al 9%, un livello comunque inferiore alle aspettative medie.

Il futuro non assomiglierà al passato

Investitori e risparmiatori in tutto il mondo continuano a far riferimento agli anni ’70, ’80 e ’90, quando i tassi di interesse erano molto diversi rispetto a ora. A quel tempo investendo in un bond del National Savings & Investment, sostenuto dal governo britannico, si otteneva un rendimento dell’8,75% senza rischi. Tali cifre rappresentano però un’eccezione e non la regola. A livello storico, i tassi di base sono rimasti in gran parte attorno ai livelli attuali e di conseguenza anche i rendimenti sono stati più contenuti.

Cosa può fare un investitore?

Il quadro che ne emerge è abbastanza cupo, ma è importante non disperare. La cosa peggiore da fare potrebbe essere non fare niente e lasciare che il denaro fermo nei conti correnti perda valore a causa dell’inflazione.

Sebbene aspettarsi rendimenti annuali del 10,7% sia irrealistico, è possibile ottenere rendimenti maggiori rispetto a quelli offerti dai conti o dai titoli di Stato. Tuttavia, è necessario darsi da fare: questi sono i miei tre suggerimenti per ottenere un income sostenibile e più elevato nel 2020 e oltre.

In primo luogo, è necessario conoscere il funzionamento dei mercati: rendimenti più elevati sono possibili ma implicano rischi maggiori. È importante che gli investitori siano consapevoli dei rischi di asset class come bond corporate o azioni. Il secondo punto è che investire per un breve periodo di tempo probabilmente non permetterà di ottenere i rendimenti migliori. Potrebbero essere necessari almeno cinque anni, soprattutto quando si investe in asset rischiosi come l’azionario, per controbilanciare picchi e depressioni tipici dei mercati azionari. Terzo, è importante iniziare il prima possibile, per poter godere dei benefici dell’interesse composto.

La soluzione nel 2020 può essere l’azionario?

Guardando più nello specifico al 2020, i dividend yield di gran parte dei mercati azionari sembrano attraenti al momento. Gli investimenti azionari potrebbero essere una soluzione per chi è alla ricerca di income ed è pronto ad assumersi ulteriori rischi.

Gli attuali dividend yield risultano attraenti se confrontati sia con gli ultimi 10 anni, sia con le alternative disponibili come tassi di deposito e rendimenti obbligazionari, soprattutto in Europa e Asia rispetto agli Usa.

I risparmiatori potrebbero dover prendere in considerazione molte più fonti di income rispetto al passato, compreso l’azionario. I dividendi rappresentano un’alta percentuale dei rendimenti totali generati dai mercati azionari in Europa e Asia (il restante deriva dall’aumento dei prezzi), di conseguenza nel 2020 questa potrebbe essere un’area da considerare.