Polkadot in modo semplice

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L’universo della criptovaluta è un universo vastissimo e talvolta molto difficile da capire. Tante sono le persone che cercano di addentrarsi in questo mondo senza buoni risultati. Purtroppo spesso si incappa in recensioni piuttosto negative al riguardo ma questo non deriva dalla poca affidabilità delle stesse, ma dalla poca esperienza degli investitori. Ovvio, lì dove non esiste un bene materiale, l’affidabilità diventa davvero difficile e non sarebbe certo la prima volta inciampare in una situazione sgradevole. Molti sono gli investitori, anche più esperti, che si trovano deturpati dei lori “SOLDI DIGITALI”. Proprio per questo bisogna avere uno studio approfondito della materia e non bisogna investire grandi quantità di denaro, soprattutto se il proprio budget è limitato.

In questo articolo cercheremo di capire meglio il mondo della criptovaluta ma in particolare di Polkadot.

Le generalità Polkadot

Anzitutto dobbiamo dire che ad oggi, le criptovalute si dividono in 3 grandi generazioni e Polkadot fa parte della terza.

Polkadot è un progetto nato alla fine del 2016 di cui il token è Dot.

La rete Polkadot ha varie funzioni tra cui il trasferimento di denaro, dati e/o beni tra varie blockchain o sulla sua stessa catena.

La differenza tra le altre reti di blockchain sono l’utilizzo di varie reti interconnesse tra di loro e il sistema di Proof of Stake eliminando il vecchio progetto del mining, di smart contracts e di Dapps. Queste blockchain parallele a quella principale, sono chiamate parachain.

Questo sistema rende tutte le transazioni più veloci sia per gli sviluppatori che per gli utenti che ne entrano a far parte.

Da qui si sviluppa il suo token, il Dot, che viene diviso in 3 categorie, cioè Governance, Staking e Bonding, che vedremo ora nello specifico ma sempre in modo semplificato.

Ovviamente l’unico modo per comprare polkadot (non esistendo il concetto del mining) è solo tramite piattaforma di exchange.

Ma vediamo quindi come si sviluppa il token:

  • la GOVERNANCE è un particolare processo che da la possibilità ai proprietari di Dot, di votare su come saranno le modifiche e gli sviluppi della rete Polkadot.
  • lo STAKING si divide in due: si può essere o “nominatore” o “validatore”. Il ruolo del nominatore è semplice, si tratta di eleggere il validatore, mentre quest’ultimo, ha la funzione di convalidare le transazioni e garantire una buona funzione di queste. Praticamente grazie al sistema Proof of stake, questi proteggono la rete da vari attacchi e da qui ne derivano i guadagni
  • il BONDING è il sistema che questo token usa per lanciare nuove parachain.

Come si può presumere da questa semplice spiegazione, si capirà principalmente che Polkadot e il suo token non sono nati principalmente come valuta per la vendita o l’acquisto di servizi e beni.

Importante da sottolineare poi che Polkadot è una criptovaluta in sé piuttosto nuova rispetto a molte altre. L’idea degli sviluppatori è sì molto buona ma bisognerà vedere nel tempo quali saranno gli effetti a livello commerciale.

Il concetto delle catene

Abbiamo quindi detto che Polkadot  è una rete di blockchain, ovviamente decentralizzata, che si estende su una catena principale di base che si chiama Relay Chain ed interagisce con le altre parallele. Le parallele vengono quindi definite Parachain che raccoglie e processa le transazioni rendendo il sistema Polkadot scalabile e sicuro.

Queste due catene sono “unite” dai Bridges, ponti, che semplificano quindi l’inter connettersi tra Polkadot e altre blockchain decentralizzate ed indipendenti come anche Bitcoin ed Ethereum. Con questo sistema non esisterà nessun limite per le catene connesse sulla rete Polkadot che però deve assicurare vari requisiti.

Con questo discorso non si vuol dire che fare degli investimenti in Polkadot sia molto sicuro rispetto ad altre, infatti come tutte, il rischio è sempre alto e il suo valore può sempre variare soprattutto se si pensa che questa non nasce con il concept delle altre criptomonete.