Lo scanner LiDAR dell’iPhone 12 dice tutto sul futuro dell’edutainment

Gianluca Dotti per Credit Suisse Asset Management -

Può sembrare una notizia esclusivamente di marketing tecnologico o da nerd, ma dietro le scelte strategiche compiute da Apple nel realizzare l’ultimo modello del melafonino c’è più di un significato nascosto. La novità, a dire il vero già installata anche nel più recente iPad Pro, consiste in un sensore aggiuntivo chiamato LiDAR, che sta per Laser Imaging Detection and Ranging.

Per farla breve, si tratta di un sensore che migliora le performance dello smartphone per le applicazioni di realtà aumentata. L’app più popolare che finora ha sfruttato questa funzionalità è senz’altro Pokémon Go, ormai con qualche anno di vita sulle spalle, in cui la sovrapposizione tra realtà fisica e immagini digitali aveva generato il desiderato effetto wow, ma non c’era alcuna particolare pretesa di realismo.

Lo scanner LiDAR, come la stessa azienda di Cupertino ha spiegato, offre funzioni evolute per il rilevamento della profondità, in modo da supportare sia più flussi di dati tridimensionali sia app di fotografia e video di livello professionale. In particolare, il LiDAR riesce a determinare con ottima precisione le distanze degli oggetti e tra gli oggetti. Entro un raggio di 5 metri, dichiara il produttore, è possibile avere una ricostruzione tridimensionale di tutto lo spazio.

Come spiegato dalla rivista Money, il più probabile sviluppo delle applicazioni è che si vada a insistere sulla stessa fascia di mercato a cui erano destinati i Google Glass, non particolarmente fortunati al primo lancio ma a loro volta in procinto di tornare sugli scaffali in versione aggiornata. Abilitare un servizio di realtà aumentata pronto all’uso quotidiano e alla diffusione di massa è il primo passo per sbloccare applicazioni che vanno dall’arredamento degli interni alla navigazione in ambienti urbani, ma soprattutto un’infinità di possibili sbocchi nel settore edutainment. Vale a dire: visite (come si suol dire) aumentate ai musei, cartellonistica aggiuntiva nei parchi, banner in sovrimpressione per la manutenzione o per altri interventi tecnici, ludicizzazione di corsi e sessioni di training attraverso un mix di fisico e digitale in sovrimpressione.

In prospettiva, interi àmbiti del sapere umano, dall’architettura alla scienza, saranno condizionati da questa nuova tecnologia. E come ha raccontato DDay, le app educative e quelle professionali per la riparazione o il montaggio di prodotti saranno le prime ad arrivare sul mercato, anche se presumibilmente con sembianze e finalità diverse a seconda che siano per smartphone o per tablet.