L’intelligenza artificiale, fattore X alla base della crescita. Da Microsoft a Intuit passando per il settore farmaceutico

Justin Streeter, Portfolio Manager della strategia azionaria statunitense di Comgest -

Se nelle ultime settimane avete letto i titoli dei giornali sull’Intelligenza Artificiale (IA), difficilmente potreste essere biasimati per essere spaventati. Le notizie sull’argomento spaziano da studi che diffondono statistiche allarmanti (Goldman Sachs ha recentemente riferito che l’IA potrebbe portare alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro), a opinioni che rasentano l’iperbole dell’allarmismo (“L’IA prenderà il sopravvento sull’umanità”). Tuttavia, uno sguardo al passato ci dice che “cambiamenti epocali” come la rivoluzione industriale o l’ascesa di Internet hanno creato paure simili, eppure la civiltà non è implosa di conseguenza. Al contrario, gli esseri umani hanno utilizzato questi sviluppi per migliorare i loro processi originari e il mondo è diventato di conseguenza più efficiente. L’intelligenza artificiale presenterà delle sfide, ma non c’è motivo di mobilitare una rivoluzione luddista contro di essa. Il discorso che dovremmo fare, come investitori, riguarda invece le immense opportunità che questa tecnologia sta creando. Innanzitutto, in un periodo in cui la crescita del PIL globale è sottoposta a maggiori pressioni a causa delle tendenze demografiche, della scarsità di risorse, delle preoccupazioni per il clima e altro ancora, la produttività è diventata il fattore X a guidare la crescita e il benessere. In questo senso, l’IA è arrivata in un momento opportuno e potrebbe favorire gli investimenti in alcuni tipi di aziende. Prendiamo l’esempio degli “assistenti virtuali”, come “Copilot” di Microsoft, che sarà integrato in Microsoft 365 o Azure. Questa tecnologia è in grado di accelerare i processi e allo stesso tempo di ridurre i costi, offrendo agli imprenditori più tempo e denaro da investire in altri settori della propria attività.

In questo modo è possibile democratizzare strumenti che in precedenza erano disponibili solo per le grandi aziende. Per esempio, Intuit utilizza l’intelligenza artificiale da diversi anni per offrire ai clienti delle piccole imprese una migliore comprensione delle loro finanze. Il risultato è che il 60-70% di questi clienti rimane in attività per 5 anni, rispetto al 50% delle piccole imprese negli Stati Uniti. Inoltre, l’approfondimento dell’IA generativa dovrebbe rendere ancora più facile per gli imprenditori con meno risorse avviare e gestire un’attività, generare contenuti e rimanere in contatto con i propri consumatori.

L’intelligenza artificiale sta portando miglioramenti anche nell’industria sanitaria, che è uno dei settori più inefficienti degli Stati Uniti (la spesa sanitaria rappresentava oltre il 18% del PIL nazionale nel 2022). Uno dei motivi principali è la mancanza di una banca dati nazionale, il che comporta l’inserimento manuale di molti dati e quindi molti errori. Questi errori possono portare a diagnosi errate, degenze ospedaliere più lunghe e spese eccessive, che a loro volta sottraggono risorse a cure di vitale importanza.

Diverse aziende stanno attualmente lavorando per migliorare l’organizzazione dei dati a livello nazionale. Microsoft ha recentemente acquisito Nuance, leader nella tecnologia IA conversazionale, per 20 miliardi di dollari nel 2021. Nuance utilizza l’intelligenza artificiale per compilare la documentazione dei pazienti, liberando così tempo prezioso per il follow-up dei medici e consentendo di dedicare maggiori risorse ad altre aree.

Anche Oracle sta investendo, ad esempio con l’acquisizione di Cerner, leader nelle cartelle cliniche elettroniche, per 28 miliardi di dollari nel 2021. Questa acquisizione fa parte dell’obiettivo di Oracle di costruire un database sanitario nazionale integrato da potenti strumenti di intelligenza artificiale. Ciò contribuirà a migliorare le diagnosi e avrà un impatto sulla spesa, sulle degenze ospedaliere e sulle liste d’attesa.

Nel settore farmaceutico, l’intelligenza artificiale sta accelerando lo sviluppo di farmaci nella fase di scoperta, grazie alla previsione di quali proteine e molecole sarebbero adatte a determinati disturbi. Eli Lilly è un’azienda che si è già mossa per trarre vantaggio da questo punto di vista e ha recentemente avviato una partnership da 425 milioni di dollari con Schrödinger, una biotech che fornisce una piattaforma tecnologica software alimentata dall’intelligenza artificiale. Dando un punto di partenza più solido ai responsabili dei test farmacologici, quando si tratta di strutture proteiche, la tecnologia AI potrebbe accelerare drasticamente il processo di sviluppo dei farmaci, portando a numerosi miglioramenti nei trattamenti a una velocità mai vista prima. Ciò avrà l’effetto di rendere l’industria sanitaria ancora più efficiente, rendendo disponibili più farmaci salvavita.

In sintesi, non dobbiamo dimenticare che l’IA, come molti altri progressi, comporta una serie di sfide. Per esempio, richiederà maggiori investimenti nei settori della sicurezza informatica, dell’istruzione e della regolamentazione per riconoscere e ridurre i contenuti ingannevoli e non originali. Ciononostante, l’approccio ragionevole ai progressi dell’IA consiste nel mantenere una mentalità positiva. Sebbene l’IA sarà un fattore di rottura, essa rappresenta anche un modo per le economie sviluppate di mantenere livelli di crescita più elevati di quelli che sarebbero stati altrimenti raggiunti. Non solo, offre anche opportunità alle aziende tecnologiche e a molti altri tipi di imprese che possono sfruttare il suo potenziale per rendere più efficienti i loro prodotti e servizi.