Istat: la crescita dell’economia mondiale rallenta. Italia indietro

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La crescita dell’economia mondiale sta rallentando con performance eterogenee tra aree geografiche e settori. L’inflazione è in decelerazione in quasi tutti i paesi, con un percorso più graduale per la componente di fondo dell’indice. Lo sottolinea l’Istat nella Nota mensile sull’Economia italiana in cui evidenzia come a giugno, per il secondo mese consecutivo, l’indice destagionalizzato della produzione in-dustriale in Italia ha segnato un aumento congiunturale diffuso a tutti i comparti, con l’eccezione di quello dei beni di consumo. Nella media degli ultimi tre mesi la variazione congiunturale è rimasta negativa.

Nel secondo trimestre, l’economia italiana ha registrato un risultato inferiore agli altri principali partner europei. Il Pil è diminuito dello 0,3% in termini congiunturali, portando la variazione acquisita per il 2023 a 0,8%. Il calo è stato la sintesi di una flessione del valore aggiunto nel comparto dell’industria, e di un lieve aumento di quello dei servizi. Dal lato della domanda, la componente nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito un contributo negativo mentre l’apporto della domanda estera netta è stato nullo. A giugno, l’indice destagionalizzato della produzione industriale, al netto delle costruzioni, ha segnato una variazione congiunturale positiva (+0,5%), la seconda consecutiva dopo il forte calo di aprile. Nel secondo trimestre, tuttavia, la variazione rispetto ai tre mesi precedenti è rimasta negativa (-1,2%). I beni intermedi e quelli di consumo sono stati i raggruppamenti di industria con le flessioni più marcate (rispettivamente -1,6% e -1,3% in termini congiunturali), il comparto dell’energia ha mostrato un calo lievemente inferiore (-1,1%). I beni strumentali hanno segnato una diminuzione più contenuta (-0,3%).

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Le condizioni del mercato del lavoro restano favorevoli. A giugno, si è confermata la crescita dell’occupazione a fronte di una diminuzione del tasso di disoccupazione e di inattività.
Il tasso di occupazione è salito al 61,5%, comunque ben al di sotto di quello dei principali partner europei, facendo registrare un incremento di 0,2 punti rispetto a maggio e di 1,1 punti rispetto a giugno 2022. La disoccupazione a giugno è diminuita rispetto al mese precedente del 2,3% per effetto di un calo che ha coinvolto entrambe le componenti di genere ed è stato diffuso a tutte le classi d’età. Da giugno 2022 il numero di disoccupati è diminuito di 178mila unità. Nel confronto mensile, il tasso di disoccupazione totale è calato al 7,4% (-0,2 punti), quello giovanile al 21,3% (-0,4 punti); su base tendenziale il tasso di disoccupazione cala di 0,8 punti nel complesso e di 2,2 punti per i giovani. Rispetto a maggio, è sceso al 33,5% (-0,1 punti percentuali) il tasso d’inattività che sull’anno è diminuito di 0,6 punti.

Il differenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) tra Italia e l’area euro, a luglio, pur risultando ancora positivo, si è ridotto ulteriormente. A luglio, è calata la fiducia dei consumatori principalmente a causa di un peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e delle attese su quella personale. L’indice composito delle imprese, dopo due flessioni consecutive, ha evidenziato invece un aumento.

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