7 pilastri per una vera ed efficace Didattica a Distanza oltre l’emergenza

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Nella seconda fase del lockdown sono emerse tutte le difficoltà della scuola e in parte delle imprese per l’essersi ritrovati immersi, in modalità non volontaria, nella Didattica a distanza in alcune zone del paese, in particolare quelle della zona rossa, in una percentuale del 100%, mentre nelle zone gialle ed arancioni si riesce ancora a salvaguardare la presenza almeno per le scuole materne ed elementari e medie.

La difficoltà emotiva di questa fase è paragonabile a tutte le difficoltà tipiche delle ricadute nonché di un allontanamento della prospettiva di un ritorno alla normalità.

Le difficoltà si comprendono bene, una generazione di insegnanti chiamati a gestire una nuova modalità didattica per cui non sono stati mai formati, famiglie spesso in difficoltà per mancanza di connessioni o strumentazioni, studenti privati della socialità per un periodo prolungato di tempo.

Differente la situazione delle università, che, pur in presenza di situazioni molto diversificate, hanno saputo riorganizzare la didattica in modo efficace, al punto che in molti atenei del paese si parla di non tornare indietro nella didattica a distanza, anche quando si  tornerà alla normalità.

Parliamo delle realtà italiane più evolute sul piano dell’insegnamento, sia a livello accademico che lavorativo, dove la didattica era già erogata in modalità integrata fisica e digitale.

Ma come evitare la formazione di una “Aristocrazia 2.0”, che utilizza agilmente la cultura e le strumentazioni del digitale ad ogni livello, didattico e lavorativo, e dall’altra parte scuole, aziende, famiglie tagliate di fatto fuori da questi processi con un delinearsi di un nuovo e forte divario sociale?

In questi mesi, oltre 100 docenti universitari impegnati nello studio della didattica mediale associati nella SIREM (www.sirem.org) ed il team di Skilla (www.skilla.com) impegnati nell’insegnamento online delle più grandi Academy italiane, hanno messo a punto una serie di linea guida, valide per le scuole e per le aziende, basate su 7 pilastri.

Vediamoli:

  1. Fisico e digitale (Phygital). Oggi la formazione opera, sempre e comunque, con differenti modalità (on line e presenza) e su diversi territori (ecosistema fisico e digitale): non può fare a meno del digitale.
  2. Ripensare l’insegnamento. Per l’on line servono nuove competenze per il formatore e nuovi metodi didattici che favoriscano la ricorsività tra teoria e pratica. E’ necessario uno straordinario programma di formazione dei docenti per far acquisire la capacità di gestire una didattica efficace anche con l’utilizzo di modalità multimediali
  3. Ripensare l’apprendimento. La formazione continua richiede la capacità di scegliere un percorso a partire dai propri bisogni, di conoscere il proprio stile di apprendimento, di autoregolare il processo e di essere coinvolto direttamente e attivamente nello stesso. Apprendere ad apprendere deve essere al centro di ogni processo educativo.
  4. Ripensare la valutazione. La valutazione si focalizza più sul processo di apprendimento che sui risultati. Non misura solo le conoscenze apprese, ma le abilità e gli atteggiamenti acquisiti o rielaborati in rete.
  5. Ripensare il ruolo del docente. Con la Dad cambia anche la figura del docente che diventa il coach che accompagna, supporta la riflessione e focalizza l’attenzione sui processi.
  6. Ripensare le infrastrutture. Per attivare i processi di formazione mista sono necessarie infrastrutture adeguate: la copertura e la qualità della rete, dispositivi remoti per chi apprende, strutture centrali sia software sia hardware, ambienti di apprendimento.
  7. Anticipare il futuro. Le attività messe in atto devono prevedere sempre più il supporto di modalità quali la realtà aumentata e virtuale, la simulazione, l’intelligenza artificiale

Come in tutti i grandi processi sociali che provocano grandi cambiamenti, difficoltà a gestire le trasformazioni in atto e la complessità delle nuove situazioni, si tende a semplificare e schematizzare, come sta avvenendo in questo momento, con la polarizzazione tra didattica in presenza e didattica a distanza, dove una cosa è messa contro l’altra. E’ purtroppo un atteggiamento facile, ma dannoso, perché distoglie l’attenzione dall’impegno più importante che serve per il futuro della formazione del nostro paese, impegno che è quello di sviluppare una didattica efficace, adeguata alle grandi trasformazioni in atto, che sa preparare le nuove generazioni, i lavoratori, i cittadini alle competenze del futuro.