Gli investitori istituzionali italiani hanno fin qui ben retto alle crisi economiche e finanziarie

-
- Advertising -

Nonostante le due crisi economiche e finanziarie di questi ultimi 15 anni, (crollo dei mutui subprime del 2008 e crisi del debito 2011-13), la crisi pandemica da COVID-19 del 2020 e le tensioni inflazionistiche degli ultimi mesi del 2021, il mercato italiano degli investitori istituzionali non solo ha retto ma ha mostrato miglioramenti in termini di patrimonio, flussi netti annui da investire e rendimenti . Lo sottolinea il Nono Report curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali che ne delinea una  approfondita mappatura aggiornata al 2021.

Quali sono le principali evidenze ?  Escludendo le Casse di assistenza sanitaria integrativa e il welfare privato, sono 343 gli investitori istituzionali operativi a fine 2021, nella forma giuridica delle Associazioni e Fondazioni, rispetto ai 365 del 2020, ai 374 del 2019 e ai 583 del 2007; in dettaglio si tratta di 86 Fondazioni di origine Bancaria, 20 Casse Professionali Privatizzate, 33 Fondi Negoziali, 204 Fondi Preesistenti.

- Advertising -

Prosegue quindi il processo di razionalizzazione che negli ultimi 15 anni ha registrato una riduzione di ben 343 operatori, soprattutto tra i fondi preesistenti che, accorpandosi tra loro, si sono ridotti di 229 unità pur mantenendo una crescita patrimoniale; meno 9 i fondi negoziali e stabili Fondazioni (-2) e Casse privatizzate.

A questi operatori si aggiungono le Casse e i Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa, stabili a 321, un numero eccessivamente elevato per il sistema Italia se si considera che i primi 50 Fondi rappresentano l’86% del patrimonio dell’intero sistema.

- Advertising -

Nel settore privato, oltre alle Compagnie di Assicurazione che gestiscono un elevato numero di tariffe e di “gestioni separate”, operano 40 fondi pensione aperti e 72 PIP (112 unità), una in meno rispetto ai 113 del 2020 e in netta riduzione rispetto ai 143 del 2011; peraltro, dei 72 PIP, poco meno della metà è chiusa al collocamento.

Andando ai profili dimensionali il patrimonio totale degli investitori istituzionali italiani, sommando il welfare contrattuale alle Casse e Fondazioni e al welfare privato, raggiunge i 987,61 miliardi di euro, rispetto ai 953,81 del 2020, con un incremento del 3,54% pari a 33,8 miliardi (quasi due punti di PIL) ed è più che raddoppiato rispetto ai 404,11 miliardi del 2007 (15 anni fa) e agli 861,6 del 2018 [si veda slide 9].  Nel 2021 il patrimonio totale è pari al 55,5% del PIL nazionale, era il 25,1% nel 2007

Negli anni il patrimonio degli investitori istituzionali del welfare contrattuale e fondazionale è continuamente aumentato e in 15 anni è quasi raddoppiato passando da 142,85 mld del 2007 (erano 114,8 mld di euro del 2004), agli attuali 282,97 con un incremento annuale di 13,13 miliardi (+4,87% rispetto all’anno precedente) . Il maggior incremento nei 15 anni è segnato dai fondi negoziali, da 11,6 a 65,32 miliardi e che negli ultimi anni si sono affacciati agli investimenti alternativi; seguono le Casse privatizzate da 37,6 a 97,8 e i fondi preesistenti

Nel 2021, come accaduto nel 2019 sul 2018, i mercati hanno recuperato le posizioni deteriorate a seguito della pandemia e nonostante l’elevata volatilità della componente azionaria, l’andamento dei mercati finanziari è stato nel complesso positivo; le maggiori sofferenze si sono registrate sulla componente obbligazionaria che ha risentito delle politiche monetarie delle Banche Centrali; ciò si è riflesso sui risultati ottenuti dagli investitori istituzionali, che per il 2021 hanno registrato buoni rendimenti . Per quanto riguarda il comparto dei fondi pensione i rendimenti conseguiti hanno ancora una volta battuto il benchmark di riferimento, cioè il TFR che ha fatto segnare un + 3,6% contro il 4,9% dei negoziali, il + 4,1% dei preesistenti e il + 6,4% degli aperti.

Per quel che riguarda il contributo all’ economia reale domestica le Fondazioni di origine Bancaria si confermano il maggiore investitore istituzionale con il 42,22% dell’attivo investito di cui il 27,72% nella banca conferitaria, in Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione con il Sud; le Casse Privatizzate dei Liberi Professionisti si posizionano al secondo posto, con investimenti pari al 17,88% del totale attivo.  Seguono a distanza i fondi pensione preesistenti e negoziali con percentuali investite in economia reale rispettivamente pari al 4,7% e al 3,11%