La digital transformation ai tempi del coronavirus?

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Questo e tanto di più la ricetta di MAPS, una PMI innovativa che propone soluzioni valide anche per il lungo periodo

Che la crisi legata alla diffusione dell’epidemia di coronavirus abbia messo il freno all’economia mondiale è un dato di fatto, tanto facilmente intuibile da un lato quanto già dimostrato dai fatti dall’altro. Ed altrettanto intuibile è un impatto differente a seconda dei settori che verranno coinvolti, in misura più o meno diretta. Eppure è innegabile che, pensando esclusivamente al cambiamento delle nostre abitudini, l’impatto sulla quotidianità non possa non generare un cambiamento che andrà oltre il breve – si spera – periodo di picco. E quindi? E quindi le nostre abitudini di questi giorni e, ancor di più, i servizi che stiamo sfruttando in questa particolarissima fase, non potranno scomparire o perdersi per strada. Tanto vale, iniziare a pensare come i servizi più utili tra quelli che molti di noi stanno sperimentando in queste settimane per la prima volta possano travasare, nel medio e nel lungo periodo, nella quotidianità propria di una rinnovata normalità.

Ne abbiamo parlato con Marco Ciscato, amministratore delegato di MAPS, PMI Innovativa quotata su AIM Italia attiva nel settore della digital transformation, un settore che viene da anni di crescita importante e diffusa. MAPS, fondata nel 2002, con sede principale a Parma, produce e distribuisce software per l’analisi dei big data che consentono alle aziende clienti di gestire e analizzare grandi quantità di dati e di informazioni, aiutandole nell’assunzione delle proprie decisioni strategiche e operative e nella definizione di nuovi modelli di business.

Un’azienda che ha chiuso il 2019 con numeri importanti: un margine Operativo Lordo (EBITDA) pari a Euro 3,8 milioni corrispondente a un EBITDA margin del 22,2%; un margine Operativo Netto (EBIT) pari a Euro 1,9 milioni, dopo ammortamenti e svalutazioni per Euro 1,7 milioni, principalmente per effetto dell’applicazione del principio contabile IFRS 16. Il Risultato ante Imposte (EBT) è pari a Euro 2,5 milioni, dopo un saldo della gestione finanziaria positivo per Euro 0,55 milioni, per effetto principalmente dei proventi finanziari per Euro 0,66 milioni derivanti dal decremento del valore dell’opzione Call sul 30% sulle quote di MAPS Healthcare. Infine l’utile netto si attesta a Euro 2,0 milioni, in linea con il risultato proforma 2018 ed in sostanziale aumento rispetto al consolidato 31 dicembre 2018. Un’azienda, tra l’altro, assolutamente consapevole dei propri mezzi e del percorso di crescita che sta compiendo, con la massima fiducia nelle proprie scelte: un esempio pratico? Il piano di acquisto di azioni proprie recentemente concluso dal top management che ha di fatto confermato, in maniera concreta, la fiducia nel progetto di sviluppo societario.

Guardando al settore di competenza, i numeri fotografano un contesto caratterizzato da un elevato potenziale di crescita: il mercato mondiale delle tecnologie per la digital transformation ha raggiunto nel 2018 la dimensione di 1.300 miliardi di dollari; nel 2020 si stima un mercato di 2.100 miliardi di dollari. “Negli ultimi 2/3 anni il contesto di settore presenta numeri in crescita a doppia cifra, superiori al 15% per intenderci, sia a livello globale che europeo” – spiega Ciscato. E continua: “Vero è che in Italia procediamo ad un ritmo leggermente più lento, ma il trend è assolutamente positivo”. Obiettivamente, riavvolgendo il nastro, qualche considerazione alla luce dell’attuale fase di crisi legata alla diffusione di Covid-19 non possiamo non farla. Fino a qualche mese fa, la visione che MAPS ha da sempre nei confronti della digital transformation assicurava una significativa e diffusa positività. Oggi, ovviamente, anche il settore della digital transformation ha morso il freno eppure la view “strategica” di MAPS può esercitare un valore aggiunto non trascurabile. “All’interno delle grandi aziende interpretiamo la digital tranformation in senso ampio, vale a dire come una sorta di insieme tra tecnologia, gestione dei dati e gestione delle informazioni personali, ambiti questi che stanno cambiando il modello di business” spiega l’amministratore delegato di MAPS. In effetti non si tratta di una modifica evidente esclusivamente lato impresa, ma anche lato clientela con un prototipo di “cliente sempre più evoluto e sempre più digital” sottolinea l’amministratore delegato di MAPS.

Ovviamente, le potenzialità che un settore del genere è in grado di dischiudere ad aziende innovative come quella guidata da Marco Ciscato rappresentano un ventaglio molto ampio. Una riflessione la merita il settore sanitario, laddove l’azienda opera in linea con il cambiamento in corso sia sul fronte del modello di business che su quello del modello di cliente. “Sfruttiamo le nostre competenze in termini di tecnologia e di paradigmi social per assecondare il percorso in fieri da paziente a cliente/cittadino” continua l’ad.

Sul fronte sanitario, ad esempio, attraverso la linea d’offerta Patient Journey, MAPS si posiziona come leader nel settore dell’accoglienza dei pazienti nelle strutture sanitarie, presidiando il mercato con oltre 600 installazioni, che gestiscono più di 17 milioni di accessi a livello nazionale. Ma il settore sanitario non è di certo l’unico che può rappresentare un bacino interessante su cui investire in termini di digital transformation. “Quando la crisi legata alla diffusione del coronavirus sarà alle spalle, molte aziende potranno innovare il proprio modello di business. Un esempio? L’accesso alla grande distribuzione che oggi, nel pieno della singolarissima circostanza che stiamo sperimentando, ha subito una serie di modifiche che, tuttavia, potrebbero essere valutate nel medio-lungo periodo”. Da queste considerazioni, ad esempio, il più recente il lancio di Roialty ZeroCoda che nasce dall’integrazione di Artexe ZeroCoda – per la gestione delle code nelle strutture sanitarie – e Roialty OneExperience – la soluzione di digital loyalty per il settore retail e che si presenta come un’innovativa app per evitare assembramenti, code ed attese fuori dai punti vendita del settore retail con il fine di ridurre i contagi da COVID-19. Ma che potrà verosimilmente essere utilizzata anche nello scenario immediatamente successivo e, perché no, nel lungo periodo.