Fine 2023 può essere momento di svolta per Cina ed emergenti, anche grazie alla Fed

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Diversi sono stati i fattori che hanno determinato la performance negativa dei mercati emergenti quest’anno, e di questi la forza del dollaro USA è stato probabilmente quello più significativo. Ora l’inflazione statunitense sembra essere entrata in una fase di normalizzazione al ribasso, ma la Fed ha indicato che potrebbe comunque proseguire nel ciclo di rialzo dei tassi, dato che il tasso di disoccupazione statunitense rimane basso. Un’inversione di rotta da parte della Fed rispetto alle intenzioni di rialzo dei tassi potrebbe però dare sollievo agli EM grazie al conseguente indebolimento del dollaro.

In questi primi nove mesi dell’anno la ripresa asimmetrica e atipica della Cina ha frenato la performance degli EM e dell’Asia. Per questo e per le sfide affrontate dall’economia, le azioni cinesi sono interessanti in termini di valutazione, posizionamento e aspettative di crescita. Anche perché il governo cinese sta iniziando ad affrontare i problemi che hanno frenato la ripresa.

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Analisi della performance dei mercati emergenti

L’indice MSCI Emerging Markets è in rialzo del 5,65% nel corso dell’anno: i Mercati Emergenti ex Cina hanno trainato il segmento con un rendimento del 10,63% nel periodo in esame, mentre il mercato cinese ha fatto registrare un calo del 3,65%. I titoli azionari cinesi onshore e offshore hanno registrato performance relativamente in linea tra loro, anche se l’offshore ha sovraperformato leggermente. La Corea del Sud, Taiwan e il Brasile sono finora i migliori performer degli EM nel 2023, Cina, Turchia e Sudafrica sono invece in ritardo.

A luglio abbiamo assistito a un cambiamento di dinamiche negli EM, con una sovraperformance dei Paesi e dei settori che avevano fatto registrare fino ad allora performance inferiori. Poi, ad agosto, i mercati azionari EM hanno registrato cali generalizzati. Dal punto di vista settoriale, i titoli del comparto energetico sono stati i migliori da inizio anno, seguiti dalle azioni tecnologiche.

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Analisi delle prestazioni del mercato cinese

La ripresa della Cina è stata più lenta del previsto. Dopo una solida performance economica nel primo trimestre, i dati economici del secondo trimestre hanno rivelato una divergenza tra la produzione industriale e la crescita dei consumi. Questa ripresa disomogenea ha avuto un impatto sulla fiducia degli investitori. I dati hanno anche mostrato che la Cina deve affrontare altri problemi, come la disoccupazione giovanile, il settore immobiliare e il debito delle amministrazioni locali. Questo è avvenuto in un momento in cui i rischi geopolitici sono aumentati e il differenziale dei tassi d’interesse tra Stati Uniti e Cina si è ampliato.

Tuttavia, ci sono stati anche elementi positivi in diversi settori dell’economia: i settori legati alla transizione energetica, che comprendono le apparecchiature per la generazione di energia solare, i veicoli elettrici e i metalli non ferrosi, insieme al settore dei semiconduttori, hanno registrato buone performance quest’anno. Le politiche governative a favore delle industrie verdi continuano a essere di supporto e la domanda globale rimane solida. Sul fronte dei semiconduttori, si è rafforzata l’aspirazione della Cina a sviluppare un’industria di chip indipendente.

Nonostante le difficoltà e l’elevata disoccupazione giovanile, i risparmi dei consumatori sono cresciuti ulteriormente nel 2023, raggiungendo livelli record. Anche i fondamentali delle aziende, soprattutto nel settore internet, sono in netta ripresa, con diversi trimestri di miglioramento della crescita sia dei ricavi che dei profitti.

