Perché Arm Holding piace a Wall Street: dai chip all’Intelligenza Artificale generativa

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Esordio col botto per ARM sul mercato del Nasdaq. Il leader mondiale dei chip, controllata dalla banca d’affari giapponese Softbank, ha esordio giovedì a Wall Street in forte rialzo, arrivando sino a 62 dollari, rispetto ad un prezzo di collocamento di 51 dollari (già sul massimo della forchetta iniziale di 47 e 51 USD).

ARM sfrutta l’onda positiva dell’Intelligenza Artificiale generativa. E’ un chip designer i cui prodotti potrebbero seguire l’onda positiva di Nvidia nel mondo, dei chatbot in stile ChatGPT.

Arm, la società e il fatturato

Fondata nel 1990 come joint venture tra Apple, VLSI Technology e Acorn Computer, la società con sede nel Regno Unito progetta parti di chip per quasi tutti gli smartphone del mondo, ma anche dei pc, dei data center e di automobili. L’azienda ha spedito oltre 250 miliardi di chip basati sul suo design. Di questi, 30 miliardi sono stati prodotti nell’ultimo anno fiscale dell’azienda.

SoftBank, che possiede Arm dal 2016, sta vendendo 95,5 milioni di azioni della società e punta a raccogliere almeno 4,5 miliardi di dollari. Le azioni rappresentano circa il 10% dell’azienda. Mentre SoftBank prevede di mantenere le azioni rimanenti.

Arm ha riportato un fatturato di 2,68 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale, terminato a marzo, e un utile di 524 milioni di dollari. Le vendite di Arm sono in crescita negli ultimi anni, anche se il crollo del mercato degli smartphone ha avuto un forte impatto. Le vendite sono diminuite di circa il 2,5% nel suo trimestre più recente, concluso a giugno, a 675 milioni di dollari.