Ecco perché la Bce dovrebbe proseguire con i cicli di rialzi

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Negli Stati Uniti e nell’area euro, i tassi d’inflazione headline su base annua sono in calo, fondamentalmente grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia e dei beni di consumo, e alla normalizzazione delle catene di approvvigionamento. Ma questo non significa che la pressione inflazionistica sia scomparsa. Nel medio termine ci aspettiamo che i tassi di inflazione negli Stati Uniti e nell’Eurozona si stabilizzino su valori superiori all’obiettivo del 2%. A meno che non si verifichi una recessione e la pressione deflazionistica non torni a farsi sentire. Questo scenario, tuttavia, sembra ancora lontano, poiché l’economia sta rallentando e incidenti come il crollo della Silicon Valley Bank e del Credit Suisse non sono stati sistemici.

Dunque, con il persistere della pressione inflazionistica molti si aspettano che la Bce continui il suo ciclo di rialzo dei tassi, ma questo a nostro parere dipende da tre fattori: andamento dell’inflazione, possibilità che l’Europa entri effettivamente in recessione, le prossime mosse di politica monetaria della FED.

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La Bce deve prendere decisioni di politica monetaria per 20 Paesi diversi. Questa eterogeneità si vede chiaramente nell’ampia gamma di tassi di inflazione: dal 3% della Spagna all’11% dell’Estonia. Se l’inflazione si mantiene a livelli elevati, i falchi della Banca centrale europea avranno più argomenti a favore di tassi più alti. Tuttavia, questo non accadrà nel caso di un ulteriore rallentamento dell’economia dell’Eurozona e di un inasprimento delle condizioni finanziarie, il Consiglio della BCE avrà meno argomenti per ulteriori rialzi. La BCE ha sempre tenuto conto dell’operato della Fed e ha sempre affermato di dipendere dai dati. Pertanto, se la Federal Reserve procederà con la pausa annunciata, la Bce potrebbe seguirne l’esempio in futuro.

In ogni caso nel medio periodo, per la BCE la variabile principale da monitorare sarà rappresentata dai tassi di inflazione, anche se la banca centrale potrebbe accettare un obiettivo di inflazione più elevato, senza dichiararlo esplicitamente. Non va dimenticato che la Bce è fortemente condizionata sotto il profilo fiscale; pertanto, anche i costi di rifinanziamento di Paesi fortemente indebitati come l’Italia e la Spagna incideranno sulle tempistiche relative all’interruzione del ciclo di rialzi della BCE.

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I mercati temono che il debito diventi insostenibile per i Paesi UE

Finora sembra che ci sia stato un errore di comunicazione tra banca centrale e mercati. Da un lato la presidente Lagarde dichiara che il ciclo di rialzi proseguirà, dall’altro i mercati sono convinti che la serie di rialzi sia prossima alla fine. Il problema di base è naturalmente rappresentato dal debito pubblico. I rendimenti dei BTp decennali si attestano al 4%, rispetto all’1% di inizio 2022. Con una crescita stagnante, il debito diventa insostenibile e i mercati, infatti, iniziano temere che i governi dell’Eurozona non siano in grado di ripagare il proprio debito. Per questo motivo, sarà cruciale la comunicazione relativa alla guidance sulla politica monetaria per il resto dell’anno. Qualsiasi accenno a un allentamento della stretta monetaria potrebbe tranquillizzare i mercati.