Poiché il calo della domanda interna dovuto ai lockdown degli ultimi due anni e l’attuale contesto economico negativo connesso alla crescita globale continuano a impattare in modo significativo sulla crescita, la Cina ha bisogno di un pacchetto di stimoli all’altezza della situazione che permetta di risollevare il sentiment dei consumatori e degli investitori.

Riteniamo che la Cina abbia i mezzi e gli strumenti per riorientare e far ripartire la propria economia. Il governo sta cercando di essere prudente con gli stimoli e cauto con il settore immobiliare, ma potrebbe dover mettere da parte questa battaglia: crediamo che la Cina farà ciò che è necessario per rilanciare la crescita. Qualsiasi indicazione che queste politiche stiano iniziando ad avere un impatto sui dati macroeconomici rappresenterà, a nostro avviso, un punto di svolta per le azioni cinesi.

Performance dei mercati emergenti ex Cina

Nella prima metà dell’anno, la Corea del Sud e Taiwan hanno avuto il loro momento di gloria dopo due anni difficili, vedendo anche calare sia l’inflazione che i tassi in entrambi i Paesi.

il sentiment verso il settore dei semiconduttori ha iniziato a migliorare in previsione di un rimbalzo nel secondo semestre, grazie alla riduzione delle scorte in eccesso e alla frenesia verso l’intelligenza artificiale (AI).

Anche se ci vorrà del tempo prima che abbia un impatto sui ricavi aziendali, riteniamo che lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie basate sull’IA avranno un impatto profondo sulle aziende di tutto il mondo, soprattutto nei mercati emergenti. L’IA potrebbe consentire alle aziende dei Paesi emergenti di crescere in termini di conoscenza ed efficienza più rapidamente che mai.

Grazie a questo trend, i produttori di chip come Hynix, Samsung, TSMC e altre aziende e fornitori di secondo livello potrebbero registrare un’enorme crescita nei prossimi cinque anni, grazie all’intensa domanda di chip di memoria. Questo continuerà a spingere gli indici di Taiwan e della Corea del Sud e, di riflesso, i mercati emergenti ex Cina, sempre che la Corea del Sud continui a essere inclusa nella definizione di EM dell’MSCI.

Spostandoci a ovest, l’India ha rappresentato un punto di forza quest’anno, rimbalzando grazie al calo dei prezzi delle materie prime e a un’inflazione più contenuta. Il miglioramento dei fondamentali e la crescita del Paese hanno sorpreso gli analisti nel primo trimestre. Le industrie di esportazione e i beni di consumo discrezionali hanno entrambi battuto le aspettative di fatturato. L’India continua a essere uno dei paesi preferiti tra gli EM, nonostante le elevate valutazioni.

Nelle Americhe, il Brasile è stato uno dei Paesi più performanti quest’anno, grazie a una crescita superiore alle aspettative e al miglioramento della situazione fiscale del paese. Nel frattempo, anche l’ottimismo sui tagli dei tassi ha contribuito alla performance dell’indice azionario del Paese.

In Medio Oriente, la performance in dollari del mercato azionario turco ha continuato a deludere dopo la rielezione di Erdogan, che non è riuscito a conquistare la fiducia degli investitori stranieri nemmeno dopo aver nominato un più affidabile governatore per la Banca Centrale.

Conclusioni

Nonostante la persistente sovraperformance degli Stati Uniti, riteniamo che un numero significativo di indicatori punti in direzione di un potenziale periodo di sovraperformance degli EM rispetto agli Usa. Riteniamo che le valutazioni da record negli Stati Uniti, quelle relativamente basse negli EM e soprattutto in Cina, la traiettoria di crescita più elevata negli EM, il picco della valutazione del dollaro USA e il picco dei tassi d’interesse statunitensi facciano pensare a un rally degli EM, potenzialmente guidato dalla Cina. Un’inversione di rotta da parte della Fed rispetto al rialzo dei tassi potrebbe dare maggiore sollievo agli EM grazie al probabile conseguente indebolimento del dollaro.