Preoccupano molto i numeri della Nadef. Intervista all’economista Alessia Potecchi

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Nadef —

Preoccupano molto i numeri della Nadef, la nota di aggiornamento al DEF: cala la crescita, il PIL scende allo 0,8% meno del tendenziale 0,9% che del programmatico 1% previsti in primavera nel DEF. Per il 2024 il Governo scommette su un PIL all’1,2% ma la previsione era 1,4%. Sono dati preoccupanti che vanno oltremodo considerati nel quadro complessivo delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e che vanno a toccare in modo particolare quei Paesi che dipendono da altri per il rifornimento di materie prime.

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“Il ministro dell’Economia dovrà tagliare due miliardi di spesa pubblica e privatizzare per 60 miliardi… Auguri …” scriveva ieri Paolo Mazzanti direttore responsabile di InPiù. Anzi aggiungeva… Giorgetti “mani di forbice”. 

Approfondiamo l’argomento con l’economista Alessia Potecchi.

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Intervista ad Alessia Potecchi

“L’andamento del debito resta elevato (140%)” ci dice Alessia Potecchi “e non si intravvedono significative riduzioni: in conseguenza della esplosione dei tassi, si alzano gli interessi. Il rapporto deficit Pil viene portato, per quest’anno, addirittura al 5,3%, un punto in più del 4,3% stimato solo pochi mesi fa. Il Governo parla di una Manovra di Bilancio prudente, ma appare in realtà più un azzardo e una forzatura che va ad incidere ancora sul deficit in una situazione economica certamente non facile e che richiede il consenso dell’Europa nel cui contesto i membri di questo Governo hanno rapporti tutt’altro che costruttivi”.

Si parla di spread, di tasse straordinarie e di tante altre cose. Che cosa c’è di concreto?

“Sì, sale pericolosamente lo spread, ci sono sul piatto da utilizzare 14 miliardi, da solo il taglio del cuneo fiscale ne richiede circa 13: bisogna reperire le altre risorse. Il Governo parla insistentemente di condoni, ha gestito in maniera pessima la questione della tassazione degli extra profitti delle banche che è una questione delicata, che non si annuncia dall’oggi al domani senza criterio, solo per reperire le risorse che mancano. Per poi fare marcia indietro.”

Ma rischiamo qualcosa anche sull’attuazione del PNRR?

“Il governo ha ritardato l’attuazione dei programmi del PNRR che rappresenta un pezzo fondamentale del futuro del nostro Paese. Avevamo a disposizione oltre 200 miliardi che avrebbero aiutato il rilancio economico puntando su lavoro, questione di genere, giovani, ambiente investimenti e infrastrutture, invece il Governo ha perso tempo nella revisione del Piano creando incertezza e rallentamenti continui e danni per i progetti territoriali e comunali. I comuni sono quelli che hanno sofferto di più queste situazione di stallo e di mancanza di risorse. Si è perso troppo tempo e questo ha contribuito ad indebolire il quadro economico come sottolineano i dati”.

Ma la Nadef non è preparata tutti gli anni proprio per rettificare qualcosa nei programmi del Governo?

“Purtroppo è proprio con la Nadef che abbiamo la certificazione di tutto questo: un’economia debole che non cresce, l’assenza da parte del Governo di un’idea di sviluppo del Paese e la totale mancanza di una politica che sia in grado di andare incontro alle famiglie per far fronte all’aumento dei prezzi e all’allargarsi delle diseguaglianze e mettere poi in campo iniziative serie di revisione della spesa. Il quadro è molto complicato e certifica ancora una volta l’inadeguatezza della politica economica del Governo. Con queste premesse ci aspettiamo una Manovra modesta non in grado di rilanciare gli investimenti e sostenere i consumi e che certo non corrisponde alle esigenze del Paese e alle promesse elettorali del Governo”.