Monnalisa, ESG a 360° con uno sguardo (concreto) al prossimo futuro

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“Realizzare un bilancio integrato è stata una pietra miliare nel nostro cammino di evoluzione e sviluppo, uno strumento per mettere nero su bianco e rendere evidente a tutti che in Monnalisa abbiamo riconosciuto la stessa importanza al bilancio di sostenibilità e a quello consolidato” spiega Sara Tommasiello, CFO e CSR Manager di Monnalisa, società attiva nel settore del childrenswear di fascia alta, nata ad Arezzo nel 1968, quotata sul segmento AIM Italia a luglio del 2018 ed oggi attiva in oltre 60 Paesi.

Il senso di presentare un bilancio integrato è facile da intuire ed importante da sottolineare allo stesso tempo. Soprattutto in una fase post-pandemica in cui i cambiamenti nella gestione aziendale sono sotto gli occhi di tutti. E che nella maggioranza dei casi sono stati cambiamenti non scelti, ma indotti dalle ben note cause di forza maggiore. “Ad oggi non possiamo dire di essere completamente fuori dalla pandemia, ma possiamo riconoscere che abbiamo una visione più chiara del breve e medio periodo ed una dose di ottimismo in più rispetto a qualche mese fa” continua Tommasiello. Che sottolinea anche: “Dal nostro punto di vista abbiamo riscontrato una crescita forte grazie all’esplosione del canale dedicato all’e-commerce, ed un miglioramento sia del canale retail ed wholesale anche se continuiamo a risentire delle limitazioni in alcune aree geografiche in Europa – storicamente meta di alti volumi di traffico turistico come ad esempio Londra e Parigi – sedi di alcuni nostri punti vendita, laddove ci vorrà ancora tempo per raggiungere nuovamente i livelli precedenti alla pandemia”.

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Voler dunque riconoscere in un momento storico così particolare una tale rilevanza a quegli aspetti di natura più tecnicamente extra-finanziaria è un dato assolutamente degno di nota da parte di Monnalisa. Nello specifico, il Bilancio Integrato 2020 rappresenta i principali indicatori di performance non finanziari legati alle tematiche ESG ed è predisposto secondo i GRI Standards della Global Reporting Initiative (GRI) e i principi guida dell’International Framework definiti dall’International Integrated Reporting Council (IIRC). Rispetto ad un primo documento redatto nel 2018, quello di quest’anno ha per la prima volta esteso il perimetro di rendicontazione a tutto il Gruppo Monnalisa, includendo dunque le differenti controllate.

Ma c’è un aspetto in più che vale da implicito riconoscimento per il focus che Monnalisa esercita in ambito ESG. Senza tralasciare che la società è stata pioniere del tema all’interno del nostro Paese – “la prima volta che abbiamo focalizzato la nostra attenzione su un approccio di sostenibilità è stato più di vent’anni fa, nel 2001” spiega Tommasiello – è il cambio di prospettiva che merita un discorso a parte. Nei fatti, se da un lato è stato presentato il bilancio di sostenibilità – documento che per forza di cose guarda al passato – dall’altro è stato reso pubblico contestualmente il Piano di sostenibilità per il triennio 2021/2023 – documento programmatico in cui, di fatto, nell’analisi di Tommasiello, “il CDA si è di fatto auto-vincolato a raggiungere determinati obiettivi di natura extra-finanziaria in un periodo di tempo limitato”.

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Più nello specifico, il Piano di Sostenibilità al 2023 rappresenta di fatto la visione strategica dell’azienda includendo alcune delle sfide globali messe in luce dai cosiddetti Sustainable Development Goal delle Nazioni Unite. Combinandoli naturalmente con quelli che si sono rilevati essere i temi di maggior rilevanza per Monnalisa e i suoi stakeholders. Nel dettaglio, associando gli obiettivi del Piano di Sostenibilità 2021/2023 ai differenti Sustainable Development goals vengono fuori: il miglioramento del benessere delle persone (SDG 3), la promozione delle pari opportunità (SDG 5), lo sviluppo di talenti e certezza del lavoro (SDG 8), la gestione responsabile della catena di fornitura (SDG 10), il consumo responsabile dei materiali, la diffusione di una cultura di sostenibilità nell’impiego dei materiali e la sensibilizzazione ad un consumo responsabile (SDG 12), la riduzione dell’impatto ambientale di Monnalisa (SDG 13), e l’attrazione di investitori sensibili alle tematiche ESG, la diffusione di una cultura della sostenibilità presso tutti gli stakeholder, la collaborazione con altre realtà e il rafforzamento della governance societaria (SDG 17).

Tutto ciò con una consapevolezza di fondo che non rappresenta un freno, anzi quasi un ulteriore stimolo all’attenzione di Monnalisa al mondo della sostenibilità e delle tematiche di natura ESG. E lo capiamo, una volta ancora, dalle parole di Tommasiello: “La nostra attenzione alla sostenibilità si dispiega per forza di cose su un orizzonte temporale di lungo periodo e non genera un travaso veloce e tangibile dal punto di vista meramente finanziario. Al contrario, e forse in maniera ancora più importante, tale focus è in grado di preservare l’attenzione ad di una serie di tematiche che, seppur non direttamente legate alla redditività – sono funzionali alla gestione aziendale ed imprescindibili per la perennità dell’azienda”. Un esempio? “Negli ultimi tempi ogni aspetto legato alla tenuta del tessuto sociale è per noi ancora più cruciale  rispetto alle tematiche ambientali” conclude la CFO e CSR Manager di Monnalisa.